mercoledì 19 settembre 2007

Anna

“Che dici, calze velate o mediamente coprenti?”
“Non saprei, tanto hai lo stesso i polpacci troppo muscolosi”
“Non ti ho chiesto un giudizio sui miei polpacci. Ultimamente sto facendo un sacco di stepper per slanciarli, lo sai. Vabbé… e il trucco? Ti sembra troppo appariscente?”
“Toglierei un po’ di blu e metterei meno mascara; con gli occhi chiari che ti ritrovi basta solo un po’ di kajal per sottolineare lo sguardo”
“È che voglio essere bellissima, oggi”
“Vuoi essere bellissima ogni volta, su! E comunque cos’ha, oggi, di così importante, rispetto alle altre volte?”
“Siamo in una città diversa, gireremo in posti diversi, incontreremo gente diversa. Voglio che gli uomini mi guardino come non hanno mai guardato nessun’altra. Devo essere arrapante, eccitante; voglio che mi desiderino, che continuino ad avere la mia immagine impressa nella mente per un bel po’… Capito, no?”
“Esagerata; come se le altre volte passassi inosservata. Uomini, donne, si voltano tutti a guardarti”
“Così dev’essere. E poi oggi siamo qui e voglio fare bella figura. L’ho steso bene il fondotinta?”
“Hai una pelle liscia, senza imperfezioni, non capisco perché tu metta il fondotinta: non ne hai bisogno! Il mio vestito, invece… non ti sembra che mi ingrossi qui, sui fianchi?”
“Ma no, ti sta alla perfezione. Se proprio vogliamo trovargli un difetto, forse il colore ti sbatte un po’. Il vinaccia non si porta facilmente e il tuo incarnato è così chiaro…”
“Io lo trovo semplicemente di-vi-no! E poi guarda: scarpe, cintura, borsetta e guanti in tinta! Ho avuto una fortuna sfacciata a trovare un abito che si intonasse alla perfezione con questi accessori. E poi a me piace la pelle diafana. Mi fa sentire più femminile, fragile…”
“Fragile? Con le spalle da lottatore che ti ritrovi è un po’ difficile”
“Tutta colpa del nuoto. Quindici anni di attività sportiva non li fai sparire con uno schioccare di dita. Pensavo di buttarmi una stola sulle spalle, così, per mascherarle un po’”
“Anche la stola? Così sembrerai un orso! Ma se sei contenta tu… Facciamo il punto della situazione: ti ricordi come dobbiamo comportarci, vero?”
“Sì. Ogni volta la stessa storia: se ti senti osservata non voltarti, se ti fanno dei commenti fingi di non aver sentito e via discorrendo”
“Ricordatelo, però! Non fare come l’ultima volta, che hai quasi aggredito il tizio che ha fatto commenti sul tuo fondoschiena”
“Ma mi ha chiamato “culona”! Possono dirmi di tutto, ma non quello: ho un sedere da fare invidia persino alle ballerine brasiliane!”
“È in zona seno che scarseggi, però…”
“Ha parlato poppea! Metti delle scollature che chiamare desolanti è un eufemismo”
“Oggi col reggicalze ho preferito la gonna al ginocchio; chi se ne frega dei polpacci grossi. Metto il tacco 10 e sono pronta. Ah, per tua informazione, sto risparmiando proprio per rifare il seno. Schiatterai di invidia!”
“Rifare il seno? Voglio proprio vederti in riunione col comitato aziendale e il seno rifatto, Ugo”
“Ursula! Cristo, quante volte te lo devo dire! Non chiamarmi Ugo quando siamo “en femme”, che poi quando siamo in giro rischi di sbagliarti! Ursula. Ursula! Non è difficile, no?”
“Dammi tempo, non ti scaldare. Ricorda che una vera signora non dà in escandescenze e, soprattutto, non impreca. Questo almeno lo so”
“Uhm… Che nome ti eri scelta, tu?”
“Anna”
“Perfetto, Anna. Andiamo. Casalpusterlengo ci aspetta”

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