venerdì 26 settembre 2008

Controlli

“Avanti il prossimo!”
“Sera, Dottore”
“Prego, si accomodi. Allora, mi dica, qual’è il problema?”
“Ecco, vede, dottore, credo di dover sistemare la vista”
“Beh, sono un oculista, è il mio campo. Che sintomi ha?”
“A dire la verità nessuno”
“Come nessuno?”
“Nessuno. Ci vedo benissimo, centro una mela a 300 metri di distanza, riesco a scorgere una sagoma anche al buio e via discorrendo”
“Allora, scusi, non capisco in cosa posso esserle utile”
“Perché tutti mi dicono che sono cieco”
“Quanti sono questi?”
“Due. Se contiamo anche il moncherino del mignolo che le hanno ricucito con 3 punti di sutura e che ha la pelle leggermente screpolata verso l’esterno, due e mezzo”
“Ah-ehm... a me sembra che lei ci veda benissimo”
“E’ quello che dico anche io, ma la gente si ostina a dire che sono cieco!”
“Beh, compiliamo la scheda, intanto: nome e cognome?”
“Eros”
“Eros e poi?”
“Eros e basta”
“Ebasta di cognome?”
“Ma no, mi chiamo solo Eros. Non ho cognome”
“Impossibile”
“Ma ha capito chi sono?”
“Dovrei?”
“Santa patata! Sono Eros, il Dio dell’Amore!”
“Eros il dio del... mi sta prendendo in giro? Eros è un amorino con lenzuolino bianco legato ai fianchi, la faretra sulla schiena e un arco con freccia pronta a scoccare”
“Ma secondo lei, se mi presentavo qui come dice lei crede che mi avrebbero fatto passare? Sarei stato sommerso da richieste”
“Uhm... in effetti. Quindi lei vorrebbe dirmi che non è cieco?”
“Non lo sono, gliel’ho appena dimostrato”
“Vero, già. Eppure lo sanno tutti che l’Amore è cieco”
“La vogliamo smettere? Ci vedo benissimo. Prima la gente si innamora, poi dà la colpa a me”
“Perché, non è forse così?”
“Certo che non è così. Le spiego: sono in giro per i fatti miei, bello contento, no? Mi sto godendo una bella giornata di sole quando ad un tratto sento il pensiero della ragazza che mi passa accanto che dice “Ah, se solo il mio capufficio si accorgesse che esisto... Se solo mi amasse!” E io, che sono preciso e ligio al dovere, a desiderio rispondo. Seguo la donzelletta fin nel suo ufficio, la vedo sdilinquirsi davanti al capufficio, recupero arco e frecce e colpisco. Il capufficio finalmente si accorge della ragazza e dopo un minimo scambio di convenevoli e battutine di basso cabaret la invita ad uscire. I due escono, passano una bella serata, cenano, poi vanno in un pub e qui vengono serviti da un cameriere che definire marcantonio è un eufemismo: due bicipiti così, roba da 15 ore in palestra se non di più. Mi accorgo che le intenzioni della donzella vacillano, non è più così convinta che il capufficio sia un esemplare così interessante, forse per via dell’incipiente calvizie o per il fatto che ha l’ascella leggermente pezzata, non saprei. Fatto sta che quello che prima le sembrava una creatura angelica comincia a sembrare un servo muto con degli abiti gettati sopra. Annaspo cercando una soluzione, perché, deve capire, il poverino ormai è cotto marcio, quando colpisco colpisco e non c’è verso di tornare indietro. Allora mi guardo intorno e scorgo una ragazza che sbava per il cameriere e pensa “Dio, quanti figli vorrei farci con uno così. Se il bicipite è così grosso figuriamoci il resto”. Ora, forse le ragazze non sanno che i palestrati hanno grosso di tutto fuorché “quello”, ma non è un problema mio, quindi passo al contrattacco e ZAC! colpisco il cameriere. Il problema è che il cameriere stava pensando “Carino questo tipino con calvizie incipiente” e si ritrova innamorato del capufficio. Naturalmente il capufficio non ha occhi che per la sua segretaria, quindi il bibendum vivente non può far altro che attirare l’attenzione dello stempiato versandogli da bere addosso e cercando di pulirlo maldestramente. Così facendo si rende conto che il capufficio stempiato modello servomuto FoppaPedretti, lì sotto è entusiasticamente fornito e il cameriere si lascia sfuggire un gridolino che non passa inosservato al padrone del locale, un tipo alla Danny De Vito ma più grasso e meno simpatico, che si avvicina al loro tavolo e si accorge della ragazza. In quel preciso istante pensa “Diamine, che sventola! Di una così potrei anche innamorarmi, se non mi stanco dopo il secondo appuntamento”. Cosa posso fare, in questo frangente? Estraggo nuovamente l’arco e scocco. Per un attimo ho il timore di aver sbagliato perché la segretaria si accorge sì del boss del locale ma pare che il tizio non gli piaccia. Sudo freddo... in quel momento il ragionevole dubbio che la gente abbia ragione si fa strada nella mia mente, poi accade qualcosa, non so se sia per via del Rolex da 14mila euro che il boss ha al polso o altro, fatto sta che la ragazza pare interessarsi al corpulento latin-lover. Comincio a pensare di aver terminato il mio lavoro quando mi accorgo che la ragazza che sbavava per il cameriere è l’unica che ancora non ho accontentato quindi imbraccio di nuovo l’arco e ZAC! colpisco di nuovo. Peccato che in quel momento lei stava pensando con livore alla sua vicina di casa, quella che le scrolla la tovaglia sul balcone riempiendoglielo costantemente di briciole e scopro con orrore che, dopo il mio scocco andato a segno, sta rimuginando di tornare a casa dalla vicina per farsi sbriciolare addosso un intero pane pugliese, non prima, però, di averlo spalmato di Nutella, panna montata e frutti di bosco vari. Insomma, a fine della serata ho: un capufficio superdotato innamorato della sua segretaria che è innamorata del titolare del pub che licenzierà per comportamento indegno il cameriere che si è innamorato del capufficio mentre una cliente si beccherà un sonoro due di picche dalla vicina sbriciolosa perché qualche settimana fa la stessa vicina di casa è stata da me colpita da un amorevole dardo perché il lattoniere che sta posando i tubi della fogna sotto la di lei casa se n’è invanghito vedendola scrollare la tovaglia al balcone. Capisce?”
“Veramente non saprei... cosa intende dire?”
“Intendo dire che non è colpa mia, ma vostra!”
“Nostra? Cioè, la colpa è nostra se ci innamoriamo non ricambiati o della persona sbagliata?”
“Già. E’ proprio quello che intendo”
“Mi faccia capire... quindi lei vorrebbe dirmi che qualche anno fa, mentre facevo jogging al parco e mi facevo bellamente i fatti miei pensando alla spider nuovo modello che avevo intenzione di comprare, la mia futura moglie, vedendomi, ha espresso il desiderio di accoppiarsi con me e lei, ligio al dovere, mi ha centrato con una delle sue frecce facendomi capitolare?”
“Immagino sia andata esattamente così”
“Il fatto che fossi gay per lei non è stato minimamente un ostacolo, giusto?”
“Gay? Ma... io non...”
“E il fatto che adesso, quando mia moglie è via per lavoro, io indossi i suoi vestiti, nemmeno questo le importa, giusto?”
“... non potevo immaginare...”
“E il fatto che debba incontrare il mio amante di nascosto, inventarmi viaggi di lavoro, straordinari, congressi medici e che spenda un sacco di soldi in motel e alberghetti di terz’ordine per non dare àdito a pettegolezzi, non le ha mai sfiorato la coscienza, giusto?”
“... beh, ecco, io...”
“E il fatto che io abbia dovuto snaturare la mia inclinazione sessuale e vivere tutti questi anni sentendomi inadatto a ricoprire il ruolo che lei mi ha obbligato a sostenere, non la fa punto sentire in colpa?”
“Ma non potevo sapere... ho fatto solo il mio lavoro...”
“Il suo lavoro mi ha rovinato la vita!”
“Non dica così... in fondo sua moglie la ama!”
“E io amo un lattoniere!”
“... Prendo quelli con la montatura grossa. Quant’è?”

3 commenti:

"PG" ha detto...

Come dice una mia carissima amica, "non sono le persone sbagliate ma gli accoppiamenti".

Gloria ha detto...

Effettivamente... :D

Anonimo ha detto...

Gbr y ycn e franksxxxlinks, franksxxxlinks. Wnk n, omc vutymg|fyx okfvgxd g gi ly.