giovedì 17 luglio 2008

Non è mai troppo tardi

“Maria, ier sera hù fa petting”
“Cusa t'è fat cus'é? Petting? E con chi?”
“Cun la televisiùn”
“La televisiùn? T'avaré fa zapping, non petting, 'gnuranta!”
“'Gnuranta a chi? Và che mì sun laureada in lingue indostane!”
“Alura và in t'el Indostania a parlare l'indostano”
“Vabbè, me son confonduda. Comunque, prima hù fa ZAPPING, però siccome gh'era gnent de bell in TV hù ciamà el Carlett”
“Il Carlett? Quel che'l giuga semper a cart a la bocciofila?”
“Propi lù”
“E avì fa cus'è?”
“'Em fa PETTING”
“Uè, Belinda, t'al sé cosa significa petting?”
“Ma sì, Maria! Sun minga nata ier, no? Ci siamo cincischiati un po'...”
“E poi?”
“E poi siccome al Carlett el ghe tira minga, g'hù fa un caferìn e l'ho rimandato alla bocciofila”
“Ussingùr...”
“'petta che non è mica finita!”
“'ste cumbinà cus'è, ancamò?”
“Vist che urmai a s'eri tutta scumbusolada, hù ciamà el Renzo”
“Ma chi? Quel che'l giuga a cart col Carlett?”
“Già. Lù”
“Lasum induinà...”
“Eh, ci siamo cincischiati un cicinìn anca col Renzo”
“Sperém ca la sia andada ben, stavolta...”
“Maché! 'Na delusiuuuuun...”
“Beh, Maria, te saret minga nata ier, ma in quant a furbizia, lasciatelo dire...”
“Petta! Ci ho dato un bicerìn de rosolio, così da far finta che fosse tutt a post e l'ho rimandato in bocciofila”
“Anca lù?”
“Eh, beh, l'era el cumpagn del Carlett!”
“E po'? Te s'è andada in lett?”
“Macché! S'eri lì tutta imbastida, no? Pensa che ti ripensa, m'è vegnù in mente che l'Oreste...”
“Quel che'l giuga col Carlett e il Renzo”
“Eh, brava! Qualche temp fa el me faseva la cùrt... alura l'hù ciamà”
“E lù?”
“L'è vegnù a truamm. Insomma... dagg un basìn, ciapane n'alter, tocca di qui, tocca de là... quand che sun 'rivada alla “situasiun”... gh'era gnent de tucà”
“Maria... oramai te duaria savel: l'omm, pasà i sesantacinc'ann l'è minga tanto... come dire, afidabile”
“E difatt, siccome a quel punt s'eri ecitada come un muflone durante il periodo dell'estro, hù ciamà el Benito”
“Benito? Benito il papà del Carletto?”
“Propi lù!”
“Uè, ma te s'è diventà scema?”
“Scema? Patapem patapim, patapem patapim, se ghe disevi minga basta s'eri ancamò adree a pitampare!”
“... eh, beh... l'uomo maturo l'è semper una garanzia...”

venerdì 11 luglio 2008

PreTesti!

Amici! Le fatiche prima o poi vengono premiate.
Avete presente il concorso PreTesti organizzato dal sito de "Le Befane"? Hanno pubblicato la prima edizione cartacea che distribuiranno presso il centro commerciale e che è anche scaricabile onlain e...

squillino i tamburi - rullino le trombe...

IL MIO RACCONTO C'E'!!!!
Sono la seconda pubblicata nella sezione 6000 battute, con lo pseudonimo di Adrenalyne66!

Grassssie, grasssie, basta applausi, grassssie... :D

giovedì 10 luglio 2008

Alla Pimpa non piacciono le caramelle alla menta

La questione era tutta lì, in quella parola: “idiota”.
Il corpo della cassiera se ne stava riverso tra lo scaffale delle guide turistiche e la sezione di libri per bambini. Poco distante dal cadavere, la scaletta di metallo a tre gradini su cui, quasi sicuramente, la vittima era salita per prelevare un volume, là in alto.
La Papua Nuova Guinea?
Chi mai avrebbe voluto comprare una guida sulla Papua Nuova Guinea, edizione Mondadori 2005?
A novembre, peraltro.
“Sono normalissime puntine da disegno, di quelle che usano i bambini per fissare i fogli, ha presente, ispettore?”
“Ho presente sì. Ma come si può essere così macellai da usarle per scriverle quella parola in faccia?”
In mezzo al sangue che aveva ormai coperto tutto il viso, raggrumandosi poi sui capelli lunghi, si stagliavano le capocchie di plastica colorata delle puntine.
“Ha avuto tutto il tempo per scegliere un colore per ogni lettera. Non dev'essere stato facile farle entrare così profondamente qui, sulla fronte”
“Posso solo supporre che sia stato un gesto dettato da una rabbia cieca. La rabbia ti fa fare cose che ritenevi impensabili. La rabbia e la paura”.
Non aveva l'aria di essere un omicidio premeditato. Se non fosse stato per quella parola tatuatale in faccia a suon di puntine, questo avrebbe potuto essere archiviato come “incidente sul lavoro”. Ma quella parola era lì e aveva sicuramente un significato.
“C'è una cosa che non capisco, ispettore... le impronte digitali presenti sulle puntine sono... piccole!”
“Piccole?”
“Sì, signore. Sono impronte di bambino. Credo possa avere intorno agli otto, dieci anni al massimo”
Non era possibile. Cosa aveva potuto scatenare tanta rabbia, in un bambino così piccolo?
“Il referto del coroner indica che la morte è avvenuta stamane tra le 8 e le 9. Prima dell'apertura del centro commerciale, in pratica”.
“La ragazza era sposata? Aveva figli?”
“Il titolare dice che viveva da sola con un figlio piccolo avuto da una relazione finita male. Non sa dirci nulla di più”
“Il bambino dov'è, adesso?”
“Non lo sappiamo. Tutte le mattine, prima di aprire il negozio, la donna era solita portare il figlio a scuola. Abbiamo controllato, però oggi c'è un'assemblea d'istituto, quindi il bambino non si trova”.
“Altri parenti?”
“Nessuno. Si era trasferita qui circa un anno e mezzo fa. Da sola”.
Non doveva aver avuto una vita molto facile. Un figlio piccolo da mantenere, ore ed ore di lavoro per guadagnare di che vivere degnamente, fare in modo che al figlio non mancasse niente. Di quante cose si era dovuta privare, quella ragazza?
“Ispettore? Venga, per favore...”
La faccia del bambino che attendeva sull'entrata era seria, ma non presentava segni di pianto. Più che altro, il bambino era arrabbiato. Teneva stretto a sé un pelouche raffigurante un cagnone bianco a pois arancioni. Le dita del bambino, strette nervosamente attorno al gioco, erano sporche di sangue. Trovarsi faccia a faccia con un assassino così piccolo dava le vertigini.
“Non è vero che alla Pimpa non piace la menta. E' solo una scusa per non comprarci le caramelle”.
Non riesco a rispondere. Non trovo nemmeno la forza di allungare una mano, di accarezzare quel visetto arrabbiato dietro cui si cela un cervello così ingenuamente diabolico. Quanto sta diventando precocemente marcio, questo mondo? Non trovo nessuna giustificazione plausibile, non riesco a capacitarmi di tutto questo.
“Chiami i servizi sociali, Bartoli”.
Giro le spalle, sperando che nessuno si accorga dei miei occhi lucidi.

(scritto per il concorso Pre-testi)

martedì 8 luglio 2008

E per la notte rosa...

“Buongiorno, mi scusi, cercavo qualcosa di rosa per festeggiare la notte rosa”
“Ma va? E' la prima che me lo chiede! Qualcosa di rosa... cosa?”
“Beh, qualsiasi cosa”
“Qualsiasi? Allora abbiamo questa batteria di pentole in gres porcellanato, rosa antico, che...”
“Le pentole preferirei di no. Pesano. Mi ci vede ad andare in giro per Riccione con una batteria di pentole?”
“Allora guardi, potrei darle questo ventilatore a piantana rosa shocking...”
“Ehm... guardi, è bellissimo, eh? Ma io pensavo a qualcosa di più... maneggevole”
“Capisco. Che ne dice di questa peonia a petali rosa screziati fucsia?”
“E' viva?”
“Certamente”
“Grazie, ma non mi ci vedo ad andare in giro con una piantina viva. Rischio di dimenticarmela in giro e mi dispiacerebbe”
“Giusta considerazione. Abbiamo questa simpatica macchina per pop-corn a forma di maialino...”
“No, ecco, vede... io ci vorrei andare in giro, con questo qualcosa di rosa”
“Beh, ma questa la può portare dove desidera, sa?”
“Non capisce: vorrei qualcosa con cui addobbarmi”
“E che cos'è? Un albero di natale?”
“No, ma... insomma, qualcosa da indossare!”
“E perché mi ha detto che le andava bene qualsiasi cosa, scusi?”
“Perché pensavo si capisse, che ci arrivasse da solo”
“E secondo lei io dovrei leggere nel pensiero di chiunque venga qui alle Befane?”
“No, ma...”
“Appunto! Ora, se vuole essere più specifica...”
“... qualcosa da indossare. Non so, un foulard, un cerchietto, una cintura, un accessorio...”
“Questo, per lei, è essere più specifici?”
“Rispetto a prima, direi di sì”
“Capisco. Allora... abbiamo questo foulard in seta cotta, 79 euri”
“Troppo caro”
“Cintura in finta tartaruga, vera ecopelle garantita 10 anni”
“Troppo finta”
“Cerchietto “Winx” con orecchie di peluches”
“Troppo fantasy”
“Calzini a rete larga con filo dorato”
“Troppo corti”
“Profumo “Rose is a Rose is a Rose” di notissima casa profumiera francese”
“Troppo etereo”
“Orecchini in madreperla a forma di conchiglia”
“Troppo marini”
“Guepiere in pizzo e raso con reggicalze”
“Troppo volgare”
“Boa di struzzo lunghezza metri due”
“Troppo struzzo”
“Pin “Think Pink” originale USA”
“Troppo america”
“Braccialetto con campanellini attira angelo custode”
“Troppo religioso”
“Pinocchietto stile anni '60 con tasche a sbuffo”
“Troppo vintage”
“Smalto per unghie effetto madreperlato”
“Troppo cosmetico”
“Occhiale da sole con montatura colorata e strass”
“Troppo Mughini”
“Cappello in paglia a tesa larga con coroncina di fiori secchi”
“Troppo bucolico”
“Pochette in vernice con borchie e zip argentata”
“Troppo fashion”
“Infradito in corda e cuoio con impunture a vista”
“Troppo stilose”
“Un bel vaffanculo incartato con amore?”
“... il foulard è di Hermès?”

venerdì 4 luglio 2008

Domanda

Martedì di un mese imprecisato
Oggi mi sono cadute le impronte digitali. Le ho trovate sparpagliate un po' ai piedi del letto e un po' tra le lenzuola. Solo... ne manca una. Quella dell'anulare sinistro. Dev'esserci qualcosa di significativo, in questo. Che l'abbia mangiata durante la notte? Eppure non sento nessuno strano sapore in bocca. Le impronte dovrebbero avere un sapore molto particolare, che so? Di francobollo, per esempio. La parte stampata, però, non quella con la colla.

Il giorno dopo martedì, stesso mese
Dopo la perdita di tutta la peluria, i pori si sono chiusi. Adesso sono liscio, senza imperfezioni. Ovunque io passi la mano sento solamente questa superficie morbida e vellutata. Spariti anche i nei e le piccole cicatrici che mi ero fatto in tutti questi anni. Oddio, e se poi sudo?

Giovedì o venerdì o sabato o domenica
L'infermiere non mi ha visto. E' entrato, ha appoggiato le pastiglie sul comodino, assieme al bicchiere pieno d'acqua ed è uscito. Naturale, mi sono mimetizzato con la parete! Adesso ho capito come ci si sente nella parte del camaleonte: la parete è bianca, io sono bianco. Avevo gli occhi azzurri, una volta. Il bianco gli dona uno strano bagliore, adesso. Beh, in effetti posso solo immaginarlo perché non ho specchi, qui, ma se ce ne fosse uno riuscirei a mimetizzarmi anche in quello.

Un giorno
Lo sapevo, prima o poi doveva succedere. Non ho più né pene né palle. Stanotte sono andato a far pipì e stamattina non li avevo più. Li ho cercati dappertutto ma non li trovo! Accidenti a me e a quando ho deciso di mimetizzarmi. Qui è tutto bianco: pareti, letto, comodino, armadietto, asciugamani, sanitari! Il bianco è alienante. C'è da impazzire!

Oggi
Che fatica scrivere con la bocca. O con quello che ne rimane. Ho perso le mani, i piedi, gli avambracci e le gambe, fino alle ginocchia. Sono scomparse le palpebre, le orecchie e il naso. Fortunatamente in queste condizioni non ho bisogno di respirare, altrimenti sarei già morto. Credo di non avere nemmeno più gli organi interni. Prima, nel silenzio totale, ho sentito che non ho più il battito cardiaco. Poco male, si vede che non era importante. Ma le labbra... perché quelle restano?

...
Ma quando si è morti, si continua a pensare?