venerdì 26 settembre 2008

Controlli

“Avanti il prossimo!”
“Sera, Dottore”
“Prego, si accomodi. Allora, mi dica, qual’è il problema?”
“Ecco, vede, dottore, credo di dover sistemare la vista”
“Beh, sono un oculista, è il mio campo. Che sintomi ha?”
“A dire la verità nessuno”
“Come nessuno?”
“Nessuno. Ci vedo benissimo, centro una mela a 300 metri di distanza, riesco a scorgere una sagoma anche al buio e via discorrendo”
“Allora, scusi, non capisco in cosa posso esserle utile”
“Perché tutti mi dicono che sono cieco”
“Quanti sono questi?”
“Due. Se contiamo anche il moncherino del mignolo che le hanno ricucito con 3 punti di sutura e che ha la pelle leggermente screpolata verso l’esterno, due e mezzo”
“Ah-ehm... a me sembra che lei ci veda benissimo”
“E’ quello che dico anche io, ma la gente si ostina a dire che sono cieco!”
“Beh, compiliamo la scheda, intanto: nome e cognome?”
“Eros”
“Eros e poi?”
“Eros e basta”
“Ebasta di cognome?”
“Ma no, mi chiamo solo Eros. Non ho cognome”
“Impossibile”
“Ma ha capito chi sono?”
“Dovrei?”
“Santa patata! Sono Eros, il Dio dell’Amore!”
“Eros il dio del... mi sta prendendo in giro? Eros è un amorino con lenzuolino bianco legato ai fianchi, la faretra sulla schiena e un arco con freccia pronta a scoccare”
“Ma secondo lei, se mi presentavo qui come dice lei crede che mi avrebbero fatto passare? Sarei stato sommerso da richieste”
“Uhm... in effetti. Quindi lei vorrebbe dirmi che non è cieco?”
“Non lo sono, gliel’ho appena dimostrato”
“Vero, già. Eppure lo sanno tutti che l’Amore è cieco”
“La vogliamo smettere? Ci vedo benissimo. Prima la gente si innamora, poi dà la colpa a me”
“Perché, non è forse così?”
“Certo che non è così. Le spiego: sono in giro per i fatti miei, bello contento, no? Mi sto godendo una bella giornata di sole quando ad un tratto sento il pensiero della ragazza che mi passa accanto che dice “Ah, se solo il mio capufficio si accorgesse che esisto... Se solo mi amasse!” E io, che sono preciso e ligio al dovere, a desiderio rispondo. Seguo la donzelletta fin nel suo ufficio, la vedo sdilinquirsi davanti al capufficio, recupero arco e frecce e colpisco. Il capufficio finalmente si accorge della ragazza e dopo un minimo scambio di convenevoli e battutine di basso cabaret la invita ad uscire. I due escono, passano una bella serata, cenano, poi vanno in un pub e qui vengono serviti da un cameriere che definire marcantonio è un eufemismo: due bicipiti così, roba da 15 ore in palestra se non di più. Mi accorgo che le intenzioni della donzella vacillano, non è più così convinta che il capufficio sia un esemplare così interessante, forse per via dell’incipiente calvizie o per il fatto che ha l’ascella leggermente pezzata, non saprei. Fatto sta che quello che prima le sembrava una creatura angelica comincia a sembrare un servo muto con degli abiti gettati sopra. Annaspo cercando una soluzione, perché, deve capire, il poverino ormai è cotto marcio, quando colpisco colpisco e non c’è verso di tornare indietro. Allora mi guardo intorno e scorgo una ragazza che sbava per il cameriere e pensa “Dio, quanti figli vorrei farci con uno così. Se il bicipite è così grosso figuriamoci il resto”. Ora, forse le ragazze non sanno che i palestrati hanno grosso di tutto fuorché “quello”, ma non è un problema mio, quindi passo al contrattacco e ZAC! colpisco il cameriere. Il problema è che il cameriere stava pensando “Carino questo tipino con calvizie incipiente” e si ritrova innamorato del capufficio. Naturalmente il capufficio non ha occhi che per la sua segretaria, quindi il bibendum vivente non può far altro che attirare l’attenzione dello stempiato versandogli da bere addosso e cercando di pulirlo maldestramente. Così facendo si rende conto che il capufficio stempiato modello servomuto FoppaPedretti, lì sotto è entusiasticamente fornito e il cameriere si lascia sfuggire un gridolino che non passa inosservato al padrone del locale, un tipo alla Danny De Vito ma più grasso e meno simpatico, che si avvicina al loro tavolo e si accorge della ragazza. In quel preciso istante pensa “Diamine, che sventola! Di una così potrei anche innamorarmi, se non mi stanco dopo il secondo appuntamento”. Cosa posso fare, in questo frangente? Estraggo nuovamente l’arco e scocco. Per un attimo ho il timore di aver sbagliato perché la segretaria si accorge sì del boss del locale ma pare che il tizio non gli piaccia. Sudo freddo... in quel momento il ragionevole dubbio che la gente abbia ragione si fa strada nella mia mente, poi accade qualcosa, non so se sia per via del Rolex da 14mila euro che il boss ha al polso o altro, fatto sta che la ragazza pare interessarsi al corpulento latin-lover. Comincio a pensare di aver terminato il mio lavoro quando mi accorgo che la ragazza che sbavava per il cameriere è l’unica che ancora non ho accontentato quindi imbraccio di nuovo l’arco e ZAC! colpisco di nuovo. Peccato che in quel momento lei stava pensando con livore alla sua vicina di casa, quella che le scrolla la tovaglia sul balcone riempiendoglielo costantemente di briciole e scopro con orrore che, dopo il mio scocco andato a segno, sta rimuginando di tornare a casa dalla vicina per farsi sbriciolare addosso un intero pane pugliese, non prima, però, di averlo spalmato di Nutella, panna montata e frutti di bosco vari. Insomma, a fine della serata ho: un capufficio superdotato innamorato della sua segretaria che è innamorata del titolare del pub che licenzierà per comportamento indegno il cameriere che si è innamorato del capufficio mentre una cliente si beccherà un sonoro due di picche dalla vicina sbriciolosa perché qualche settimana fa la stessa vicina di casa è stata da me colpita da un amorevole dardo perché il lattoniere che sta posando i tubi della fogna sotto la di lei casa se n’è invanghito vedendola scrollare la tovaglia al balcone. Capisce?”
“Veramente non saprei... cosa intende dire?”
“Intendo dire che non è colpa mia, ma vostra!”
“Nostra? Cioè, la colpa è nostra se ci innamoriamo non ricambiati o della persona sbagliata?”
“Già. E’ proprio quello che intendo”
“Mi faccia capire... quindi lei vorrebbe dirmi che qualche anno fa, mentre facevo jogging al parco e mi facevo bellamente i fatti miei pensando alla spider nuovo modello che avevo intenzione di comprare, la mia futura moglie, vedendomi, ha espresso il desiderio di accoppiarsi con me e lei, ligio al dovere, mi ha centrato con una delle sue frecce facendomi capitolare?”
“Immagino sia andata esattamente così”
“Il fatto che fossi gay per lei non è stato minimamente un ostacolo, giusto?”
“Gay? Ma... io non...”
“E il fatto che adesso, quando mia moglie è via per lavoro, io indossi i suoi vestiti, nemmeno questo le importa, giusto?”
“... non potevo immaginare...”
“E il fatto che debba incontrare il mio amante di nascosto, inventarmi viaggi di lavoro, straordinari, congressi medici e che spenda un sacco di soldi in motel e alberghetti di terz’ordine per non dare àdito a pettegolezzi, non le ha mai sfiorato la coscienza, giusto?”
“... beh, ecco, io...”
“E il fatto che io abbia dovuto snaturare la mia inclinazione sessuale e vivere tutti questi anni sentendomi inadatto a ricoprire il ruolo che lei mi ha obbligato a sostenere, non la fa punto sentire in colpa?”
“Ma non potevo sapere... ho fatto solo il mio lavoro...”
“Il suo lavoro mi ha rovinato la vita!”
“Non dica così... in fondo sua moglie la ama!”
“E io amo un lattoniere!”
“... Prendo quelli con la montatura grossa. Quant’è?”

lunedì 22 settembre 2008

Intervista al Bosone di Higgs

Domanda: Per par condicio credo sia giusto intervistare anche lei...

Bosone: Vorrei anche ben vedere. Da quando in qua si dà per scontato che uno non esista solo perché non si è mai visto? Per esempio, Lei ha mai visto Dio?

Domanda: Beh, certo... gli ho parlato poco fa

Bosone: Intendo dire, l'ha mai visto in faccia, toccato, tastato, sprimacciato o si basa sul sentito dire?

Domanda: Beh, in effetti devo purtroppo confessare che anche io sono uno di quelli che si fida del passaparola

Bosone: Bravo! Però siccome di lui ne parlano in tanti si dà per scontato che esista, mentre visto che di me ne parla un unico imbecille, si mette in dubbio la veridicità delle sue parole. Un po' come gli UFO: comincia uno a dire che l'ha visto, casualmente altri mille li hanno visti. E prima? Perché non hanno parlato prima?

Domanda: Guardi, non è mancanza di fiducia, eh? Solo che davvero non sappiamo che faccia abbia.

Bosone: E che faccia dovrei avere? Come quella di un normalissimo Bosone.

Domanda: Ha detto bosone, vero?

Bosone: Sì, perché?

Domanda: Niente, niente... pensavo di aver capito male. Però, scusi se insisto, a me pare che prima di Higgs nessuno abbia mai parlato di Bosoni, quindi lei dovrebbe essere unico. O no?

Bosone: Eccerto, come no, uno e trino. Ma secondo Lei, è possibile che un unico bosone abbia dato vita a tutto l'universo?

Domanda: Scusi, ma l'universo non l'ha inventato Dio?

Bosone: Chi?

Domanda: Dio. Non per niente, cercando lei gli scienziati stanno cercando la “Particella di Dio”

Bosone: Guardi, parliamoci chiaro, io non so proprio chi sia questo Dio di cui parla Lei. Chi è? Uno scienziato? Un fisico? Un ricercatore?

Domanda: Lui ama definirsi artista. Dice che ha creato l'universo grazie ad uno starnuto e a del Pongo.

Bosone: Ma figuriamoci! Lo sa quanti protoni, elettroni, neutroni, neutrini, leptoni, quark, adroni, barioni, fermioni, pentaquark, iperoni eccetera ci sono voluti per creare l'universo e la vita?

Domanda: Neanche un Bosone?

Bosone: Beh, chiaro che sì: io.

Domanda: A questo punto viene spontaneo domandare: ma lei che ruolo ha in tutto questo?

Bosone: Posso parlare onestamente? In realtà io non c'entro nulla. Le spiego: mi trovavo in un pub poco fuori l'universo, questo universo, intendo... quello non ancora creato. Stavo sorseggiando un Lewptiok beltaniano in compagnia di una sventola che non le dico, sfoggiando tutto il mio sex-appeal ed enumerando tutte le avventure accadute nell'ultimo safari extra-galattico che avevo compiuto due eoni prima, compresa la creazione di una galassia a spirale, quand'ecco che mi sento battere sulla spalla con fare poco amichevole. Mi volto e il mio sguardo incrocia quello della cintura di xetoril di un Rufuliano dell'est della Vonanzia, un pianetoide assurdo che ruota su se stesso ad una velocità folle ma che ruota intorno al suo sole alla velocità di una lumaca Bretaliana, ovvero praticamente fermo. Pensi che una rivoluzione totale del pianeta intorno al suo sole equivale a qualcosa come novemilionisettecentonovantasettemilatrecentocinqu- antottovirgolanoveperiodico anni luce al secondo. Insomma, una roba da invecchiare al solo pensiero. Comunque, dopo aver capito chi mi trovavo davanti ho gentilmente allontanato la bellezza al mio fianco dicendole “Scusa, cara, ho un affaruccio da sbrigare, torno fra due parsec”, dopodiché ho alzato lo sguardo: le zanne del Rufuliano stavano colando saliva sulle mie palpebre, le prime, non le terze, qui, vede? Il suo ruggito è riuscito a spettinare le mie sopracciglia, che noi bosoni portiamo lunghe per sfruttarle come riporto sulla fronte durante i gelidi inverni di Wuxxol. E' la moda, che ci posso fare, e là è così freddo... Mentre con nonchalanche mi risistemavo le sopracciglia, il bestione mi vomita addosso parole in un gergo che non conosco. Schiocco le dita in direzione del barista, che intuisce al volo il mio desiderio e mi porta un altro Lewptiok beltaliano. Con studiata lentezza me lo porto alle labbra, dopodiché, con scatto felino, glielo rovescio sui pantaloni: se c'è una cosa che i Rufuliani non sopportano, è avere i pantaloni bagnati. Mentre il bestione riflette sull'accaduto (in un energumeno di tal fatta, prima che il messaggio arrivi al cervello passano almeno due/tre minuti), io mi appropinquo verso la porta ma non così in fretta come speravo, perché lo schiocco di una frusta mesanoica si spiaccica direttamente sul mio orecchio sinistro, il primo dei cinque, qui dove adesso c'è il buco, staccandomelo di netto. A quel punto è ovvio che non posso fuggire, devo comportarmi da bosone e combattere. Mi volto con scatto felino e spicco un balzo in direzione del bestione, senza accorgermi che la pupattola che mi stavo lavorando in realtà era una mutante gattelliana che si trasforma in un muro di cemento a presa rapida nel momento stesso in cui i miei anfibi cingolati stanno per colpire la bocca del Rufuliano. In un attimo mi ritrovo intrappolato, senza possibilità di scampo, quando, incredibilmente, sento il sibilo inconfondibile di un calcio rotante che colpisce prima il muro, poi il Rufuliano e poi anche il barista, lasciando miracolosamente intatto il Lewptiok beltaliano. Ero salvo. Chuck Norris mi aveva appena salvato la vita.

Domanda: Ma perché, Chuck Norris esisteva già, all'epoca?

Bosone: La verità? L'universo l'ha creato lui...

Intervista a Dio

Domanda: Come Lei ben saprà, non si parla altro che di questo, nel mondo: al CERN di Ginevra gli scienziati hanno avviato l'acceleratore di particelle grazie al quale, tramite un esperimento scientifico, prevedono di riuscire a trovare finalmente il leggendario Bosone di Higgs, chiamato anche “Particella di Dio”. Cosa ne pensa, Lei, a questo proposito?

Dio: Innanzitutto vorrei chiederle gentilmente di darmi del tu. Sono eoni che rifletto sull'opportunità di svecchiare un po' questa immagine di omone barbuto con manie di protagonismo. Con l'avvento di Internet e di tutti questi siti di incontri, è ora di uscire dall'anonimato e di mostrare quello che sono realmente. Non trova?

Domanda: Ma certo, anzi… mi fa molto piacere. Bellalì, fratello, come butta? Che ne pensi di questo tipo… questo Bosone?

Dio: Posso parlare in tutta onestà? Non so chi sia, non ho proprio presente di cosa si stia parlando. All'epoca della creazione dell'universo non sapevo nulla di fisica quantistica. Credo di essere riuscito a malapena a prendere il diploma di terza media. Non ero uno studente modello e la matematica non faceva per me. Mi divertivano molto le belle arti, però: pittura, scultura… un bel giorno mi è capitata per le mani un po' di questa sostanza simile al pongo, o al Das, non ricordo bene, e ricordo i essermi divertito un po' a mischiare un tot di colori. Poi credo di aver starnutito ed è successo il finimondo.

Domanda: Beh, più che finimondo, quello starnuto è stato l'inizio di tutto.

Dio: L'inizio dell'inferno, credimi. Innanzitutto non sono riuscito a trovare un fazzoletto per pulirmi il naso e ho dovuto usare la manica della tunica, dopodiché è arrivata la maestra, di gran carriera, strepitando a destra e a manca perché avevo sporcato l'aula con la plastilina. Mi ha messo una nota sul diario dicendomi di tornare il giorno dopo accompagnato dai genitori e quando ho cercato di dirle che non avevo genitori mi ha dato del bugiardo e mi ha buttato fuori.

Domanda: Dev'essere stata dura crescere senza genitori, senza una guida. Com'è stata la tua adolescenza?

Dio: In realtà non credo di aver mai avuto un periodo della mia vita che si possa definire adolescenza. Mi vedi? Sono sempre stato così, sono nato già vecchio, barba bianca e aspetto vissuto compresi (fra l'altro ho scoperto che l'uomo brizzolato acchiappa un sacco, specie fra le modelle o le divette dello spettacolo). Però avevo un vantaggio: potevo uscire e stare fuori quanto mi pareva senza dover rendere conto a nessuno e, soprattutto, potevo usare l'auto tutte le volte che volevo.

Domanda: Ma torniamo al Bosone di Higgs: cosa pensi del fatto che gli scienziati siano convinti che questa particella sia la scintilla da cui è nato l'universo?

Dio: Innanzitutto, se me l'avessero domandato gli avrei spiegato io com'è nato l'universo, senza andare a scomodare questo signor Higgs che fra l'altro nemmeno conosco.

Domanda: Com'è possibile? Eppure l'uomo l'hai inventato tu.

Dio: Questo è vero, ma non è che posso ricordarmi la faccia o i nomi di tutti quelli che invento, no? Fra l'altro, non sono nemmeno molto contento del risultato. Diciamocelo, per creare l'uomo ho usato materiale di scarto, un po' di argilla e via. Non avendo più accesso al laboratorio scolastico, ho dovuto prendere quello che mi capitava a tiro. Certo, se avessi avuto del Pongo… ma non siamo qui per recriminare, no? E poi la donna mi è venuta così bene, subito dopo… Ho saputo, comunque, che qualcuno dice che io gli avrei sputato addosso. Tengo a precisare che non è assolutamente vero ma se me ne fosse data la possibilità in questo momento, qualcuno a cui sputare ce l'avrei…

Domanda: Per esempio?

Dio: Higgs

Domanda: Higgs? Come mai?

Dio: Perché così impara ad andare in giro a millantare cose di cui non sa nulla. Come si è permesso di chiamare un insulsissimo bosone, che fra l'altro nessuno ha ancora mai visto, “particella di Dio”? Dove siamo, nell'acqua Lete? Che poi, caro il mio sapientone, il Lete lo sanno tutti che è il fiume su cui Caronte traghettava i morti. Tu la berresti un'acqua di nome Lete?

Domanda: Adesso che mi ci fa pensare no. Però Higgs ha studiato. Si è laureato.

Dio: Laurearsi non significa necessariamente conoscere tutto il conoscibile. Ha voluto fare lo sborone, diciamocelo: si è riempito la bocca di paroloni, peraltro a mio parere inventati da lui, e tutti a dire “ma che bravo” di qua “ma che bravo” di là. Ma le prove? Dove sono le prove?

Domanda: E' ben per questo che è stato creato l'acceleratore di particelle: per provare l'esistenza di questo elemento.

Dio: Senti un po', scusa… arriva uno, metti che si chiami Rossi, no? Che ti dice di aver trovato una particella qualsiasi che chiama, che so? Landrulone. Viene da te e ti dice: Ho scoperto il Landrulone di Rossi. Tu che fai? Gli credi sulla parola?

Domanda: No

Dio: Appunto! Se Higgs mi dice che ha scoperto ‘sto bosone mi deve portare le prove!

Domanda: Effettivamente, Higgs ha detto di aver trovato un'ipotetica particella elementare, non di averla trovata per davvero.

Dio: Ah-aaaaaaaah! Vedi che ho ragione? E' un millantatore. Sono bravo anche io a dire “Ho scoperto ipoteticamente la particella Spurefix”. Solo che se lo dico io è vero, perché io, in quanto Dio, posso effettivamente crearla. Mi basta un po' di argilla e il gioco è fatto!

Domanda: Però sembra che vi siano prove della sua esistenza.

Dio: E quali? Sbaglio o non è stata ancora osservata?

Domanda: E' quello che dovrebbe accadere durante l'esperimento che verrà effettuato a Ginevra, nel Large Hadron Collider.

Dio: Anche qui, io non capisco… siamo a Ginevra e chiamate un acceleratore con un nome inglese? Se eravamo in Cina come lo chiamavano? In turco?

Domanda: Queste sono sottigliezze. Comunque si chiami, con l'esperimento sembra che possano riuscire a determinarne la reale entità.

Dio: Bubbole. Non ci riusciranno. Non permetterò mai che una minuscola particella soppianti la mia autorità di creatore dell'universo e manipolazione della materia. Che figura ci farei, dopo tutti questi millenni? S'immagina i titoli sui giornali? “Dio è un bugiardo, l'universo non l'ha inventato lui ma Higgs"

Domanda: Semmai, il bosone

Dio: Beh, chiunque provi anche lontanamente ad accollarsi la paternità della creazione dell'universo dovrà vedersela con me. Sono pronto a dare di matto: così come vi ho creato io vi distruggo. Fra l'altro, sono decenni che vi osservo e più che atrocità non ho visto.

Domanda: Per esempio?

Dio: Che coraggio! Per esempio “Amici”, la Defilippi, Costantino Vitaliano, Gigi D'Alessio… uno vi prende per il culo e voi tutti a sbavare come dei decerebrati. Uno vi manda gente coi controcoglioni come Gesù, Gandhi e papa Luciani e voi li fate fuori come se foste ad un tirassegno.

Domanda: Uhm ehm… beh, ma vede… alle volte, l'ignoranza umana fa fare cose di cui poi ci si pente…

Dio: Non solo l'ignoranza umana. Anche io sono un bel po' pentito di avervi creato.

Domanda: Se è per questo, c'è stato qualcuno che ha persino messo in dubbio che a crearci sia stato tu.

Dio: Lo so. Un certo Darwin, vero?

Domanda: Sì. Secondo lui, l'uomo è il derivato di un'evoluzione naturale che è iniziata dal famosissimo Big Bang, che ha dato origine alla vita eccetera eccetera…

Dio: Fami capire: è quello che state cercando di ricreare durante l'esperimento al CERN di Ginevra, grazie al famoso acceleratore di particelle che dovrebbe riuscire a farvi trovare il celeberrimo Bosone di Higgs, detta anche “Particella di Dio”?

Domanda: Esatto

Dio: Beh, ma se l'evoluzione non l'ho creata io, perché cercate la MIA particella?

Domanda: … non lo so.

Testimoni

“Buongiorno, posso disturbarla?”
”Per cosa?”
“Ecco, vede, io sono un testimone di Geova e…”
”Che cosa ha combinato?”
“Chi?”
“Geova”
“Ma... niente, perché?”
“Ha appena detto che è suo testimone”
”Infatti è così”
“Beh, allora che ha fatto? Ha tamponato qualcuno e se l’è data a gambe?”
“Ma no! Geova non sa nemmeno guidare, quindi...”
“Guida senza patente? Beh, non credo che lei possa fare molto per lui”
“No, ecco… Geova è il mio pastore, la mia guida spirituale”
“Oh, allora vede che guida, ‘sto Geova?”
“Sì, no, sì…intendo dire che è la guida del mio spirito”
“Vuol dire che guida ubriaco?”
“Mamma mia, che fatica oggi… senta, scusi, ricominciamo da capo. Noi testimoni abbiamo una chiesa e…”
”Ho capito. Ha rubato le offerte. Eh, coi tempi che corrono non è una novità. Con l’avvento dell’euro non si riesce più ad arrivare a fine mese, specie gli anziani, con le pensioni miserrime che si ritrovano. Se l’ha fatto per mangiare un po’ lo capisco, sa? Anche io, certe volte, le confesso che sono stato tentato di rubacchiare. Poi però…”
“No, guardi, non ha rubato proprio niente. Non ha bisogno di rubare, lui. Nemmeno mangia!”
“E di cosa vive? D’aria?”
“Beh, diciamo che sì, vive d’aria e di amore”
“Fa bene! Anche mia cugina vive d’amore. Tutte le sere dà un po’ d’amore a qualcuno. Guadagna anche benino, ora che ci penso”
“Scusi, ma qui non si parla di “quel” tipo di amore”
“Di che tipo parla, lei?”
”L’amore filiale, l’amore fraterno, l’amore disinteressato, l’amore incondizionato…”
“Mah. Non sarà un po’ sofisticato, questo Geova? L’amore è amore, punto e basta”
“Beh, comunque sia, sono qui per testimoniare l’amore di Geova e la sua parola”
“Bisogna vedere cosa ne pensa il giudice. Uno potrà anche dispensare amore in tutte le sue forme ed essere buono come il pane – benché questo rubi le offerte in chiesa, quindi tanto buono non dev’essere – però non tutti si fidano della parola, ci vogliono le prove”
“Certo, certo, comprendo benissimo che taluni abbiano bisogno di prove, ma qui si parla di fede”
“Ancora peggio! Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”
“Ma l’uomo ha bisogno di credere. O lei non crede a nulla?”
”Certo, credo in un sacco di cose. Credo che Maradona sia ancora il più grande calciatore di tutti i tempi, credo che il vino rosso col pesce sia una scelta un po’ azzardata e tra le tante altre cose credo che mia moglie abbia un amante”
“L’ha mai visto?”
“No, ma ho colto dei segnali inequivocabili”
“Tipo?”
”Beh, ultimamente quando esce di casa si veste sempre bene, in maniera ricercata. Va spesso dal parrucchiere e si profuma un po’ troppo”
“Beh, ma queste non sono prove inconfutabili”
“Senta, lei mi ha chiesto in cosa credevo? E io gliel’ho detto. Io non vengo certo a sindacare quello in cui crede lei, no?”
”Beh, ma quello in cui credo io è una fede religiosa”
“Ma chi? Geova?”
“Sì”
”L’ha mai visto?”
“No, ma…”
”Allora come fa ad essere sicuro che esiste?”
“Non lo sono, ma ho la fede”
“Ha la fede di Geova?”
”No, ho la mia”
“Quindi è sposato anche lei?”
”No, io ho fatto voto di celibato”
“Perché?”
“Perché così vuole Geova”
“Scusi se mi permetto, eh? Ma prima non ha forse detto che Geova vive d’amore? Allora perché dovrebbe volere che i suoi testimoni – anche se non ho ancora capito cos’ha fatto di così grave questo poveretto che non mangia, non beve e guida solo ubriaco – restino celibi?”
“Non è un’imposizione, è una scelta di vita. E’ come essere sposati con lui”
“Ah, quindi lei parla dei PACS. Quella roba lì che si possono sposare anche i gay. E vivete assieme?”
“No, guardi, lei ha proprio capito male: non sono gay”
“E’ mai stato con una donna?”
”No, ma…”
”Allora è gay”
“Ma mi faccia il favore! Le ho detto che non sono gay, perdiana!”
“Allora perché vuole sposarsi con Geova, scusi?”
”Non voglio sposarmi con lui, ho solo detto che è “come essere sposati con lui”. E’ una metafora”
“Beh, se non vuole sposarlo vuol dire che questo Geova non dev’essere un tipo molto per la quale…”
“Invece è un tipo a posto. Che poi… non è un uomo. Ha presente Dio? Ecco, più o meno lui”
“Più o meno? Cosa vuol dire più o meno? O è lui o non è lui. Se è lui si chiama Dio e basta. Che cos’è, un cantante, che si crea uno pseudonimo o un nome d’arte? Cosa fate, andate in giro con le magliette con la sua effige stampata sopra e fate i rave party?”
”No, niente di tutto questo. Noi preghiamo e basta”
“A me pare che lei non stia pregando, ma piuttosto disturbando un passante che si stava facendo bellamente i cavoli suoi, a cui sta raccontando un sacco di fandonie su uno che si fa chiamare con un nome diverso dal suo, che non ha combinato niente di grave però va ai rave-party, però è anche buono, non mangia, non beve e non guida però ha bisogno che qualcuno lo testimoni. Scusi, è come se io andassi a messa e quando passa il cestino delle offerte, dopo aver messo ben 10 euri, mi alzassi in piedi gridando: Guardatemi, guardatemi, ho messo 10 euri, sono il migliore, sono il più buono, non trombo da 2 mesi e mezzo ma mi raccomando: non sono gay!”
“Guardi che “Geova” è solo un altro nome per definire Dio”
“Cioè lei mi vuole dire che quando nacque Dio i suoi genitori andarono all’anagrafe universale e lo registrarono con più nomi? Tipo: “Salve, sono il padre di Dio, il creatore dell’universo. In realtà non dovrei essere qui, perché Dio non mi ha ancora creato, ma per ovviare a fraintendimenti futuri vorrei registrare mio figlio con i seguenti nomi: Dio, Geova, Javè, Buddha, Maometto, Krishna e Superpippo. Sa gli piacciono le noccioline…”
“Non so se sia andata così o meno, ma per noi si chiama Geova”
“E allora per me si chiama Arturo e sono il suo testimone. Come la mettiamo?”
”La mettiamo che Arturo non esiste. Non esiste nessun Dio che si chiama Arturo, via…”
“Beh, io non ho nemmeno mai visto Geova, se è per questo”
“E difatti non lo vedrà mai!”
”E allora per chi sta testimoniando, scusi???”
“Non lo so, ok?? Non lo so!!! Mi hanno detto: Vai per le strade, ferma la gente e affibbiagli uno di questi volantini del cazzo su questa torre con questa guardia che tutto vede e tutto provvede, ok? Parla del leone e dell’agnello e di quel tempo che verrà in cui entrambi vivranno felici l’uno accanto all’altro, che peraltro se guarda il programma della Colò già succede. Pensi, io nemmeno volevo farlo, il testimone. Mi sarebbe piaciuto laurearmi in fisica nucleare o in conservazione dei beni e invece no, ho avuto la sfiga di nascere testimone e dovrò morire testimone. Fra l’altro, nemmeno mi pagano, lo sa? Niente, manco un centesimo. Tutto quello che riesco a racimolare dalla pseudo-vendita di questi cazzo di volantini li devo versare in una cassa comune. Mi piacerebbe tanto vestire alla moda, cosa crede? Invece no, devo andare in giro vestito come se fossi appena uscito da un film degli anni cinquanta, per giunta nemmeno nel pieno del boom economico. Mi faccio pena da solo ma cos’altro posso fare? Fra noi testimoni non si usa stare al passo coi tempi, abbiamo un unico stilista che è anche quello che dipinge queste vignette su questo cazzo di volantino, ok? Mi hanno detto “devi dire questo e quello, devi fare il lavaggio del cervello alla gente“ ma non mi avevano detto che avrei avuto la sfiga di incontrare gente che si mettesse a fare tutte queste questioni. Pensavo di impiegarci un paio di minuti, il tempo di dire quattro fregnacce, di sganciare una Torre e racimolare qualche spicciolo per un caffè – che detto per inciso non potrei nemmeno bere, ma tanto ormai sono già nervoso, quindi... Inoltre, oggi è il primo giorno in cui esco da solo e sono già esaurito per colpa sua. Tutte queste domande, tutti questi dubbi… Non poteva prendere sto cazzo di volantino e andarsene?”
“Lei ha detto 4 volte cazzo”
“Davvero?”
“Giuro.Li ho contati”
“Oddio. Anzi, Oggeova… noi non diciamo parolacce. Adesso dovranno espellermi dalla congregazione”
“Ottimo. Io gestisco una jeanseria che…”

Turing

“Benvenuti a questa nuova puntata di “La tecnologia ci prende per il culo?” Oggi abbiamo in studio l’inventore del Test di Turing, ovvero il signor Turing. Signor Turing, come le è venuto in mente di creare un test per capire se una macchina sia in grado di pensare in maniera autonoma e di sostituirsi all’uomo? ”

“La ringrazio per la domanda. Vede, può succedere, ultimamente, che vengano portate a termine registrazioni da parte di software automatizzati, che potrebbero, per esempio, registrare migliaia di nuovi indirizzi email al giorno che poi utilizzano per inviare quelle che noi chiamiamo mail “spam”. Il mio test presuppone che le immagini distorte che dobbiamo copiare quando, per esempio, ci dobbiamo registrare su un sito, impediscano, appunto, un riconoscimento in automatico da parte di un software”

“Signor Turing, lei ci parla di immagini distorte: ci può spiegare precisamente come funziona questo test?”

“La ringrazio per la domanda. Per chi non lo sapesse, il mio test si prefigge di capire se una macchina sia in grado di pensare. A questo proposito ho ideato le immagini CAPTCHA, il cui acronimo significa: Come? Accidenti! Peddavero? Tienimi! Che? Hai che? Anvedi! Solo che siccome in italiano non aveva la stessa forza che in inglese, ho deciso di tradurlo in: Completely Automated Public Turing test to tell Computers and Humans Apart, perché anche questa è una tattica per fuorviare la macchina e fargli credere una cosa anziché un’altra. Sono, appunto, le immagini distorte di cui parla lei”

“Macchine pensanti! Penso che il solo pensiero che le macchine possano pensare è alquanto inquietante... Pensi: quando le è capitato di pensare che le macchine stessero pensando autonomamente?”

“La ringrazio per la domanda. Il primo sentore che le macchine stessero pensando autonomamente lo ebbi quella volta in cui il tostapane in cui avevo inserito una fetta di pane bianco mi restituì una fetta di pane ai cereali, imburrata e marmellata con il mio gusto preferito, frutti di bosco e cannella, gusto peraltro introvabile”

“Un episodio eccezionale! Cioè, a chi non piacerebbe avere delle macchine che riescono a risolvere da sè dei problemi di ordinaria amministrazione?”

“La ringrazio per la domanda. E’ vero, piacerebbe a tutti, ma non ho finito di dirle com’è andata. Il tostapane, dopo avermi restituito la fettina di pane, l’ha incenerita con un raggio laser che ha diviso in due il tavolo con ripiano in granito spesso 8 centimetri ed è fuggito, poi, dalla porticina basculante che il mio gatto usa per uscire in giardino. Mi reputo fortunato a non aver riportato conseguenze”

“Diamine, la questione si fa seria. Ma qui, allora, non si parla di macchine tipo computer, bensì di macchinari che tutti, più o meno, abbiamo in casa o di cui usufruiamo quotidianamente, giusto?”

“La ringrazio per la domanda. In effetti un altro sintomo che le cose stessero prendendo una piega diversa lo ebbi quella volta che andai a prelevare. Avevo digitato tutto correttamente ma la macchina mi erogò delle banconote da 50 petrodollari sul cui sfondo campeggiava un primo piano di Paperino col dito medio alzato, e quando richiesi la ricevuta sentii distintamente provenire dal bancomat una risata sarcastica. Sul cedolino lessi la scritta: sei un pezzente”

“Beh, ma questi, però, se mi permette, sono episodi isolati. Non crede ci vogliano delle prove più concrete per poter affermare con certezza che le macchine stiano prendendo il sopravvento?”

“La ringrazio per la domanda. Effettivamente anche io all’inizio ho pensato che si trattasse di episodi sporadici e casuali, ma... la prova che le macchine stavano DAVVERO ragionando autonomamente l’ho avuta quella volta in cui mia figlia diciottenne e neopatentata parcheggiò un mercedes station vagon nello spazio in cui avrebbe potuto starci sì e no una Smart, senza procurare il minimo graffio alla vettura”

“Lei sta dipingendo un panorama agghiacciante! Mentre è plausibilissimo pensare ad una bancomat che emette Petrodollari al posto di euro, è assolutamente impossibile pensare che una neopatentata riesca a fare ciò che ha fatto sua figlia...”

“La ringrazio per la domanda. A...”

“Guardi che non era una domanda...”

“A no?”

“La ringrazio per la domanda. Per terminare quest’intervista, le chiedo un’ultima cosa: secondo Lei, questo CAPTCHA può essere la tecnologia che tutti stavamo aspettando, ovvero il meccanismo che ci aiuta a capire quando sono le macchine ad intervenire al posto dell’essere umano?”

“La ringrazio per la domanda. Se il mio PC mi restituisse il CD in cui ho registrato tutti i miei dati, oltreché il criceto, il cane bassotto e la mia collezione di bottiglie mignon di liquori asiatici, credo proprio di sì...”