Dopo l'intervista a Dio e quella al Bosone di Higgs, finalmente l'intervista all'inventore dell'Universo.
Intervista a Chuck Norris
Domanda: E’ un onore poterla intervistare. Poco fa ho incontrato il bosone di Higgs che mi ha fatto un’eccezionale dichiarazione: dice che l’universo l’ha inventato lei.
Chuck: Il bosone? Simpatico ragazzo...
Domanda: Quindi? Cosa mi dice, è vero o no?
Chuck: Inventato è una parola grossa, diciamo che l’idea è mia, ecco. Ho rigettato le basi.
Domanda: Come? Rigettato? Beh, modestissimo, come sempre.
Chuck: E’ un po’ la mia caratteristica pecuniare.
Domanda: Pecuniare?
Chuck: Sì, da pecuniarità. Quando uno ha una dote o un’abilità particolare che lo contraddistingue.
Domanda: Ah, sì, capisco... ehm... E come l’è venuta l’idea di creare l’universo?
Chuck: E’ stata un’illuminazione. Nel senso che ero lì, nello spazio vuoto e nel buio totale e non avevo nient’altro da fare che girare i pollici in senso orario. Dopo circa due millenni di senso orario, mi misi a girarli in senso antiorario e scoprii di aver inventato la retromarcia. Dopo circa quattro o cinque millenni, non saprei dirle precisamente quanto anche perché la matematica, al contrario della letteratura, non è il mio forte, decisi che era ora di sgranchirmi anche le gambe. All’epoca ero solamente un ectorplasma e...
Domanda: Un ectorche?
Chuck: Un ECTORPLASMA. Un’entità senza capo nè coda, nè carne, nè pesce, nè companatico, ha presente? Beh, insomma, in qualità di entità senza corpo ma solo spirito, decisi che dovevo elevare la mia situazione corporea e passare ad una più materiale e solidificata, anche perché altrimenti non sarei mai riuscito a fare sesso. Ma questo è un altro discorso.
Domanda: Scusi se mi permetto, signor Norris, ma da quel che ricordo io lei non ha mai fatto sesso.
Chuck: Ah, no? Ecco cos’ho dimenticato di fare, allora! Comunque..., dopo aver dato una forma ben fatta e muscolosa al mio nuovo corpo, scoprii quanto era bello fare attività fisica. L’unico problema era che in totale assenza di gravità non riuscivo mai a capire qual era il sopra e quale il sotto, così pensai che dovevo assolutamente creare qualcos’altro di materiale, oltre me, per poter avere sotto i piedi della sostanza concreta su cui correre, saltare, dormire e fare sesso.
Domanda: Le ricordo che non ha mai fatto sesso.
Chuck: Ah, vero. Ha fatto bene a ricordarmelo, ora me lo segno. Dicevo, mentre vagavo senza meta per l’universo, scorgetti da lontano...
Domanda: Scorgetti?
Chuck: Sì, perché?
Domanda: Niente, niente, prosegua pure.
Chuck: ... scorgetti l’insegna di questo pub ai confini dell’universo che non era ancora stato creato, cosa che io sapevo benissimo perché sull’insegna c’era scritto “L’universo che non è ancora stato creato”, e mentre mi appropinquavo seco, meco, teco, udii distintamente una risata Rufuliana provenire dal locale. Il mio sesto o ottavo senso, non ricordo bene, mi disse che qualcuno era in pericolo e aveva bisogno di aiuto, così mi misi a cercare un telefono, un cellulare o anche solo un piccione viaggiatore, ma niente. Mi appuntai di contattare, in seguito, un tale Mc Gyver che mi hanno detto facesse miracoli con dello spago e un paio di fiammiferi... Tengo a precisare, comunque, che all’epoca del fattaccio il mio corpo era ancora in garanzia, non sapevo come funzionasse, quindi ero abbastanza impacciato nei movimenti...
Domanda: Ma come, lei non è sempre stato così come siamo abituati a conoscerla? Fisico scultoreo, scatto felino e mascella da primate?
Chuck: Eh, no. Anche io sono stato una merdina, da giovane. Proprio come lei.
Domanda: Scusi, ma qui non si sta parlando di me.
Chuck: Verissimo, ma mi creda, lei avrebbe bisogno di fare un po’ di palestra.
Domanda: Non divaghiamo.
Chuck: Beh, non conoscevo ancora le potenzialità di questo mio corpo splendidamente ben fatto e muscoloso, quindi dopo aver aperto le porte del pub - che erano simili a quelle dei saloon del Far West, ha presente? Di quelle che se non stai attento te le ritrovi di botto nella schiena - mi ritrovai le porte di botto nella schiena e il colpo mi fece scapicollare verso il centro della sala, non prima, però, di aver inciampato coi miei camperos nella zampa di uno sgabello. L’urto fu così violento che uno dei miei camperos da 2000 dollari si sfilò dal mio piede perfetto e muscoloso e venne lanciato in aria in direzione del Rufuliano. Nel suo roteare sibilando, il camperos colpì prima il muro in cui quel simpatico Bosone si trovava incastrato, poi il Rufuliano, uccidendolo all’istante, infine il barista, che morì di vecchiaia qualche anno più tardi. C’è da ringraziare che ho solo due piedi, altrimenti avrei fatto un’ecatrombe...
Domanda: Eca... Ma quindi, scusi, mi faccia capire... non fu lei, con un calcio rotante, a liberare il Bosone?
Chuck: Eh, no... Pensi, ancora adesso io non so come si faccia un calcio rotante; di solito quelli li fa la mia controfigura.
Domanda: Lei... ha una controfigura? Abbiamo sempre pensato che fosse sempre lei a girare anche le scene più pericolose dei suoi telefilm e adesso salta fuori che ha una controfigura?
Chuck: Guardi, a me sarebbe piaciuto farli da me, ma ho fatto solo 4 anni di danza classica e...
Domanda: Danza CLASSICA????
Chuck: Ma certo!!! Avevo già preso il diploma in punto croce, terzo livello, frequentato il corso di statuine del presepe in pasta di sale, quello di acconciatura estrema senza bigodini e quello sulla french manicure... mi mancava solo la danza classica, per essere un attore completo, no?
Domanda: Scusi, ma allora la sua controfigura chi è?
Chuck: Non lo so, non l’ho mai vista in faccia... Però so come si chiama.
Domanda: Come?
Chuck: Suor Germana.
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