martedì 23 ottobre 2007

Gentile Levi, nè primo ne ultimo, ma molto Franco...

Mi è giunta voce, da parte di un BLOG (ommioddio, un blog? Di chI? Voglio nome e cognome) che lei e Prodi (e mai cognome è stato meno consono) una sera, a cena, non avendo niente di meglio da fare, abbiate avuto la brillante idea di porre un limite alla libertà di parola del popolo italiano.
Ora, considerato che l'Italia è una nazione fondata sul lavoro, democratica, e come tale fautrice della libertà di parola, io mi domando e Le domando: che cazzo avevate bevuto quella sera? Forse che le bollicine dello "sciampagn" vi hanno sfrucugliato i neuroni, se ne avete? Forse che la cena a base di abbacchio, coda alla vaccinara, trionfo di patate in crosta, tiramisù, pesche sciroppate, caffè, ammazzacaffè, macedonia con gelato, pagata con i soldi dei contribuenti, ovvero la stessa gente che dopo avervi sfamato vorrebbero anche avere il diritto di dire la loro, vi sia rimasta leggermente pesante e abbia dato adito a vaneggiamenti da album di fumetti di fantascienza?
Ma dico io, scherziamo?
Che accidenti significa che per aprire un blog devo avere alle spalle una casa editrice e come direttore un giornalista professionista?
Fino al primo punto ancora ancora ci arrivo, abito dietro alla Rizzoli, quindi una casa editrice alle spalle cellho, ma... un giornalista PROFESSIONISTA? Io sono la professionista di me stessa, caro Lei!
Sono io che decido cosa voglio dire e in che forma voglio dirla.
Non le sta bene? Problema suo. Si faccia un bell'esame di coscienza e cerchi di capire da solo cosa la distrurba.
Nel caso domandi, sarò ben lieta di spiegarglielo.
Ora, tornando a toni più blandi, mi dica... ma in Italia c'è davvero bisogno di pensare ai blog? Di trovare il modo di spillar quattrini anche dalle parole virtuali e dagli sfoghi personali che non hanno altro luogo che il web, per esprimersi? Non abbiamo forse cose più importanti a cui pensare?
Che ne so, me ne vengono in mente alcune, ma sono bazzecole, al confronto:
- la mafia
- la camorra
- la pedofilia
- la violenza sulle donne
- la gente che vive ancora nei container a 20 anni dal terremoto
- la gente che vive con una pensione da fame
- le strutture ospedaliere fatiscenti
- gli omicidi nei tribunali
- le forze dell'ordine bistrattate
- le auto blu superaccessoriate e, per contro, la mancanza di scorta armata per chi denuncia i mafiosi
- l'educazione scolastica con professori indegni e incapaci persino di parlare in italiano corretto
- il razzismo
- l'intolleranza religiosa
- l'aumento indiscriminato dei prezzi degli alimenti di base
- il carobenzina
- l'incapacità di trovare forme alternative di energia quando, invece, già esistono ma non sono "proficue"
- dipendenti pubblici fancazzisti con stipendi troppo alti rispetto alle reali capacità e professionalità.

E questo solo per citarne alcuni.
Ma mi rendo conto che lei è troppo impegnato nella sua crociata contro i Blog della povera gente per pensare di applicarsi con proficuo sforzo su altri argomenti.
Come dice?
Non le competono?
Cavoli, sa che ha ragione?
Invece, mi dica, quanto le compete il discorso Internet?
Ce l'ha, lei, un blog? O glielo scrive qualcun altro?
C'è qualcuno che le dice cosa deve dire e cosa deve fare o è una persona libera, consapevole, nel pieno possesso delle proprie facoltà di libero arbitrio?
No, perché se così non fosse allora ha ragione lei.
Ha ragione quando le si strizza il bucodelculo al pensiero che qualcun altro più libero di lei possa permettersi di dire la propria senza che nessuno gli tappi la bocca.
Invece, diamine, che bello poter censurare il pensiero diverso da suo, vero?
Molto democratico, direi.
Allora Orwell, quando ha scritto 1984, non diceva poi tante cazzate...
Facciamo una bella cosa, Signor Levi Franco... faccia finta di niente, si dia malato, impari a scrivere e si crei un blog in cui dice che è tutta una montatura, che lei non c'entra, che se fosse per lei tutti dovrebbero avere un blog, che ha sempre sostenuto Beppe Grillo, che la gente che si lamenta fa bene perché bisogna rifare un'Italia nuova che abbia più rispetto per il pensiero dell'uomo comune.
Non è difficile. Ci vuole provare?
Suvvia, vada alla camera, al parlamento, si faccia una bella risata e dica che ha scherzato, che voleva vedere se se la sarebbero bevuta una baggianata simile.
Perché è una baggianata, lo sa anche lei, vero?
Suvvia, faccia il bravo... lo dica che è tutto uno scherzo.
Io continuerò a scrivere sul mio blog, sa?
E non le dico cosa scriverò, vediamo se anche il mio blog di racconti le fa così paura...
Bubusettete!
Gloria

lunedì 22 ottobre 2007

Test: sei pantera o pantegana?

Sei in un bar e incontri l’uomo della tua vita. Come lo riconosci?
a) Dal suo profumo di marca, dal vestito firmato semplicemente impeccabile, dal rigonfiamento nel cavallo dei pantaloni che ti fa presagire momenti da “Mille e una notte” e dal rigonfiamento nella tasca posteriore che presuppone una rendita mica male...
b ) Appena ti vede ti apostrofa con un “Tipa, c’hai qualche spicciolo?” e tu non resisti al suo profumo che è un misto tra l’eau de Cassonett e l’Arbre magique alla vaniglia calpestato con gli stivali che hai usato al maneggio...
c) Perché, esiste?


Hai deciso di invitare a cena il ragazzo appena conosciuto al supermercato. Con quale menù decidi di stupirlo?
a) Branzino al sale, ratatuille di verdure con salsa alla senape e vinaigrette, mousse di frutti di bosco in crosta, fragole e Champagne. Tutto comprato da Peck, in Duomo, a Milano. Ero al supermercato perché mi ero persa...
b ) Trippa e Bonarda. E se arrivo prima che puliscano la zona del mercato, magari anche dei cachi.
c) Menù? Sono in fasce ascetica, meditazione e incensi. Se ha fame mangia quelli.


Stasera è la grande sera: come ti prepari all’incontro galante?
a) Giornata in beauty-farm: manicure, pedicure, depilazione totale comprese le parti intime, massaggio zonale, linfatico, drenante, ayurvedico, hot-stone, shiatsu, facciale, podale, inguinale (il massaggiatore è davvero un gran bel fusto...)
b ) Depilazione fai-da-te con rischio “mi sono dimenticata il dietro dei polpacci”, strappo dei baffetti, strappo delle sopracciglia, spremitura di brufoli e punti neri e sciacquatina di ascelle, tanto il sesso orale la prima volta non si fa...
c) Se mi vuole è perché gli piaccio come sono, pelo a pelo.


Dopo la serata, lui non si fa vivo. Cosa fai?
a) Non lo cerco. Daltronde sono solo 5 ore che non ci vediamo. Chiamerà lui. Deve. Ha dimenticato il portafoglio a casa mia, dopo che l’ho lasciato inavvertitamente scivolare nella mia borsa.
b ) Non lo cerco. Abbiamo fatto sesso orale e la sua espressione non presagiva niente di buono.
c) Non lo cerco. Non mi ha voluto dare il suo numero di telefono...


MAGGIORANZA DI RISPOSTE A
Pantera: il richiamo dei tuoi ferormoni riesce a catturare anche il maschio più reticente. Sai prenderlo per la gola, per il cavallo dei pantaloni e anche per il portafoglio, che è la cosa a cui tiene di più dopo sua madre e il Ferrari Testarossa. Aggressiva quanto basta, miciona quanto basta, difendi con le unghie e coi denti la tua preda finché non ne vedi apparire una migliore all’orizzonte, dopodiché ti eclissi senza fornire spiegazioni: lui, a quel punto, tirerà un sospiro di sollievo e tornerà alle sue vecchie abitudini: bianco con gli amici e partita di strip-poker il venerdì sera.

MAGGIORANZA DI RISPOSTE B
Pantegana: i tuoi ferormoni sono l’ideale come diserbante, visto che riesci a fare terra bruciata tutt’intorno a te. Se riesci a prendere un uomo, è per la collottola e di solito si divincola talmente tanto che lo liberi immediatamente, prima che i vicini chiamino le forze dell’ordine a causa delle urla disumane provenienti dal tuo appartamento. Non hai bisogno di inventare scuse per lasciare un uomo ma riesci a berti tutte le fregnacce che un uomo ti propina pur di non uscire con te. Il complimento migliore che hai mai ricevuto è: “Hai l’ascella un po’ pezzata o vivi vicino ad una discarica?”

MAGGIORANZA DI RISPOSTE C
Senza definizione. Cosa sei? Sei sicura di essere viva o vegeti e basta? Sai che esistono le creme depilanti e i rasoi o credi di vivere ancora nel giurassico? Esci, vedi gente, fai cose, confrontati col mondo: hanno inventato la TV, esiste internet, in casi estremi vai in una bocciofila e medita sulle palle in movimento, che saranno forse le ultime palle che vedrai. Non soffri di solitudine e gli altri di ciò ti sono grati. Se ti ritirassi in un eremo sull’Everest non se ne accorgerebbe nessuno a parte i Lama ( gli animali, cosa avevi capito? ), che verrebbero a sputarti in faccia nel momento stesso in cui provi ad uscire di casa.

martedì 16 ottobre 2007

Segretarie

“Ti dico che è già da un pezzo che è in bagno…”
“Ma quanto sarà, all’incirca?”
“Più di cinque minuti tutti…”
“E vabbè, non mi sembra il caso di agitarsi per cinque minuti, no? Starà facendo… insomma, ognuno ha i suoi tempi”
“E se fosse morto?”
“Ma dai, su! Non saltare a conclusioni affrettate…”
“Io busso”
“Scusa, prima prova a vedere se si apre la porta, no?”

clac clac

“Questa è chiusa. Provo a bussare”

toc toc toc…

“Niente. Prova con l’altra”

clac clac

“Anche questa è chiusa…”

toc toc toc…

“Direttore, è lì?”
“Niente, non risponde. Te l’ho detto, per me è morto. Di solito è così veloce…”
“Ma tu che ne sai, scusa? Gli cronometri le pisciate?”
“No, però sono mesi che sono la sua assistente personale, conosco le sue abitudini e ti posso dire con certezza che se deve fare qualcosa di… come dire, corposo, preferisce aspettare e andare a casa sua, nel suo bagno…”
“Accipicchia, quanto sei informata”
“Eh, beh… te l’ho detto, sono mesi che lavoro al suo fianco, certe cose le so”
“… quindi adesso che si fa?”
“Non lo so. Sfondiamo la porta? Chiamiamo i vigili del fuoco? Un fabbro?”
“A me lo domandi? Sei tu la sua assistente personale”
“Sì, ma se è morto è morto anche per te, mica solo per me, quindi aiutami”
“Aiutami? Così adesso io dovrei aiutarti! Com’è che quando avevo bisogno io, hai sempre evitato di darmi una mano?”
“Scusa, ma cosa intendi dire?”
“Intendo dire che quando ho chiesto un aumento, tu mi hai detto che non era il momento adatto per fare certe richieste e poi ho scoperto che l’aveva dato a te!”
“Quello è solo un episodio…”
“E quella volta che ti ho dato l’idea del plastificatore che rilega e fascicola i dossier? L’hai spacciata come una tua idea e hai avuto il premio produzione a fine anno. Ma quella era una mia idea!”
“Senti, non mi sembra il caso di stare a cincischiare su queste cose davanti alla morte…”
“Ma no, non sia mai! Secondo te quand’è il momento giusto? E comunque sappi che col nuovo direttore non avrai vita facile…”
“Passiamo alle minacce? Non credere di riuscire a farmi le scarpe, carina…”
“No, no, tesoro, sei tu che non capisci… avevo già cominciato a farmi furba, cosa credi? O pensavi che sarei stata buona buona al mio posto senza reagire?”
“Cosa intendi dire?”
“Intendo dire che avevo una relazione col direttore!”
“Anche tu?”
“Eh? … come sarebbe a di…”
“Brutta puttanella, ecco con chi si vedeva quando non veniva da me!”
“Da te? Aveva una relazione anche con te?”
“Certo, bellezza! Come pensi che abbia fatto ad ottenere tutto quello che ho ottenuto? Quando sono entrata qui dentro non sapevo manco da che parte si apriva un block-notes”
“Però le gambe hai sempre saputo come aprirle, vero?”
“In guerra e in affari tutto è lecito. Se sono più sveglia di te prenditela solo con te stessa”
“A prescindere che non conosci nemmeno i proverbi, si dice “In guerra e in amore tutto è lecito”, capra!”
“Amore? Perché, qui si parla di amore? Dimmi, tu ne eri forse innamorata?”
“Io? Ma sei matta? Di uno cosi, poi. Sempre sudato, con l’alito pesante… A volte era veramente uno strazio stargli vicino, ma volevo diventare la sua nuova assistente e vederti strisciare…”
“Invece adesso è morto, contenta? Dobbiamo fare qualcosa, chiamare qualcuno…”

tric trac
gneeeeeec

“Bene, eccole qui le due sanguisughe, le giovani zoccoline con cui mio marito si divertiva…”
“… ommioddio, signora… no, guardi… non è vero niente, son cose che si dicono…”
“… nei momenti di panico, vede… Suo marito, ecco… noi crediamo che…”
“Che sia morto, ho sentito”
“Ma lei, mi scusi, perché non ha risposto, prima, quando abbiamo bussato”
“Perché ero in un momento… “topico” e speravo che non rispondendo mi avreste lasciato in pace”
“Ma così noi abbiamo creduto…”
“… giustamente, vede… che suo marito, il direttore…”
“… fosse morto”
“Beh, anche se così fosse non sarebbe una gran perdita”
“Come dice?”
“Ma sì, cosa credete? Voi ci andavate a letto per far carriera, chi in un modo chi in un altro, ma io, io sono l’unica che è riuscito a sposarlo, a farsi mantenere, a fargli firmare un contratto prematrimoniale plurimilionario”
“Siamo due dilettanti”
“Due stupide”
“La prego, ci aiuti a capire: in cosa abbiamo sbagliato?”
“Sì, ci dia qualche consiglio. Per il futuro…”
“Non so, non credo siate in grado di imparare. Ci si nasce, con certi talenti. Il talento di imbrigliare un uomo, di abbindolarlo, di portarlo sia all’estasi che nell’abisso più nero. Ci vuole predisposizione d’animo. E poi, cosa credete? Anche io mi sono presa le mie piccole soddisfazioni”
“In che senso?”
“Anche lei lo…”
“Tradiva? Certo, che diamine, ma sono sempre stata molto accorta, molto prudente. Tenevo un’agenda dei suoi appuntamenti, una tabella con le tempistiche di spostamento, le mappe dei tragitti… Ogni volta mi organizzavo in modo da non essere scoperta. Il giardiniere è stato il primo; un angelo biondo con due spalle così, sempre abbronzato, muscoloso... Poi è venuto il mobiliere: abbiamo cambiato arredamento più volte noi che uno show room. Poi l’autista. Prima portava lui in ufficio e poi tornava da me. E via via tutti gli altri”
“Ma noi… credevamo che lei fosse… sì, insomma, sembrava che l’amasse”
“Sul serio! Una coppia invidiabile”
“Amarlo? Ah ah ah ah ah… Dovevo fingere. Per contratto. Vedete, sul contratto c’è una clausola che dice che se l’avessi tradito avrei perso tutti i benefici acquisiti col matrimonio e lui avrebbe potuto chiedere il divorzio senza che da parte mia vi fosse la minima richiesta di denaro. Ma adesso che lui è morto…”

tric trac
gneeeeeec

“Siete licenziate. Tutte e tre”

venerdì 12 ottobre 2007

Pausa

La sua ultima notte di lavoro accese le macchine alle ventidue e trenta in punto e programmò il timer per le sette e trenta del giorno successivo. Come tutte le sere da quando un anno prima, per libera scelta, si era fatto assegnare al turno di notte. Cinque giorni continuativi e uno di riposo assoluto. A chi gli chiedeva una spiegazione, opponeva un silenzio divertito. Non c’erano spiegazioni. Così come non c’entravano niente con la sua decisione gli alti straordinari, il pingue premio annuale di produttività, eventuali delusioni amorose, crisi religiose, timore di disoccupazione e via dicendo.
Il fatto è che una mattina, improvvisamente, aveva provato una voglia feroce di assentarsi. Di scomparire.
La notte l’aveva accolto. Nella notte aveva trovato un rifugio materno. La notte gli aveva insegnato l’orgoglio della propria solitudine e instillata la pena per la banalità degli altri. La notte lo aveva tenuto lontano dallo spasmodico ringhiare degli ordinati ranghi.
Ma ora, altrettanto improvvisamente, si era reso conto di quanto poco, in realtà, sapeva della notte.
Era giunto il momento delle presentazioni, signora notte.
Con un ultimo sguardo ai macchinari che ronzavano indifferenti sotto il pallido riflesso dei neon, si sfilò i guanti e aprì la porta che dava sulla notte.
L’aria frizzante accarezzò la pelle del suo viso ed un piacevole brivido gli percorse la spina dorsale. Provò, per un impercettibile istante, la consapevolezza di sentirsi vivo, di respirare l’energia del mondo. Istintivamente la sua mano corse alla tasca destra della tuta da lavoro, ma il vuoto fu l’unica cosa che le sue dita strinsero. Restò un istante così, perplesso, si voltò in direzione delle macchine per assicurarsi che tutto fosse a posto poi con indolenza si incamminò per lo stradone.
La notte era estaticamente silenziosa. Il caotico baccano del traffico mattutino aveva lasciato il posto ad un concerto di suoni nuovi. Era da tempo che non prestava ascolto al silenzio, quello vero, quello fatto di fronde mosse dal vento e di grilli.
Così, assorto nell’ascolto di quei suoni quasi dimenticati, raggiunse il distributore di benzina all’angolo e si diresse verso il distributore automatico di sigarette.
L’ampio spazio davanti alla struttura bassa e ormai scrostata era illuminato quasi a giorno. Il neon blu e rosso della scritta “Free Shop” produceva un fastidioso ronzio quando la scritta Free scompariva e riappariva, ad intermittenza.
All’interno del negozio, seduto sull’alto sgabello dietro alla cassa, la testa penzoloni sul petto e la schiena appoggiata allo scaffale, il benzinaio dormiva profondamente, cullato probabilmente dal sottofondo musicale della filodiffusione.
Si fermò davanti al distributore di sigarette e con un dito ne scorse l’elenco. C’era qualcosa che gli sfuggiva, ma non ebbe il tempo di capirlo perché un rumore lo distrasse.
Un’auto sopraggiunse sgommando e frenò davanti ad una delle pompe con uno stridio di gomme, fermandosi miracolosamente poco prima della colonna d’erogazione del carburante.
Lui, le spalle rivolte al distributore di sigarette, aveva osservato la scena con aria quasi indifferente. Dovevano essere i soliti ragazzi troppo giovani e troppo ubriachi, a cui un genitore troppo incosciente aveva dato il permesso di usare una macchina troppo potente e di cui si sarebbe letto sempre con troppo rammarico il giorno dopo nelle colonne di cronaca di un quotidiano.
Il motore si spense e l’auto fece un piccolo balzo in avanti. La portiera del lato guidatore si spalancò e ne uscì una ragazza bionda che la richiuse dietro di sé con violenza. Passando dietro all’auto si diresse verso la colonnina del self service, poi si accorse della sua presenza.
“Mi faccia il pieno, per favore, e in fretta!” esclamò nervosamente.
“Ma… io…” balbettò sottovoce. Poi, voltandosi verso la finestra del negozio dall’insegna sfrigolante, si accorse che il benzinaio non si era accorto di nulla e che stava tranquillamente continuando a dormire.
Tornò ad osservare la ragazza bionda, che aveva appoggiato la schiena alla colonnina del self service e si stava asciugando gli occhi. Si voltò di nuovo verso di lui.
“Allora, è sordo? Vuole farmi questo maledetto pieno?” La voce della ragazza si alzò di tono, risultando quasi stridula.
Con riluttanza lui si diresse verso la pompa più vicina all’auto. Quando passò di fianco alla ragazza, questa sgarbatamente gli mise in mano le chiavi dell’auto. Nel prenderle lui si soffermò per un attimo ad osservarla. Poteva avere al massimo trent’anni, ma il trucco sbavato e gli occhi arrossati le davano un aspetto molto più adulto e più vissuto.
“Cos’ha da guardare?” gli domandò sollevando il mento, in un gesto quasi di sfida.
“Nulla, nulla. Mi domandavo… se per caso ha bisogno di aiuto…” adesso aveva capito: la sua tuta blu col marchio dell’azienda inscritto nell’ovale rosso lo faceva somigliare ad un benzinaio. Facile equivocare.
“Faccia il pieno e non s’immischi” fu la secca risposta della ragazza, che si mise a frugare nella borsetta, ignorandolo.
Lui svitò il tappo del serbatoio dell’auto e, dopo aver prelevato la pistola della benzina verde, azionò il dispositivo. Da cosa stava scappando quella ragazza? Cosa aveva generato la sua sofferenza? Per chi stava versando quelle lacrime? Si accorse di porsi queste domande istintivamente, ma si rese anche conto di non desiderare una risposta. La pompa si bloccò; estrasse la pistola e la rimise nella scanalatura. Il display segnava 48,76 euro.
Quando si voltò verso la ragazza, questa gli porse una banconota da 50 euro e si diresse velocemente verso il posto di guida.
“Aspetti… e il resto?” le domandò seguendola, ma lei aveva già messo in moto ed era ripartita sgommando.
Il rombo dell’auto si perse nel buio della notte. Tutto tornò silenzioso come pochi istanti prima. Di nuovo il verso dei grilli, di nuovo il sospiro del vento. Di nuovo il ronzio fastidioso dell’insegna intermittente.
Abbassò lo sguardo sulla banconota che aveva in mano. Stette un poco ad osservarla poi rialzò il viso e si diresse verso il negozio. Entrò senza far rumore ed infilò delicatamente la banconota nel taschino della tuta del benzinaio. Questi continuò a dormire, ignaro, cullato dalle dolci note di un’aria di Chopin.
Uscì di nuovo nella notte e si incamminò verso le sue macchine, verso il suo lavoro, verso gli attrezzi e gli odori che conosceva e che gli davano un senso di sicurezza, di familiarità.
Quando fu di nuovo in officina si chiuse la porta alle spalle e vi ci si appoggiò, cercando di ricordare il motivo che l’aveva spinto ad uscire. Gli tornò in mente il distributore automatico di sigarette e si ricordò che non le aveva comprate.
Sorrise. Il sorriso divenne una risata sonora, unico indizio di umanità in mezzo al meccanico rumore. Si era appena ricordato che aveva smesso di fumare due mesi prima.

mercoledì 10 ottobre 2007

La defecazio nei secoli

Defecare, nella preistoria, non è sempre stato facile come bere un bicchier d’acqua, anzi!
Uno dei difetti più sgradevoli della preistoria era principalmente la mancanza di privacy.
Non essendo ancora nato Vespasiano, nessuno aveva pensato ai vespasiani; non essendo ancora nati i linguaggi, nessuno aveva inventato il water closed e questo solo per citare due esempi.
Praticamente il mondo era una latrina a cielo aperto e fin qui niente di grave, considerato che gli esseri umani erano davvero pochi e che i dinosauri, notevoli produttori di escrementi, si sarebbero estinti di lì a poco.
Lo stimolo poteva coglierti in qualsiasi momento, qualsiasi cosa tu stessi facendo. Eri a caccia? Trac, lo stimolo. Allora ti appartavi un momentino e giù il prodottino. La cosa più sgradevole che poteva succedere era che anche al dinosauro in questione scappasse la “cacchina” e la scaricasse su di te, ignaro e impotente.
Probabilmente è da una situazione come questa che è nata l’espressione “siamo nella merda fino al collo”.
L’importante, però, era uscirne prima che si seccasse per evitare l’effetto “maschera d’argilla”, che finché la fai con l’argilla ha i suoi effetti benefìci, con la merda invece...
Col tempo, l’uomo preistorico fece tesoro dell’esperienza e cominciò a defecare in zone boschive. Qui, almeno, potevi evitare che qualcuno ti scaricasse addosso i propri rifiuti. Naturalmente farlo nel bosco aveva i suoi disagi che consistevano perlopiù in “con che cosa mi pulisco il culo?”. Le piante preistoriche erano di dimensioni abnormi e altrettanto abnormi erano le foglie, i fili d’erba e via discorrendo. L’homo, a differenza di tutto ciò che lo circondava, è sempre stato della stessa misura, quindi pulirsi significava fare degli sforzi sovrumani. Dopo aver “ejettato” dovevi scegliere la foglia più piccola e staccarla a colpi di machete, ma il machete ancora non era stato inventato. Ci si doveva, quindi, arrampicare sul fusto e gettare sul picciolo della foglia scelta e sperare che nell’impatto questa si rompesse. Il tutto andava fatto più e più volte, fino al raggiungimento del risultato sperato, dopodiché ti rendevi conto che anche se non ti pulivi il culo andava bene lo stesso.
Nacquero così le virgole.
Le donne, che anche all’epoca - e foreverenever - erano un po’ più evolute degli uomini, nonché mezze calzette in quanto a forza fisica, ci erano già arrivate da tempo, ma almeno loro sceglievano delle grotte, per espletare i propri bisogni.
E fu così che nacquero i disegni rupestri. Gli esperti archeologi si ostinano a dire che i materiali usati per disegnare i vari graffiti trovati in grotte famose vanno dal sangue di Triceratopo a linfa di qualchecosa, in realtà è solo cacca fossilizzata.
L’homo, un po’ irritato dalla prontezza di spirito delle femmine decise che l’invenzione andava perfezionata, quindi inventarono la lettura. Il problema era che i graffiti lasciati dalle donne vertevano sempre sugli stessi argomenti: come acconciare i capelli per un incontro galante? Che vino abbinare al brasato di Trachirodonte? E’ meglio l’orgasmo vaginale o quello clitorideo? Insomma, tutte cose che agli uomini non interessavano.
Così, l’homo - che nel frattempo si era evoluto in sapiens - inventò lo sport. E cominciò a portarsi al bagno qualcosa da leggere che fosse molto, molto maschio. Il problema era che non essendo ancora stata inventata la carta ma essendo almeno arrivati alle incisioni rupestri, portarsi in bagno qualcosa da leggere significava avere dei muscoli notevoli. Normalmente, una giornale sportivo dell’epoca aveva un formato tipo tabloid e una foliazione di almeno due quartini ed è forse per questo motivo che gli uomini più deboli dovettero per forza accontentarsi di leggere solo cose femminili e diventarono gay.
L’evoluzione della defecazio arrivò ad un punto tale per cui, nella Francia del Re Sole, essendo le nobili chiappe molto indaffarate tra partite a polo, tornei di volano, sfide a pulce e un tiro di scherma en passant, si decise che non doveva essere la nobiltà a doversi recare in bagno, ma doveva essere il bagno a recarsi alla nobiltà.
Un po’ come la questione di Maometto e la montagna.
Nacque così il garcon pipì, che non era nient’altro che un povero sfigato con al collo un mastellone, costretto a seguire la nobiltà tutta durante il suo cazzeggiare nei parchi e a sostenere il cesso portatile durante l’evacuazione di nobili vesciche e nobili ani. Più fortunate erano le donne, che portavano lunghe gonne di stoffe damascate e crinolina e mutande col buco in mezzo: bastava che aprissero le gambe e lasciassero soavemente cadere e loro dorate produzioni e voilà, i giochi erano fatti. Ma non è tutto: i nobili avevano la sala da bagno privata e dotata di ogni comfort, tra cui anche un oggetto che all’inizio fu visto solo come un complemento d’arredo, visto che nessuno lo usava: il bidet. Si sa che in Francia l’uso di lavarsi le regali terga era poco in voga e da qui nacque la simpatica espressione: “Ma che è, ti puzza il culo?”
La defecazio, nei tempi, è sempre più diventata un lusso. Disporre di un bagno, al giorno d’oggi, e ristrutturarlo e/o arredarlo secondo le moderne tecnologie costa quanto comprare un monolocale di 20 mq in Via della Spiga a Milano.
La procedura, però non cambia mai.
In compenso, si è fatto di tutto per sollevare il culo da questa gravosa incombenza: carta igienica profumata alla camomilla - così intanto il culo si addormenta ( e occhio che non russi! ) -, carta igienica colorata da abbinare al colore delle piastrelle del bagno ( ideale anche per fare della cromoterapia terapeutica contro la stitichezza ), carta igienica doppio, triplo, quadruplo velo, detergenti così delicati, addolcenti, idratanti, che si rischia di confondersi talmente da rischiare, in ufficio, la classica battuta “Hai la faccia come il culo”.
Per i più “duri”, quelli che “Sono cinque giorni che non cago e ho un cerchio alla testa” ( alla testa? è arrivata fino lì? Chissà che idee di merda... ) hanno inventato le suppostine coadiuvanti, le perettine alla glicerina, la dolce euchessina, le fave di fuca (alcuni preferiscono la fava di Luca, così ho sentito dire)...
Una soluzione efficace, comunque, è quella dei purganti.
Mi perplime solo una cosa: Drenax, Dulcolax, Agiolax... sono forse un incrocio tra un protagonista dei fumetti di Asterix e il cattivo di Matrix? E il Tenax è sempre un gel per i capelli, vero?
Comunque son convinta che con l’andare del tempo si smetterà di defecare.
Anzi, sono quasi del tutto convinta che andremo a perdere alcuni orifizi e con loro tante simpatiche espressioni.
Tra qualche centinaio di anni avremo solo cybercacca, ovvero cacca virtuale, che potremo masterizzare o salvare su hard disk esterno o chiavetta USB.
Non avremo più un sedere e nemmeno un ano e forse non esisteranno nemmeno più i gay.
Espressioni come “Ti faccio un culo così” o “Ti strizza il culo, eh?” non avranno più nessun significato.
A meno che io non mi stia sbagliando e che in futuro non si scopra che il nostro universo è un enorme, oscuro, puzzolente buco di culo!

giovedì 4 ottobre 2007

Il Pianeta Nero

Racconto partecipante ad un concorso.
Pubblicazione dopo l'esito.

martedì 2 ottobre 2007

Coerenza

Dico davvero, mi piace la mia coerenza. Cioè, quello che credo sia la mia coerenza.
Anche se il più delle volte sono in disaccordo con me stessa. Però, a pensarci bene,
qualche dubbio mi assale, ogni tanto. Beh, non proprio ogni tanto, direi spesso.
Nel senso... credo di aver capito, ma subito dopo mi assale il dubbio che forse, in effetti,
la cosa non è come la vedo io e che sicuramente, cambiando prospettiva, ha un significato diverso.
In definitiva, se devo essere proprio ma proprio sincera, la coerenza un po' mi spaventa.
Cioè, non si dice sempre che è meglio avere dubbi e non certezze?
Daltr'onde, la vita è tutta un'incertezza, no?
(cazzo, mi stai confondendo! )
(Io? Non eri tu a confondermi? )
(Che cavolo dici, idiota! Io SONO la parte coerente! )
(Ma fammi il piacere, va... se tu sei coerente io sono la parte guasta )
(Infatti è così, demente! )
(Sei sicura? )
(certo! )
(ma se hai appena detto che non hai certezze, beota!! )
(Chi, io?? )
(No, l'idrante! Con chi sto parlando, cretina? )
(Oh, ricominciamo? )
(Và che non abbiamo mai smesso)
(Giusto, scusa)
(Non chiedermi scusa che mi confondi)

Servizio Cerchirogne

Listino prezzi (Professional Mode On)
Bene, che tipo di rogne vuole? Abbiamo una lista abbastanza completa, ma deve avere il fisico per sopportare il tutto:
- Rogne di tipo fiscale (sono le più costose, ma possiamo farle uno sconto del 3%, proprio perché è lei)
- Rogne di tipo sentimentale (Ha una moglie? Gliela cornifichiamo e le facciamo sapere che è stato lei, con documentazione completa di fotografie inequivocabili. Ha una fidanzata rompicoglioni? Le rendiamo la vita difficile, ma poi si rivarrà su di lei, e questa sì che è una bella rogna...)
- Rogne di tipo sanitario (Abbiamo: malaria, malattie veneree, unghie incarnite, carie, TBC, alopecia devastante, acne putrescens, orticaria virescens, bubboni recidivi, encefalite spastica, duodenite alterna, piedi piatti con gambe a X, sedere piatto, flaccidume muscolare etc...)
- Rogne di tipo lavorativo (licenziamenti, mobbing, eccessi da super lavoro, ansia da disoccupazione, isteria manageriale)
- Rogne classiche (parabrezza infranto il giorno prima di partire per le vacanze, preservativi scaduti al momento di ciulare, eruzioni cutanee da colloquio di lavoro, code allo sportello quando hai fretta di pagare perché ti scade il bollettino, il gatto che ti vomita sul letto appena hai cambiato le lenzuola e sta per arrivare la tipa con cui vuoi fare bella figura, semplice rogna da scarso lavaggio e via discorrendo).

Mi faccia sapere cosa sceglie, nel caso, se dovesse scegliere tre rogne, sappia che c'è lo sconto tre per due. Pagamento anticipato con bollettino postale (e coda chilometrica annessa, omaggio della ditta).
La ringraziamo per averci scelto e le auguriamo una pessima giornata.

Oroscopo

ARIETE
Bello il weekend che si prospetta per voi! Ancor meglio se ve ne starete a casa ed eviterete, così, di imporre la vostra presenza a chi vi trova esageratamente insopportabili.

Parola chiave: clausura

TORO
La sensazione di aver fatto una scelta giusta, o di essere arrivati in fondo ad una questione complessa, è proprio sbagliata, fidatevi. Quando mai avete combinato qualcosa di giusto?

Parola chiave: confusione

GEMELLI
Per risolvere i vostri dubbi non potete pretendere certezze assolute dal partner: tra l'altro, scusate... siete voi i primi a cambiare idea come una banderuola e poi dagli altri pretendete certezze? Tzk!

Parola chiave: ipocrisia

CANCRO
In tempo per il weekend, forse oggi potreste ricevere una meritata soddisfazione nel lavoro, peccato siate disoccupati e quindi ve la prendete nel lisca. Fortunati come siete troverete lavoro nel weekend e così tanti saluti al relax.

Parola chiave: frignoni

LEONE
La compagnia del partner e degli amici non sempre va sovrapposta: esistono anche la fila per due, la fila per uno e le file modello gioco alla "Bandiera". Se avete voglia di qualcosa di nuovo, provate a disporvi a scacchiera, ma senza fare damone!

Parola chiave: sparpagliatevi

VERGINE
Buona giornata. Per quanto possa essere buona una giornata per dei pessimisti come voi.

Parola chiave: su con la vita (lo so, sono 4 anziché una, ma non siate sempre così precisini, via!)

BILANCIA
Giornata appagante per chi è in coppia: i single si possono anche suicidare. Naturalmente dopo aver perso ore ed ore a trovare il modo migliore per farlo. Ma siccome siete dei perenni indecisi non troverete la soluzione ideale, quindi ci toccerà sopportarvi ancora un po'...

Parola chiave: barbiturici?

SCORPIONE
Ancora un ultimo sforzo e la settimana potrà concludersi in bagno, dove vi libererete, finalmente, di quella pesantezza che vi portate dentro ormai da troppo tempo.

Parola chiave: prugne

SAGITTARIO
Sarete molto passionali, oggi, quanto può esserlo un frigorifero vuoto, considerato che non sapete dove stia di casa il romanticismo e che, fondamentalmente, non sopportate i legami. O i legumi?

Parola chiave: minestrone

CAPRICORNO
I vostri sogni di gloria sono legittimi ma forse più simili a manie di grandezza che ad ambizioni realizzabili. Calate la crestina, non siete nè Einstein, nè Beethoven, quindi ridimensionatevi e cimentatevi, piuttosto, in un puzzle da 30 pezzi, che almeno quello vi verrà e potrete dire "Visto? Avevo ragione!"

Parola chiave: Napoleone

ACQUARIO
Può darsi che il risveglio non sia dei migliori, oggi, figuratevi l'addormentamento. Perché, dunque, non restare sempre svegli? A meno che non siate narcolettici, il che significa che almeno qualche volta starete un po' zitti...

Parola chiave: valeriana

PESCI
Non lasciatevi distrarre dalla voglia di weekend tanto vi succederà di tutto, qualsiasi catastrofe abbiate in mente si abbatterà su di voi e potrete, finalmente, piangere e fare le vittime come più vi aggrada. Pessima la vita sentimentale. Contenti?

Parola chiave: Kleenex

Stasera...

... farò il risotto coi porcini.
Embè? vi chiederete voi, e avete ragione a chiedervelo. In effetti cosa c'è di così interessante nel leggere una notizia così banale? Niente, ma stavo pensando a cosa preparare per cena stasera e m'è venuto in mente il risotto coi porcini. Sono un'ottima cuoca, sapete? Ho persino fatto un corso per imparare a cucinare meglio. Certo, forse dovrei pensare che il risotto coi porcini a giugno, quando fuori c'è un sole che spacca le pietre e sarebbe più indicato prosciutto e melone, non è proprio l'ideale, però... ecco... cucinare è un piacere così sottile che può essere associato al sesso (no, non sono single).
Cominci coi preliminari. Sbucci la cipolla, la tagliuzzi a pezzetti piccoli e intanto piangi di commozione, maledicendo l'idea che ti è venuta poche ore prima, ma il pensiero del soffritto ti fa andare avanti imperterrita. Nel frattempo scaldi l'acqua per il brodo, perché non si deve mai, e sottolineo mai, aggiungere al riso bollente il brodo freddo, perché si rischia di bloccarne la cottura e di dover chiamare Pizza Express (che peraltro nel paese dove vivo manco c'è, quindi...).
Mentre il brodo vegetale (ma sì, col dado, dai! Col caldo che fa dovrei anche preparare il brodo con la gallina, il manzo e le frattaglie? ) comincia ad andare in temperatura metto un filo d'olio extravergine d'oliva in una pentola, accendo il fuoco e quando l'olio è caldo ma non bollente, ci butto dentro con estreeeeeeeeeeeema dolcezza la cipolla e preparo il soffrittino come Dio comanda. La cipolla non deve bruciare, sia chiaro: all'inizio deve appassire, poi imbiondire. Quando notate che il soffritto è pronto (in che senso come lo capite? Lo capite, fidatevi...) gettate il riso e fatelo tostare nel soffritto per un minuto e poco più, non di più, altrimenti il riso tosta e il risotto non diventa più cremoso. Questo serve per far sì che i chicchi non si attacchino fra loro ma che siano compatti, pur non spappolandosi (anvedi quante ne so, eh? Vi ho pur detto che ho fatto il corso, no? ).
Bene. A questo punto il riso deve cuocere. Ma va??? Direte voi. Sì, vi rispondo io. Ma un risotto, per diventare un gran risotto (che non ha niente a che vedere con quello della Knorr) va curato e seguito con amore.
Il fuoco non dev'essere alto, quando il condimento si asciuga bisogna aggiungere brodo a mestolate (non che dovete colpire il risotto a mestolate, sia chiaro, dovete aggiungere mestoli di brodo, è diverso. Oh, magari c'eravate arrivati da soli, ma meglio essere precisi) e, soprattutto, se avete deciso, come me, di fare il risotto ai porcini, prima o poi (meglio prima) dovrete aggiungere anche i porcini, che precedentemente avete tenuto in ammollo in acqua tiepida per almeno un'oretta. Una volta versati i funghi rinvenuti (oddio, perché, erano svenuti? No, si dice così quando una cosa secca la fai tornare umida mettendola in ammollo. No, con la patonza non funziona così...) continuate con la cottura, aggiungendo brodo finché il risotto non sarà cotto.
Bene, siamo quasi al coito. Cioè, no, intendo dire, all'atto finale, all'orgasmo culinario, all'impero dei sensi: la mantecatura.
Spegnete il risotto, versate una noce di burro e mescolate così, a fuoco spento, di modo che il riso e il burro diventino tutt'uno. Avete presente "Ultimo tango a Parigi"? Ecco, non così ma quasi. Dopo la mantecatura lasciate riposare un po' perché il tutto prenda una consistenza cremosa e compatta, versate nei piatti e spolverate una leggera manciatina di pepe nero.
Guai a voi se osate metterci il parmigiano!
La regola vuole che sul risotto ai porcini il parmigiano non ci vada, rischiereste di coprire il profumo sublime ed eccitante del principe dei funghi. Se poi avete deciso che per dispetto lo mettete lo stesso cavoli vostri, ma io vi avevo avvertito. Se poi di notte viene il vendicatore Porcino mascherato a tirarvi i piedi nel letto, non prendetevela con me.
Buon appetito.
Ah, se poi volete fare sesso fatelo pure, eh?
Ma dopo un orgasmo culinario simile, tutto il resto vi sembrerà noia...

L'inguine allo scoglio

No, non è un errore, proprio l'inguine allo scoglio.
Perché?
Un'amica mia mi dice "Glo, il mio uomo non vuole farmi sesso orale, come posso fare?"
E io: "Prendilo per la gola".
E lei: "Ma come?"
E io: "Beh, preparagli l'inguine allo scoglio"
E lei: "Sì, ma la ricetta?"
E io: "Prendi un sacco di frutti di mare, cozze, vongole, fasolari, lumache, canocchie, quel cazz... ehm... quello che vuoi, fai un bel mischione, ti metti nuda sul tavolo, ti condisci la patonza e poi gli dici: "Quando hai finito, lecca anche il piatto".
Ah, un consiglio: non fargli mettere il limone...

Coniglio ripieno di lupini

Eccoci di nuovo ad una gustosa puntata di "Gli abbinamenti, questi burloni". Oggi prepariamo una ricetta direi... inconsueta, non fosse altro per la modalità con cui andremo a realizzarla. Prendete un coniglio di circa 3/4 kg e adagiatelo sul tagliere. Avrete già comprato i lupini, salati e saporiti come li conosciamo. Prima di farcire il coniglio, però, aprite la confezione e sgocciolateli (la plastica cotta nel forno lascia un retrogusto di polietilene che è difficile poi riuscire a mandar via e oltretutto si attacca alle pareti del colon...). Recuperate il coniglio, che nel frattempo è sceso dal tagliere e decidetevi una volta per tutte ad ucciderlo, anche perché farcire il coniglio vivo è un'impresa ardua, a meno che non siate sadici e non godiate nel farvi graffiare e masticare dalla bestiolina. Se proprio non riuscite a farlo fuori perché la creaturina vi guarda con quell'espressione tra il Trudino e il Tippete, beh, farcite qualcos'altro. Oppure mangiate i lupini così come sono che tanto son buoni lo stesso. Fra l'altro, io sono quasi del tutto vegetariana, quindi se liberate il coniglio fate contento lui, in primis e poi anche me.

Ringraziamento

Bentornati al consueto appuntamento con gli usi, i costumi, le ricette e i proverbi del mondo. Oggi, in occasione della festa del ringraziamento che si festeggia nel sud della Cappadocia, impareremo a cucinare lo struzzo agli aromi.
Come ben sapete, lo struzzo è stato importato in Cappadocia dagli australiani, tramite spedizione DHL - tutto in 24ore, quindi di primo acchito si potrebbe pensare che lo struzzo non sia propriamente un cibo (come dite? Lo so che è un animale, ma qui stiamo parlando di cucina, quindi le tematiche di tipo etico-morali le affronteremo in separata sede) tipico della cappadocia, ma il simpatico volatile si è subito trovato a suo agio tra i cappadociani tanto che non se n'è più andato. Il motivo? Semplice: lo struzzo non vola, quindi non può migrare.
Prima di cominciare, tenete gli ingredienti a portata di mano: un chilometro circa di pancetta stesa con cui arrotolare lo struzzo una volta farcito e, per il ripieno (ancora? Che c'è? Come non vi avevo detto che si doveva farcire? Beh, ve lo dico adesso, no? Prima o dopo che differenza fa? Pignoli... No, non servono i pinoli, ho detto pignoli... vabbé), dicevo, per il ripieno servira un chiletto abbondante di parmigiano reggiano, (Ommadonna, se gh'è, 'ncamò? Sì, parmigiano. Come sarebbe a dire "che c'azzecca il parmigiano con lo struzzo?" Siete voi gli chef? No, appunto, quindi lasciatemi lavorare) pane grattugiato, meglio se toscano perché senza sale, sennò vi viene l'ipertensione, panna, burro, lardo, strutto (Oooooooooooohssignùr, ancora? E' colpa mia se avete il colesterolo alto? Mettete della margarina, no? ) e, per finire, della mentuccia (Shhhhh! Zitti! Silenzio! Non voglio più sentir volare una mosca, ok??? ), che toglie il sapore di "freschino" alla carne di struzzo, che notoriamente sa un po' di selvatico.
Passiamo ora alla prepar... (cosa avevo detto? Cos'ho appena detto? Non volevo sentir volare cosa? Gli aromi? In che senso? Sì, so che la ricetta prevede gli aromi, ma stamane al super non li ho trovati, ecco perché si fa lo struzzo ripieno, sapientoni! ) ... azione dello struzzo. Prendete una leccarda e imburratela, pannatela, struttatela e lardatela a dovere o, se avete optato per la margarina, margarinatela tutta e adagiatevicisitivi il corpicino esangue dell... (cosa c'è, cosa c'è adesso, perché piange lei? Certo che è morto, o pensava che lo struzzo ci entrasse di sua sponte nel forno? Pensi, questo qui s'è anche candidato per la trasmissione, a momenti si offendeva se non sceglievo lui, contenta? ) ...o struzzo e, dopo aver divaricato la zona ano-rettale EMMO' ABBASTA, PERO', INTERROMPERE, ECCHECCAZZO! SON QUI PER PERDERE TEMPO? VI SEMBRA FORSE CHE SON QUI A MENARE IL TORRONE O COSA? VA' CHE I SOLDI IO MICA LI GRATTO GIU' DAI MURI, EH? E COMUNQUE MI SONO ROTTO GLI ZEBEDEI, FINITEVELA VOI 'STA CAZZO DI RICETTA DEI MIEI COGLIONI, TOH, CIAPA SU E PORTA A CA'.
...
...
Vi lascio col proverbio del giorno: "Chef coi coglioni trifolati, meglio non contraddirlo specie se ha in mano la mannaia".
Alla prossima.
'nculo...

Cocktail alla frutta

Carissimi! Dopo tante ricette di alta cucina, o come dicono gli scefs (leggi chef), aute cuisine, perché non proviamo a realizzare un cocktail gustoso e stimolante che ci introduca, poi al pasto?
Ebbene, oggi prepareremo un cocktail alla frutta, nella fattispecie ai frutti di bosco, piccoli ma squisiti.
Se non siete appassionati della montagna e non volete prendervi un week-end per procurarvi con le vostre manine sante i fruttini prelibati, fate un salto all'Esselunga di Viale Papiniano a Milano che, si dice, sia anche l'ideale per fare piccanti incontri da single.
Vi siete procurati i fruttini? Bravi. Ma siccome io abito a Rimini e la stagione è ancora un po' in anticipo rispetto ai frutti di bosco che sono notoriamente autunnali, il cocktail lo preparerò con altra frutta, esattamente quella che mi sono ritrovata in frigo e che manco sapevo di aver comprato. Cominciamo sbucciando i limoni. Fate in modo di sbucciare i limoni a spirale, così la buccia che non useremo la utilizzeremo per guarnire il bicchiere.
Versate un quarto di Vermouth, un quarto di Tequila, un quarto di Rhum, un quarto di Quaintreau e un quarto di Amaretto di saronno in uno shaker in cui avrete aggiunto, precedentemente, un quarto di Gin, un quarto di prosecco, un quarto di Curacao (che cazz'è il Curacao, qualcuno me lo sa spiegare? ) e, infine, un quarto di Amaro medicinale Giuliani unito ad una pinta di Soluzione Schoum. Se ci riuscite, agitate lo shaker dimodoché i vari liquidi si mischino. Assaggiate il composto e regolate di sale. Aggiungete poche gocce di tabasco e di maraschino e assaggiate di nuovo. Se serve, spremete mezzo limone e assaggiate di nuovo. UAU, comincia a prendere il scapore giusto giusto. Aggiungete qualche goscia di Wwodka alla pesscha e assasgiate di nuovo. Il cocktail scta cominsciando a diventare buonisscimo, vero? Asgiunsgete del tamarindo scercando di scentrare lo shaker che non sci scia come maii ondeggia e, sempre se sci riuscite, asgitate lo sciecher per qualche scecondo. E' quasi - hic! - scicuro che perderete l'equilibrio, perché la stansa sta ruotando su scè stesscia - hic! -.
Reeeeeeeeeeeeecuperate la frutta. Dov'è? L'avevo mescia qui! Avevo mescio un'anguria, non due, su quescto ripiano! Scercate di prendere l'anguria, anche sce probabilmente - hic! - sci meeeeeeeeeetterete un po'. Fate attenti di non caderla a terra perché se si spatascia poi scembra che qualcuno abbia vomitato sul pavimento e poi se si scivolate sopra rischiatevi di rompervi l'osscio del collo - hic! - sce non dirittura il femore.
Cosa sctavo discendo? Ah, scì. Prendete le prugne cotte, le mele cotte e le pere cotte e sgettatele via che scembra di sctare al nosocomio e bevete il cocteil coscì com'è. Se per caso dopo aververlo bevuto tutto d'un fiato alla goscia stramassciate al scuolo non vi preoccupatevi che ... ... ronf... ... zzz ... ... ronf ... ...

Gentile Signor Sammontana

Sono a scriverle per manifestarle il mio dissenso per la nuova pubblicità di qualche suo nuovo gelato cornetto che manco so qual'è, essendo che la pubblicità del prodotto in questione mi irrita notevolmente. E difatti son qui a spiegarle il perché. C'è questa festa, no, in questo spot? Bene. Gente che balla (ma guarda, son quasi tutte donne in bikini striminzito, che novità!) tenendo in mano il famoso cornetto (che tra l'altro a me viene in mente di più il Cuore di Panna dell'Algida, che almeno loro un cuore ce l'avevano...). A prescindere che secondo me ballare con in mano un cornetto è da perfetti idioti, vengo comunque a dirle il perché del mio dissenso. Bon, arrivano questi due esserini assurdi: un paio di bellissimi occhioni azzurri e un paio di labbra che la Marini, la Jolie e la Parietti al confronto paiono dei canotti sgonfi. Gli occhioni si sgranano su tanto di gnocche in costume ridottissimo e poi puntano golosamente al cornetto. Gli occhioni trascinano i labbroni verso il bancone della gelataia che molto “spontaneamente” che manco Gassman sarebbe riuscito a fare altrettanto pur avendo fatto "I giganti della montagna", porge ad entrambi un cornetto. Gli occhioni sono così felici che quasi non stanno più nella pelle ma attenzione! Non possono mangiare il gelato! Delusione. Tristezza. Frustrazione. Gli occhioni si voltano verso quella wacca coi labbroni che si scofana il suo con voracità manco fosse un tritarifiuti e poi, non contenta, strappa di mano ad occhioni il SUO cornetto, scofanandoselo più voracemente di prima, se possibile, brutta zoccola che non è altro, lasciandolo più affranto di prima.
Beh, Signor Sammontana, se lo lasci dire, è forse una delle reclame, per dirla in maniera atavica, più triste, deprimente, sgomentante, affliggente che abbia visto negli ultimi tempi. Di una crudeltà inaudita! Ma io dico, col fior fiore di creativi che abbiamo in Italia – e le parlo da professionista, visto che faccio la pubblicitaria ormai da anni – possibile che a nessuno sia venuta in mente una modalità più simpatica, scherzosa, intelligente, ma voglio dirle di più, anche un po’ demenziale, per pubblicizzare un gelato? Non mi dica che crede davvero che l’insoddisfazione di occhioni si sposi a meraviglia con lo slogan, vero? “Da mangiare con gli occhi”... Cosa diamine s’è mangiato occhioni? Una beneamata fava! Non solo è rimasto a bocca asciutta, pur egli stesso non avendola, ma è persino circondato da crudelissime femmine desnude che si godono i loro gelati senza la minima vergogna! Mi dica... se è un gelato da mangiare con gli occhi, perché tutte lo mangiano con la bocca? Nessuno lo mangia con gli occhi. Ora, se ha volutamente fatto una reclame demenziale, grottesca e sadica complimenti, ha raggiunto il suo scopo ma se, diversamente, pensava di aver fatto una genialata mi spiace ma non ci siamo. Persino la particella di sodio dell'acqua Lete mi è più simpatica, anche se è completamente sola e pure ciò mi fa tristezza. Suvvia, mi faccia e ci faccia un grosso favore: tiri fuori qualche soldino in più e cambi la pubblicità. Guardi, se serve glielo trovo io uno slogan, gliela invento io una cazzata e pure aggratis, se vuole. Ma questa no, è da debellare. Lo spot e il creativo che gliel’ha proposta.
Cordialità. Forse...

Narcolessia

Benvenuti alla nuova puntata di "Stai male? Curati!". Oggi parleremo di narcoless.... ronf ... ronf ...
Oggi parleremo di narcolessia, quel ... ronf ... ronf ...
Oggi parliamo di narcolessia, quel disordine neurologico caratterizzato... ronf ... ronf ...
Dicevo, caratterizzato da una incontrollabile ed improvvisa sonnolenza... ronf ... ronf ....
diurna... ronf .... ronf...
caratterizzata da... ronf ... ronf ...
numerosi e ripetuti episodi di... ronf ... ronf ...
sonno diurno... ronf ... ronf ...
... ronf .... ronf ...
...
...
scusate, il relatore non può portare avanti il suo intervento, oggi. C'è qualcuno di voi esperto della materia che se la sente di terminare la relazione?
Scusate... ehm... scus...
Uscere, spenga le luci e porti delle coperte, per favore...

Statistiche

Lo sai che ...

- Il rapporto sessuale medio dura circa 39 minuti.
(Al quarantesimo che succcede, viene fuori l'arbitro e ti squalifica? )

- Gli uomini dicono che la lunghezza media del pene eretto e' 10 pollici ( 25 cm ). Le donne dicono che e' 4 pollici ( 10 cm ).
(Le donne americane hanno QUATTRO pollici? Omioddio, Roswell è peggio di quello che si potesse pensare! )

- Il 56% degli uomini ha avuto rapporti sessuali al lavoro.
(Da soli in bagno o... ? )

- Il 33 % ha avuto un rapporto sessuale extra-matrimoniale.
(Alcuni invece Small-matrimoniale, Medium-matrimoniale e Large-matrimoniale...)

- Il 62% pensa che non ci sia niente di male in tali rapporti.
(Tanto basta trovare la propria misura, no? )

- Il 60% degli uomini e il 54% delle donne ne hanno avuto uno durato tutta una notte.
(Le percentuali non quadrano, il che significa che sì, gli uomini che restano fino a tardi al lavoro fanno sesso in ufficio, ma da soli! )

- La piu' comune fantasia sessuale e' il sesso orale.
(Parlarne fa sempre bene, bisogna esternare, tenersi tutto dentro è deleterio...)

- 4 preservativi su 10 sono stati comprati da donne.
(In farmacia.
"Buongiorno, vorrei 4 preservativi, per favore"
"Scusi, sa... ma la confezione è da 10..."
"Embè? Lei le legge le statistiche?"
"Veramente no"
"Bravo, è così che poi si fa disinformazione. Gli altri 6 li comprerà un uomo..." )

- L' 8% ha sesso anale in modo regolare.
(Ha in che senso? Lo possiede? Esiste? )

- Al 58% piace parlare sporco durante il rapporto sessuale.
(nel senso che parlano con la bocca piena di spazzatura? )

- Il 22% ha preso in affitto film porno almeno una volta.
(Blockbuster li rivorrebbe tutti indietro, però... )

La vita in diretta

Ben tornati! Oggi in studio abbiamo la sciura Pinuccia che ci racconterà della sua tremenda esperienza domestica, il sciur Gino con la sua saggezza popolare e la nostra velina Concettina che ci allieterà con i suoi esilaranti balletti.
Bene, sciura Pinuccia, ci dica... cosa le è successo ieri mattina?
"Ero poco distande dalla lavatrice, no? Indando che farcivo la macchina coi panni puzzolent che ammio marito fa il carrozziero e mi viene accasa con delle tute unte ma che più unte non si può, cosa m'accorgo?"
"Dica, dica, sciura Pinuccia, non ci tenga col fiato sospeso..."
"Ma non avevo mica finit'il Dasc? Emmò chi lo sente ammio marito che ci tiene assai che quando si arreca in officina la tuta ci brilla come appena uscita dalla tintoria?"
- Brusio di disappunto da parte del pubblico -
"Tremendo. Un'esperienza devastante. La ringrazio a nome di tutto il pubblico per la scelta coraggiosa di venirne a parlare qui in studio. Tutti noi dovremmo fare come la sciura Pinuccia. Basta coi silenzi, basta con l'omertà, basta col fingere che tutto va bene! No, signori miei, ci vuole il coraggio di questa casalinga, di questa donna umile e semplice che ci sia d'esempio e ci dia la forza di andare avanti! E poi, sciura Pinuccia, che cos'è successo?"
"Niend, ho usato Sciantecler"
- Applausi a scena aperta -
- Lacrime di commozione del conduttore -
"Signor Gino... lei cosa pensa della situazione grottesca in cui si è venuta a trovare la sciura Pinuccia e della forza morale con cui è riuscita ad uscire dall'empasse?"
"Chi è causa del suo mal trovi un rimedio"
"Incredibile. Ogni giorno il sciur Gino ha la parola giusta, il modo di dire esatto, confacente alla situazione. Mi dicono dalla regia che presto pubblicherà un volumetto in cui raccoglie tutti i suoi aforismi e perle di saggezza, è così?"
"Se trovo i sponsor penso de sì, 'ltrimenti me toca de 'ndare di nuovo a lavorar e mì gò mia tanta voia de lavorà, sa? Perché mi son un vecio contadino e gò 'e man grosse. Come se dise: Mani grosse, sberle abondanti."
- Ovazione -
- Ola del pubblico con cori da stadio: Poooooo popopopopoooooopooooooooooooo -
"Grazie per i suoi interventi, sciur Gino. Ci faccia sapere quando verrà pubblicato il suo libro, ne cureremo personalmente la commercializzazione. E adesso, un piccolo stacco pubblicitario!"
...
...
"Serena, in quei giorni, è sempre depressa. Ha forti emicranie, dolori al basso ventre, meteorismo, acne seborroica, dermatosi pruriginosa, scoliosi, tendinite, sinusite, utero retroverso e colon infiammabile. Ma per lei e per tutte le donne come lei, ora c'è la soluzione: Blondie, la parrucca Magica. La indossi e ti senti subito un'altra! Provala per 10 gg. a casa tua: se non sarai soddisfatta potraii rifilarla alla tua vicina di casa o riciclarla come regalo di natale per tua suocera! Ordinala oggi, in regalo avrai una bottiglia di Ferro China Bisleri con cui annegare i dispiaceri e una di preservativi gusto fragola, misura extra-large."

14 crediti...

... ancora uno e potrò postare una nuova foto. Che foto metto? Perché qui bisogna essere originali, eh? Mica si possono mettere foto banali tipo:
- addominali scolpiti (che manco michelangelo sulla cappella sistina. E per cappella intendo quella di San Pietro. No, non la "cappella" di San Pietro... vabbè, capite quel che cavolo volete...)
- faccino imbronciato con occhiali da sole (RayBan e Lozza ringraziano. Ma anche l'edicolante vicino di casa, credo, tanto in foto mica si capisce se son di marca o no...)
- faccino con labbra a cuoricino modello "ti sto mandano un bacio, ma sì, a te, proprio a te, però GUAI se provi a:
a) chiedermi di metterti nella lista di amici
b ) chiedermi se ho MSN
c) chiedermi se ti dò il mio numero di cellulare
perché finisci diretto in lista nera"
- Pose da vamp inguainate in abiti supersecsi-tivedonontivedo (che se non ti vedo è meglio), pizzi, strass, merletti, paillettes, argenterie varie, calze e reggicalze, guepieres, tacchi vertiginosi, scollature inguinali e minigonne ascellari
- diti medi alzati ("Sì, fottetevi tutti, perché io sono fuori dalla massa, io sono io e come me non c'è nessuno e voi siete una massa di etc... etc..." )
- panze strabordanti
- primi piani su poppe da paura (ma saranno poi vere? Quanti soldi sperperati in push-up ci saranno qui sopra? )
- autoscatti di tutti i tipi:
a) al cesso
b ) al cesso davanti allo specchio
c) al cesso, dietro lo specchio
d) autoscatto del solo specchio (oh, càpita a tutti di sbagliare, no??? )
e) in camera da letto
f) in camera, sul letto
g) in camera, un po' su e un po' giù dal letto
h) sul letto modello "yawn.. mi sono appena svegliata, guarda che miciona sexy sono..."
i) in camera, sulla poltroncina stile Luigi IVXVI
l) in camera, sulla scrivania, di fianco al PC spento
m) in camera, sulla scrivania, di fianco al PC acceso
n) sul PC acceso e spento
o) di nuovo al bagno (oh, mi scappava...)
p) di nuovo in camera ma con la vescica sgonfia (ed espressione sollevata)
q) sul balcone (noooooooooo... sul balcone???? Figata, mi mancava!!!! )
r) piedi nudi
s) piedi vestiti
t) piedi con calze velate (oh, mai un birkenstock col calzino a mezzo polpaccio, mai!!! )
u) gattini e cagnini e bestioline varie
v) fiorellini e fumettini e nuvolette varie
z) varie ed eventuali.

Insomma... qua ci vuole qualcosa di esageratamente originale, che si discosti dalle solite banalità che si incontrano girovagando per i vari profili (che poi... avessi mai visto un profilo! Tutti primi piani frontali! ). Metterò... metterò... Metterò una foto nera. Tra l'altro il nero è sempre di moda, lo abbini a tutto, snellisce, non impegna... e soprattutto lascia spazio a mille elucubrazioni.

Oroscopo Curdo

Scopri in base alla tua data di nascita a quale genere di pianta appartieni e leggi sotto il significato:
01 - 31 gen : Carciofo
01 - 28 feb : Taccola
29 feb : Fagiolo
01 - 31 marzo : Cecio
01 - 30 aprile : Carruba
01 - 31 maggio : Cicoria
01 - 30 giu : Cavolfiore
01 - 31 luglio : Pisello
01 - 31 agosto : Carota
01 - 30 settembre : Miglio
01 - 31 ottobre : Lupino
01 - 30 novembre : Crisantemo nano
01 - 31 dicembre (tranne natale) : Kamut
25 dicembre : Bulgur

Carciofo: Hai un carattere spinoso, dovresti "spuntare" alcuni tuoi lati bruschi. Il tuo slogan? "Fermate il mondo, voglio scendere!"

Taccola: La tua vita è piatta, noiosa. Non sai di nulla e nemmeno fai qualcosa per darti uno scrollone. Il tuo motto? "Seren non è seren sarà se non sarà seren si rasserenerà"

Fagiolo: Come mai un unico giorno all'anno? Ecco, bravo, domandatelo... dopodiché pensa al giorno dopo una cena a base di pasta e fasoi e fatti un bell'esame di coscienza. Il tuo detto? "Tromba di culo, sanità di corpo"

Cecio: Parente prossimo del fagiolo ma con meno effetti collaterali.

Carruba: Puzzi, fattene una ragione. E poi sei inutile, ti mangiano solo i cavalli. Non sei di compagnia e al supermercato non ti si trova mai. Per te: "Meglio soli che morti".

Cicoria: Hai una personalità amara, difficile da digerire, ma in compagnia di lattuga e rucola anche tu acquisti personalità. Il tuo slogan? "Se qualcuno ruba un fiore per te, si dev'essere sbagliato!"

Cavolfiore: Brutto, butterato, con una fiatella da svenimento, tendente al meteorismo, sei l'ideale per una serata in cui manca il divertimento. La frase che ti contraddistingue? "O mangi 'sta minestra o apri 'sta finestra"

Pisello: Popolarissimo, in specie fra il gentil sesso, di solito ti cercano in carne e bello fresco. Da giovane sei eccezionale, quando cominci ad appassire fai tenerezza. Frase celebre: "Carpisci adesso che vedi come sto messo..."

Carota: Praticamente inutile se non durante le vacanze al mare, quando si scoprono le tue qualità abbronzanti (e di "compagnia" quando mancano i mariti...). Proverbio: "La carota ben pelata vale quasi una scop..." ehm...

Miglio: Hai un appettito da passerotto, ma se diventi verde c'è da starti ben lontani: non perdoni! Il tuo motto? "A me Hulk me fà 'na pippa!!!"

Lupino: Simpaticamente rotondetto e di sano colorito, senza la o finale diventi un personaggio estroso e inafferrabile. Salutaci Margot!

Crisantemo nano: La tua elevata cultura e il tuo alto rigore morale fanno di te un peronaggio noioso. Rilassati. E quando entri in un bar, siediti su uno sgabello, prima di ordinare. Motto: "Donna nana tutta tana" oppure "L'uomo nano non sarà bello, ma possiede un bel manganello". Solo per intenditrici!

Kamut: Il tuo nome deriverebbe da Ka’ moet che, nella lingua egizia antica, significava "anima della terra". Beh, meglio anima della terra che anima de li... Energetico!

Bulgur: Eh? Chi sei???

Test

Ecco un nuovo gioco che spopola sul web e sulla community. Questo test ha già fatto il giro del mondo tre volte, è stato sulla luna, su marte, su Giove, su Alpha Centaury, nel sistema solare di Cygnus IV e poi è ritornato sulla terra perché aveva finito il carburante.
Devi rispondere ad una semplice domanda, dopodiché incollare il post nel blog di un utente qualsiasi, a caso, meglio se del sesso opposto al tuo (ma non obbligatorio), copiarlo a mano in bella calligrafia su 150 volantini in carta rosa ed imbucarlo in almeno 30 capoluoghi di provincia italiani e una città estera (no San Marino e no Vaticano).
Dopo aver fatto tutto questo ti capiterà qualcosa di incredibile!

Luciano Tresoldi, 32 anni, di professione becchino, passeggiando per una via del centro, è riuscito a schivare una cacca di cane!

Saveria Multrozzi, 69 anni, pornostar in pensione, dopo aver starnutito violentemente è riuscita a ritrovare la dentiera che si era infilata sotto il divano!

Egisto Capozzi, 42 anni, muratore e pittore a tempo perso, si è improvvisamente ricordato dove aveva parcheggiato la macchina vent'anni prima, ci è andato e l'ha ritrovata!

Norina Vegetti, 12 anni, Lupetta della Sezione Scout "Giovani con Gesù e altri amici", Mentre mangiava una minestra di capelli d'angelo in brodo, a causa del singhiozzo ha rischiato che i capelli d'angelo le uscissero dal naso e invece non è successo!

Se anche tu vuoi che ti succedano cose così meravigliosamente splendide, rispondi alla domanda, segui le istruzioni alla lettera e dopo un tot di tempo (somma la tua data di nascita gg + mm + aaaa, l'ora in cui sei nato, il tuo peso presunto ed effettivo, dividi per le volte in cui vai di corpo al giorno e moltiplica per 6,513) ti capiterà qualcosa di eccezionale.

Sei pronto?

Non avere fretta, non andare fino alla fine così di corsa!

Ancora un attimo...

Sta arivando la domanda...

Ci siamo...

Manca poco...

La domanda è...

"Come mi chiamo?"

Per ogni risposta esatta, a seguito delle regole del presente test, vi verrà inviata per posta una gigantografia di Padre Pio che indossa la maglietta "A Woodstock c'ero anche io", una confezione da 6 litri di soluzione Schoum, 12 bicchieri in plexiglass serigrafati e uno strappapeli da naso!

Le macchine...

... si stanno ribellando!

Gentilissimo Dottor Moscoso,
è con estremo rammarico e anche un cicinin di paura che vado a comunicarle quanto segue:
nella sala ristoro posta al piano terra, poco distante dal suo simpatico ufficio, sta accadendo qualcosa di terrificante: le macchine si ribellano!
Mi accingevo a prender un semplicissimo alimento, che definirò “sandwich”, quando lo stesso si incastrava nella macchina in posizione, ahimé, per nulla accessibile e, soprattutto, inamovibile.
Siccome sono donna dotata di spirito e altresì di intelletto, ho ragionato sul fatto che non avrei potuto infrangere il vetro della macchina ed ho pensato di far scendere un altro sandwich. Capirà la mia sorpresa quando quest ultimo, nello scendere con soave grazia, andava a sfiorare il primo e si lasciava cadere nell’apposito vano da cui, con prontezza di riflessi e scatto felino, lo andavo a raccogliere.
Non contenta, rifletti che ti rifletti, ho pensato “Vuoi che possa succedere una seconda volta?” Così, pervasa da una temporanea sensazione di ottimismo, di nuovo ho premuto il tasto del sandwich e di nuovo, con mio profondo sconcerto, ho visto il terzo sandwich atterrare planando, dopo essere rimbalzato sul sandwich incastrato, nell’apposito vano da cui l’ho recuperato tosto (che significa subito, non tostato).
Non paga di questa terribile esperienza e certa che la tecnologia non sarebbe stata più tenace di me, ho reinserito la chiavetta, ma questa volta non ho premuto il tasto del Sandwich, bensì quello del Balisto. Ho pensato: probabilmente il peso specifico di biscotto + uvette + canditi + cioccolato opererà una spinta maggiore rispetto ad un sandwich. Inoltre, lo spazio che il Balisto deve percorrere per atterrare nell’apposito vano è molto più ampio, dal che si deduce che, cadendo, aumenterà progressivamente la sua velocità nonché il suo peso (la fisica insegna) e vuoi che stavolta il sandwich incastrato non si disincastra?
Indovini?
Non s’è disincastrato.
Ho anche provato a scuotere il distributore, ma sa, io sono 1,63 cm x 68 kg, quel bestione è quasi un armadio a tre ante: Lei pensa che si sia minimamente mosso?
Mi sono fatta aiutare da due bei ragazzotti del magazzino (accidenti, ma che bei fusti ci sono, di là? ) : Lei pensa che si sia minimamente mosso?
Bravo.
Ho piazzato un cartello in cui dico che il sandwich, se qualcuno lo recuperasse, è mio, che è inutile rubarlo perché Dio vede e provvede e provvederà sicuramente a mandare un castigo così solenne che le piaghe d’egitto, al confronto, sono una partita a carte!!!
Ma non è finita qui!
Avendo finito i soldi nella chiavetta (capirà, faccia i conti: 1,50 + 1,50 + 1,50 + 55 sono una bella sommetta), ho inserito la chiavetta nella macchina per il caffè con l’insano proposito di ricaricarla di almeno un euro e indovini???
LA MACCHINETTA DEL CAFFE’ SI E’ CIULATA IL MIO EURO!!!
Le assicuro che uscendo dalla sala ristoro ho sentito distintamente provenire dalle macchine una risata satanica.
Ora, a parte far venire un esorcista (non per me, per le macchine!!!), Lei crede di poter fare qualcosa?
Sinistramente sua,
Gloria

Partecipa Numeroso!

Il comune di Frittole, in collaborazione con

l’Ente del Turismo di una regione qualsiasi, a caso, scegliete voi;
il Ministero per le Infrastrutture e l’abbattimento delle Barriere Architettoniche;
il Dipartimento di Psicologia Comportamentale di Reggio Calabria
e la Salumeria “Ciccioli a gògò”

Presenta la…

I gara di “Centra la tazza del cesso”
rivolta a tutti gli appartenenti al genere maschile di età compresa tra i 3 anni in su, basta che siano vivi.

Le iscrizioni dovranno effettuarsi entro il 30 settembre 2007 dietro presentazione di certificazioni d’idoneità, ovvero:

- dichiarazione scritta di un componente della famiglia – preferibilmente femminile in quanto imparziale (moglie, madre, nonna, zia, convivente, coinquilina, animaletto domestico) - che attesti che nell’ultimo mese non abbiate pisciato fuori dalla tazza;
- immagine polaroid dell’ultima pisciata effettuata (farà fede la presenza di un quotidiano su cui sia ben visibile la data di emissione dell’esigenza fisiologica) con centro esatto della tazza e dimostrazione che sul pavimento non ne è caduta nemmeno una goccia;
- filmato amatoriale comprovante l’avvenuto espletamento fisiologico nei canoni e secondo le regole vigenti per la partecipazione alla gara;
- semplice autocertificazione in carta da bollo. In questo caso al concorrente verrà fatta superare una prova pratica nel bagno degli spogliatoi dello stadio, prima dell’iscrizione alla gara, onde verificare che l’autocertificazione sia valida.

I premi in palio sono i seguenti:

Al 1° classificato: una vacanza per due persone alle terme di Boario, un bicchiere in puro vetro con personalizzazione serigrafata “Io c’entro la tazza!” – precisiamo che trattasi di un gioco di parole, non di errore – e un cartonato in dimensioni reali della Cariatide del Gruppo TNT col fumetto che recita: “La mia prostata? E’ solo un ricordo…”

Al 2° classificato: Album comprensivo di tutte le figurine, già attaccate, dei grandi piscioni della storia; un trofeo “Tazza del cesso” in similpeltro con dorature e targa commemorativa “Sono arrivato secondo, ma solo per una goccia!”; foto autografata da Nilla pizzi.

Al 3° classificato: Organo Bontempi a tasti colorati per facilitare l’apprendimento; corso multimediale “Bontempi for dummiest”; visita oculistica per verificare l’assenza di daltonismo.

Dal 4° al 10° classificato: Visita specialistica da un urologo di vostra fiducia. In caso di mancata comunicazione dell medico preferito, i vincitori verranno visitati dal Professor Antinore Brighenti, vincitore della Cattedra di urologia con la tesi “L’urina, un’amica di cui fare a meno”.


Di seguito, alcune testimonianze raccolte in occasione delle preselezioni dei possibili partecipanti alla gara:

Gianguido Spinosini – 43 anni – coltivatore diretto
“Sono anni che mi alleno per questo evento. Ogni giorno bevo due litri di acqua oligominerale a basso contenuto di sodio e stronzio e piscio dalle 10 alle 15 volte al giorno, talvolta anche la notte. Mangio angurie e meloni tutti i giorni: in inverno mangio quelle surgelate durante la bella stagione. E’ una vita dura, quella dell’atleta, ma dà anche un sacco di soddisfazioni: l’ultima volta che ho pisciato sono riuscito a farlo senza nemmeno sporcare la tavoletta del cesso che avevo malauguratamente lasciato abbassata!”

Ulderico Bu – proprietario del pub “Il Brufolo sul culo”
“All’inizio non volevo partecipare, poi, dietro pressione dei miei affezionati clienti che mi hanno visto riempire una pinta di birra col piscio per fare uno scherzo al Tony, mi sono convinto che devo assolutamente provarci. Non punto al primo posto, sarei troppo immodesto a sperarlo, ma almeno un buon piazzamento, quello credo di riuscire ad ottenerlo”

Natasha Pishalova – moglie dell’aspirante al titolo Gigi Mancuso detto “Petardo”
“Quando ho letto il bando di concorso e ho visto che era una gara rivolta esclusivamente agli uomini mi sono sentita discriminata. “Ehi – ho pensato – anche io so pisciare in piedi, che ci vuole?” Poi ho guardato mio marito ed ho realizzato che doveva assolutamente partecipare: è uno dei pochi uomini al mondo che riesce a pisciare e scoreggiare contemporaneamente, senza far cadere nemmeno una goccia fuori dal water. Ecco il perché del suo soprannome. Certo, gli inconvenienti capitano… come quella volta che mentre faceva pipì ha tirato uno scoreggione dimenticandosi che a pranzo aveva mangiato solo cachi e formaggio, ma ogni tanto ci può stare, no?”

Elia Meneghetti – 7 anni, sezione B della scuola elementare “Pio XXXVVVIIIXII periodico”
“Mia mamma dice che se studio un po’ di più, con la pipì riesco a scrivere anche il mio cognome, oltre al nome. Adesso mi sta insegnando a fare la pipì seduto, ma mi hanno detto che questa tecnica in questa gara non si può usare. A me piace il latte ma la mamma mi fa bere sempre e solo te. Speriamo di non deluderla, altrimenti ha detto che babbo Natale, quest’anno, non mi porterà il kit “Realizza da solo una testata nucleare” che ci tengo tanto…”

Ringraziamo i nostri sponsor:

Ortopedia Spaccaossa – in promozione 3 x 2 pannoloni per incontinenti
Scuola Guida “Turbo” di Maicol Lumaca
Fratelli Lenza – tutto per caccia, pesca e quant’altro
Studio Dentistico Abdel Hakhim – ogni dentiera due estrazioni GRATIS!

Lista nozze

Dliiin Dlooooooooooooooooooon…
“Salve, ha bisogno?”
“Sì. Ecco, sono qui per … ehm… una lista di nozze”
“E’ da sola?”
“Uhm… sì, perché?”
“Oh, nulla, ma… vede, di solito le altre ragazze vengono col compagno…”
“Beh, ma io devo solo scegliere…”
“E sceglie da sola?”
“Beh, devo. Non ho un compagno, quindi…”
“Scusi, non ha un compagno e viene a scegliere una lista nozze?”
“A prescindere che non ci vedrei nulla di male, nel caso, comunque non devo sceglierne una qualsiasi…”
“Mi scusi, sa, se insisto… ma la lista di NOZZE si chiama, giustappunto, di NOZZE perché presuppone il fatto che qualcuno, nella fattispecie un uomo e una donna, anche se i tempi ora sono cambiati, vada a NOZZE, ovvero si sposi”
“La ringrazio per avermi regalato questa perla di saggezza, ma ne ero altresì al corrente, difatti se lei mi avesse fatto parlare, le avrei potuto spiegare che la lista NOZZE non devo sceglierla io bensì devo scegliere UN regalo dalla lista di NOZZE che una coppia di amici ha preparato nel suo erudito negozio”.
“… Già. Ah-ehm… a che nome è stata fatta la lista nozze?”
“Non me lo ricordo”
“Come sarebbe a dire che non se lo ricorda?”
“Sarebbe a dire che non me lo ricordo. Conosco solo lei, in effetti; partecipa al corso di meditazione del giovedì sera…”
“Però vede, signorina, se lei non mi dice il nome degli sposi io non so che lista nozze mostrarle…”
“Se gliela descrivessi?”
“Non siamo in commissariato, signorina, qui non si lavora su identikit, ma su identità ben precise, nome e cognome”
“Beh, il nome credo di ricordarmelo”
“E’ già qualcosa. Come si chiama?”
“Io o la ragazza?”
“La ragazza. Di lei possiamo parlare in un secondo momento, forse…”
“Si chiama Ashrad”
“Ashrad? Che nome è, arabo? Cinese?”
“No, no, lei è italianissima, è il suo nome sannyas”
“… sanniache?”
“Il nome che si danno i seguaci dei santoni indiani…”
“Capisco, ma non credo che abbia fatto la lista nozze con quel nome. Non ricorda il nome in italiano o quello del compagno?”
“Vede, di solito al corso quando si medita si sta zitti. Non è che abbia parlato molto con questa ragazza”
“Mi faccia capire: praticamente non la conosce però le fa lo stesso il regalo di nozze? Un gesto davvero carino…”
“Ah, beh, a dire il vero io non avrei voluto farglielo, la ragazza in questione mi è persino un po’ antipatica, si figuri. Ma il nostro insegnante di meditazione ci ha sempre detto che, per la legge del Karma – Dharma, se si fa una buona azione ci si evolve sempre di più, fino a raggiungere l’illuminazione”
“Ah, guardi, per l’illuminazione noi siamo all’avanguardia…”
“Non quel tipo di illuminazione. Qui si parla di illuminazione dello spirito, elevazione animica, fai del bene e ne otterrai dieci volte di più, metti in circolo energia positiva e distruggi quella negativa, respira aria buona, butta fuori aria cattiva, rigenerazione dell’aura, apertura dei chackra, telepatia, preveggenza…”
“Quindi, mi scusi, lei mi vuol dire che basta fare una buona azione per avvicinarsi un po’ di più al “divino”, giusto?”
“Giusto, bravo!”
“E che non importa chi sia il destinatario del suo bel gesto, basta farlo, è così?”
“Esattamente”
“Per caso lei è già arrivata alla preveggenza o alla telepatia?”
“Eh, no, non ancora. Mi sa che il mio cammino è ancora molto lungo…”
“Allora guardi… forse avrei un suggerimento: faccia un regalo ad una coppia qualsiasi”
“Scusi… ma secondo lei faccio il regalo a qualcuno che non conosco?”
“Perché, quell’altra la conosce? Non sa nemmeno come si chiama!”
“Anche lei ha ragione. Forse non è poi un suggerimento così malvagio”
“Bene, allora signorina… come si chiama?”
“Io o la ragazza?”
“Lei, stavolta”
“Serena”
“Che bel nome, Serena. Ecco, per esempio, se scartabelliamo tra queste liste nozze, vediamo…”
“Questa mi piace, guardi: Nunzio e Agrippina”
“No, troppo classica, aspetti…”
“Questa? Selene e Aldo”
“No, questi li conosco, hanno fatto una lista nozze veramente… ecco, un po’ volgarotta, diciamo”
“Ah, capisco. Che ne dice di Ginevra e Salvo?”
“Non lo so, mi sa di epico: “Salvo Ginevra…”. E’ da film!”
“Allora, forse…”
“Ecco, eccola qui, quella giusta: Amelia e Dante. Che ne pensa?”
“Sì, beh… per carità, niente da dire… però, suvvia, che razza di genitori sono quelli che chiamano il proprio bambino Dante?”
“Non siamo qui per criticare la scelta di un nome. Siamo qui per scegliere un regalo di nozze. O sbaglio?”
“Per carità. Certo. Cosa c’è nella lista?”
“Guardi, è rimasto un unico regalo, tutto il resto è stato già comprato”
“Dunque… servizio di porcellana cinese dipinta a mano dai monaci tibetani, con rifilo in oro zecchino 24 carati, composta da 159 pezzi… 3.795 euro???”
“Eh, beh, è il pezzo più costoso della lista…”
“Scusi, ma perché dovrei comprarlo io?”
“Beh, mi ha fatto una testa così con le buone azioni, l’anima, l’elevazione spirituale, l’energia, i chackra eccetera e adesso non vuole più raggiungere tutto questo?”
“Beh, certo che sì ma mi pare un po’ eccessivo…”
“Le pare eccessiva la telepatia?”
“No, ma…”
“Le pare eccessiva la preveggenza?”
“No, ma vede..”
“Le pare eccessivo che grazie al suo gesto forse sparirà la guerra nel mondo?”
“…. No, però…”
“E che milioni, o meglio ancora, miliardi di bambini non soffriranno più la fame?”
“Beh, messa così…”
“E che il deficit di Cuba venga annullato, l’embargo revocato e anche loro possano godere del progresso?”
“Senta, va bene, ho capito. Le firmo un assegno, va bene?”
“Carta di credito sarebbe meglio”
“Capisco. Ecco, prenda”
“Con questo piccolo gesto lei ha sovvertito le sorti del mondo, si rende conto? L’umanità le sarà grata”
“Proprio piccolo non direi. Però se l’umanità mi sarà grata… Di sicuro mi saranno grati Dante e Amelia”
“Poco ma sicuro”
“Beh, dopo questa buona azione da guinnes dei primati posso andare”
“La accompagno?”
“Grazie, conosco la strada. La saluto Signor…?”
“Dante”