giovedì 10 luglio 2008

Alla Pimpa non piacciono le caramelle alla menta

La questione era tutta lì, in quella parola: “idiota”.
Il corpo della cassiera se ne stava riverso tra lo scaffale delle guide turistiche e la sezione di libri per bambini. Poco distante dal cadavere, la scaletta di metallo a tre gradini su cui, quasi sicuramente, la vittima era salita per prelevare un volume, là in alto.
La Papua Nuova Guinea?
Chi mai avrebbe voluto comprare una guida sulla Papua Nuova Guinea, edizione Mondadori 2005?
A novembre, peraltro.
“Sono normalissime puntine da disegno, di quelle che usano i bambini per fissare i fogli, ha presente, ispettore?”
“Ho presente sì. Ma come si può essere così macellai da usarle per scriverle quella parola in faccia?”
In mezzo al sangue che aveva ormai coperto tutto il viso, raggrumandosi poi sui capelli lunghi, si stagliavano le capocchie di plastica colorata delle puntine.
“Ha avuto tutto il tempo per scegliere un colore per ogni lettera. Non dev'essere stato facile farle entrare così profondamente qui, sulla fronte”
“Posso solo supporre che sia stato un gesto dettato da una rabbia cieca. La rabbia ti fa fare cose che ritenevi impensabili. La rabbia e la paura”.
Non aveva l'aria di essere un omicidio premeditato. Se non fosse stato per quella parola tatuatale in faccia a suon di puntine, questo avrebbe potuto essere archiviato come “incidente sul lavoro”. Ma quella parola era lì e aveva sicuramente un significato.
“C'è una cosa che non capisco, ispettore... le impronte digitali presenti sulle puntine sono... piccole!”
“Piccole?”
“Sì, signore. Sono impronte di bambino. Credo possa avere intorno agli otto, dieci anni al massimo”
Non era possibile. Cosa aveva potuto scatenare tanta rabbia, in un bambino così piccolo?
“Il referto del coroner indica che la morte è avvenuta stamane tra le 8 e le 9. Prima dell'apertura del centro commerciale, in pratica”.
“La ragazza era sposata? Aveva figli?”
“Il titolare dice che viveva da sola con un figlio piccolo avuto da una relazione finita male. Non sa dirci nulla di più”
“Il bambino dov'è, adesso?”
“Non lo sappiamo. Tutte le mattine, prima di aprire il negozio, la donna era solita portare il figlio a scuola. Abbiamo controllato, però oggi c'è un'assemblea d'istituto, quindi il bambino non si trova”.
“Altri parenti?”
“Nessuno. Si era trasferita qui circa un anno e mezzo fa. Da sola”.
Non doveva aver avuto una vita molto facile. Un figlio piccolo da mantenere, ore ed ore di lavoro per guadagnare di che vivere degnamente, fare in modo che al figlio non mancasse niente. Di quante cose si era dovuta privare, quella ragazza?
“Ispettore? Venga, per favore...”
La faccia del bambino che attendeva sull'entrata era seria, ma non presentava segni di pianto. Più che altro, il bambino era arrabbiato. Teneva stretto a sé un pelouche raffigurante un cagnone bianco a pois arancioni. Le dita del bambino, strette nervosamente attorno al gioco, erano sporche di sangue. Trovarsi faccia a faccia con un assassino così piccolo dava le vertigini.
“Non è vero che alla Pimpa non piace la menta. E' solo una scusa per non comprarci le caramelle”.
Non riesco a rispondere. Non trovo nemmeno la forza di allungare una mano, di accarezzare quel visetto arrabbiato dietro cui si cela un cervello così ingenuamente diabolico. Quanto sta diventando precocemente marcio, questo mondo? Non trovo nessuna giustificazione plausibile, non riesco a capacitarmi di tutto questo.
“Chiami i servizi sociali, Bartoli”.
Giro le spalle, sperando che nessuno si accorga dei miei occhi lucidi.

(scritto per il concorso Pre-testi)

3 commenti:

"PG" ha detto...

Ai miei tempi, come si dice, un mio amico se tardava a tornare a casa dalla partitella di pallone, il padre "tirava fuori" la cinta e finiva male... oppure stava senza carne per una settimana. In terza elementare il mio maestro, se facevi casino in classe ti metteva in ginocchio sui ceci (davvero) e nei casi più gravi ti fustigava le nocche delle mani con il manico delle forbici (rigorosamente metalliche)... altri tempi.

Gloria ha detto...

Sai quante botte ho preso, io, col battipanni, gli zoccoli di legno, i mestoli di metallo? Se fosse esistito all'epoca Telefono Azzurro, mia madre si starebbe ancora facendo 20 anni di galera...

"PG" ha detto...

mi ricorda una calebre battuta ne "Un pesce di nome Wanda", quando lei dice: "Scusalo, suo padre lo picchiava da piccolo" e l'altro risponde: "Poco..."