martedì 29 gennaio 2008

Bus 12

“Scusi, è già passato il 12?”
“Non lo so, sono appena arrivato anche io”
“Sa dirmi a che ora passa?”
“No, ma guardi, lì c’è appeso l’orario, quindi può vederlo da sè”
“Ci guarderebbe lei, per favore? Son senza occhiali”
“Uhm... certo. Vediamo... passa alle 15,47”
“E adesso che ore sono?”
“Le 15,33”
“Cavoli... quanto manca?”
“Se la matematica non è un’opinione, dovrebbero mancare 14 minuti”
“Così tanto?”
“Non li ho decisi io, gli orari”
“Speriamo non sia in ritardo...”
“Già”
“Ma lei è molto che aspetta?”
“No, come le dicevo, sono appena arrivato”
“Non può essere appena arrivato, scusi. Era già qui quando sono appena arrivato io”
“Allora sono arrivato da un paio di minuti...”
“E non ha visto passare il 12?”
“No, non l’ho visto, altrimenti avrei corso per prenderlo al volo”
“Ma lei ci vede bene?”
“Benissimo, perché?”
“Perché magari non l’ha visto e l’ha perso anche lei”
“A prescindere che un pullman è difficile non vederlo anche per un miope, ma foss’anche l’avessi perso non vedo quale sia il problema”
“Non ha fretta?”
“No”
“Strano”
“Perché?”
“Perché al giorno d’oggi hanno tutti fretta. Come mai lei no?”
“Perché faccio le cose con un certo anticipo, quindi non ho bisogno di scapicollarmi”
“Quindi lei sapeva che il 12 passava alle 15,47”
“Più o meno sì”
“E allora perché più o meno ha dovuto guardare l’orario quando gliel’ho chiesto?”
“Perché volevo darle una risposta sicura, esatta”
“Altrimenti non era sicuro nemmeno lei?”
“Teoricamente sì, ma avrei potuto dirle un orario sbagliato di un paio di minuti in più o in meno”
“Quindi per lei non fanno differenza un paio di minuti in più o in meno?”
“Senta, ma questo cos’è, un terzo grado?”
“No, certo che no. Si fa così, per parlare...”
“Beh, mi pare che abbiamo già parlato abbastanza, no?”
“Certo, certo... può dirmi che ore sono, adesso?”
“... le 15,39”
“... E sa mica dirmi qual’è la fermata di Piazzale Siena?”
“Sì”
“... Sì, ma.. qual’è?”
“Promette che poi non mi chiederà più nulla?”
“Promesso”
“E’ la settima partendo da qui”
“Ma la settima compresa questa o la settima da quando partiamo?”
“... la settima FERMATA da quando partiamo”
“Quindi da quando salgo sul 12 devo contare sette fermate, giusto?”
“Giusto”
“E se il pullman ne salta una?”
“Allora è meglio che chieda all’autista”
“Ma all’autista non si può parlare. Deve guidare, lui!”
“Senta non so cosa dirle, si sieda vicino a qualcuno e se lo faccia dire, no?”
“Già, giusto”
“...”
“... ma lei prende il 12?”
“No, io sono qui a perdere un po’ di tempo, visto che sono in anticipo e non ho niente di meglio da fare”
“Ah, beato lei. Io devo andare all’INPS”
“Capisco”
“Sa, per una pensione”
“Ma va?”
“Già. Devo fare un consulto per vedere quanto mi daranno di pensione e quando”
“Non mi dica...”
“Ormai gliel’ho detto”
“Intendevo... lasci perdere”
“Ho appuntamento alle 16 precise col funzionario”
“Eh, i funzionari son precisi, eh?”
“Già. Non voglio mica arrivare in ritardo...”
“Capisco...”
“Che ore sono?”
“E’ ora di comprarsi un orologio...”
“Ce l’avevo. Quello che mi hanno regalato quando sono andato in pensione, ma si è rotto”
“Uhm...”
“Allora mi può dire che ore sono?”
“Uffaaaaaaaaaaaa... sono le 15 e 44...”
“Allora a momenti dovrebbe essere qui!”
“Sì, fra tre minuti”
“Più o meno...”
“No, precisi”
“Anche adesso?”
“Adesso quando?”
“Adesso. Saranno già passati almeno trenta secondi, no?”
“Senta, io mi incammino a piedi...”
“Perché? Tra due minuti, più o meno, il bus sarà qui”
“Non importa, è una bella giornata, mi è venuta voglia di fare 4 passi e poi non ce la faccio più a rispondere alle sue domande assurde”
“Emmammamia, che caratterino! Vada, vada... Che tempi! Non si può più scambiare quattro chiacchiere nemmeno alla fermata del bus...”
“Quattro chiacchiere? Mi ha fatto ventimila domande, è senza occhiali, senza orologio, devo spiegarle per filo e per segno cose che dovrebbero essere ovvie anche ad un bambino delle elementari e quello col “caratterino” sarei io?”
“Sta arrivando il 12”
“Bene, lo prenda”
“Se permette, lo decido io se prenderlo o meno”
“Decida in fretta, perché altrimenti lo prendo io”
“Se lo prende lei allora io non ci salgo”
“Benissimo”
“Benissimo”
“...”
“...”
“...”
“...”
“Scusi... cosa c’era scritto sul display?”
“Fuori servizio...”

lunedì 28 gennaio 2008

Chiarezza

"Allora... grazie per la bella serata"
"Aspetta! Non mi chiedi di salire?"
"Perché?"
"Per bere qualcosa, no?"
"Fammi capire... dopo due Margarita, una Guinnes, due Ceres e il chupito della staffa, tu avresti ancora sete?"
"No, ma... dai, è la classica formula. Lei chiede a lui se vuole salire a casa un attimo per un caffè..."
"Tu non bevi caffè"
"Potrei cominciare stasera"
"Ma io non ho caffè. Bevo solo tisane"
"Uhm... di che genere?"
"Disintossicanti e depurative. Tarassaco, finocchio, betulla..."
"Capisco. Nemmeno un caffè d'orzo, un decaffeinato...?"
"No. Non bevo quella roba lì, io"
"Beh, ma allora non so... un bicchier d'acqua"
"Finita"
"E come fai con le tisane, allora?"
"Le bevo da mia madre"
"Vabbè, come la fai lunga... Facciamo così, perché non saliamo un attimo da te?"
"Perché?"
"Per stare un po' insieme, no?"
"Perché, fino ad ora cosa abbiamo fatto?"
"Sì, vabbé, ma io intendo... insieme INSIEME..."
"Lo abbiamo appena fatto, LO ABBIAMO APPENA FATTO"
"Uff... che fatica che si fa con te. Intendevo stare insieme "da soli" "
"Lo stiamo facendo. Siamo qui, in macchina, da soli"
"Ma da te è più comodo! Qui fa freddo..."
"Io non ho freddo"
"Ma sai che sei davvero una ragazza strana?"
"Perché?"
"Cioè, voi donne avete sempre un gran freddo e l'unica che invece non ce l'ha, l'ho trovata io?"
"Ho il metabolismo veloce"
"E io gli ormoni a stantuffo"
"Cavoli, è grave?"
"No, mi procura solo un po' di gonfiore che con qualche massaggio però scompare"
"E dove vai a farti fare i massaggi?"
"Speravo me ne facessi uno tu..."
"Ah, io non sono capace"
"Tu non sei molto perspicace, eh?"
"Cosa intendi?"
"Scusa, dimenticavo che sei bionda. Allora non si sale, giusto?"
"Giusto"
"Però mi scapperebbe la pipì..."
"Beh, sono le due di notte, non passa nessuno e lì c'è una bella siepe rigogliosa"
"Ma nel tuo bagno sarebbe più comodo"
"Dimentichi che non ho l'acqua"
"Eh? E tu come fai?"
"Vado da mia madre"
"Ma dove vivi, al colosseo?"
"No, lì, al 23"
"Lo so, era per dire... Ma almeno un letto ce l'hai?"
"Sì, ho un letto ad acqua"
"Stai scherzando..."
"Assolutamente no"
"E com'è? Comodo?"
"Insomma... diciamo che bisogna abituarsi"
"Me lo faresti vedere?"
"Perché?"
"Non ne ho mai visto uno da vicino..."
"Perché, da lontano sì, invece?"
"Sì... credo di sì"
"Beh, è uguale, solo che da vicino è più grande"
" ... Non credevo sarebbe stato così complicato... Cioè, intendo dire... mi sembrava di piacerti"
"E' vero"
"Allora come mai è così difficile farsi invitare a casa tua?"
"Ma perché? Per cosa?"
"Te l'ho detto, per stare un po' insieme da soli!"
"Ma lo stiamo già facendo!"
"Intendo più intimamente!"
"Ma più intimamente che in una Smart non saprei come!!!"
"Mamma mia... non c'è verso. Vabbé, senti, mi è venuto mal di testa, è meglio che vada"
"Mal di testa? Fra tutti gli uomini che ci sono al mondo l'unico che si inventa il mal di testa l'ho trovato io?"
"Per forza, scusa... è mezz'ora che ti chiedo di salire a casa tua però prima non hai il caffè poi non hai l'acqua però bevi le tisane ma a casa di tua madre dove peraltro vai anche ad espletare i bisogni fisiologici dormi in un letto ad acqua che non si sa come riempi perché in casa di acqua non ne hai... mi pare che ci siano tutti gli elementi per capire che stasera non si fa all'amore!"
"Bastava chiedere"
"L'ho fatto!"
"Non mi pare. Prima mi hai chiesto di salire per un caffé, poi per un bicchier d'acqua, poi per fare pipì, poi per vedere il mio letto, ma non mi hai mai detto che volevi salire per fare all'amore! E' vero o no?"
"Ti va di fare all'amore?"
"Non vedevo l'ora che me lo chiedessi"
"Si sale da te?"
"Perché?"
"..."

martedì 22 gennaio 2008

Il mattino ha loro in bocca

“Il mattino ha loro in bocca, il mattino ha loro in bocca, il mattino ha loro in bocca, il mattino ha loro in bocca, il mattino ha loro in bocca, il mattino ha loro in bocca, il mattino ha loro in bocca, il mattino ha loro in bocca, il mattino ha loro in bocca, il mattino ha loro in bocca, il mattino ha loro in bocca, il mattino ha loro in bocca…”
“Jake?”
“Sì, Wendy?”
“Mi sa che questo testo è sbagliato”
“Quale, Wendy?”
“Questo, il tuo. Questo qui nella macchina da scrivere”
“Sbagliato, Wendy? E perché, di grazia?”
“Non so… sei sicuro che volevi scrivere “loro”?”
“Sicurissimo, Wendy”
“Eppure è strano. Secondo me il significato non è giusto. Chi sarebbero, “loro”?”
“Non lo so, Wendy, potrebbero essere chiunque, o qualunque cosa”
“Sì, capisco, Jake, ma cosa?”
“Te lo ripeto, Wendy, non lo so. Wurstel?”
“Scusa, Jake, ma ti pare che il mattino mangi i wurstel?”
“In effetti sono un po’ pesantucci. Forse sono gli Abbracci del Mulino Bianco…”
“Ma no, non credo. E penso non siano neanche i PanDiStelle”
“Giusto, Wendy, quelli van bene la sera. Vediamo… e se fossero uova e bacon?”
“Colazione tipicamente anglosassone, Jake. Qui, però, siamo in Colorado”
“Vero anche questo. Magari non è cibo, magari è qualcos’altro. Che ne so, una frase, un proverbio, una metafora”
“Tipo?”
“Wendy, non lo so… non essere così insistente…”
“Beh, no, Jake, scusa, quando fai il volubile mi fai incazzare… Fammi un esempio, no? Cosa ti costa?”
“Va bene, Wendy, proverò a farti un esempio. Il mattino ha i sogni in bocca. Ecco. Così ti garba?”
“Ma dai, Jake, stai scherzando! Che diamine significa che il mattino ha i sogni in bocca? E’ un esempio senza senso, scusa…”
“Wendy, è il primo che m’è venuto in mente!”
“Beh, è un esempio stupido, Jake. Adesso capisco perché ultimamente non riesci a scrivere, hai veramente delle idee banali!”
“Wendy, per favore… non ricominciare…”
“Ah, sono io che ricomincio? Tu scrivi cazzate e sono io che ricomincio. Siamo qui, in un hotel sperduto sulle montagne del Colorado, tutto quello che sai scrivere è “Il mattino ha loro in bocca” e non riesci nemmeno a motivarmi chi sono “loro”!”
“Ok, ci riprovo… Ah-ehm, allora… Il mattino ha i fiori in bocca”
“E dove siamo, nella reclame del Colgate?”
“Ci sto provando, Wendy, abbi pazienza… Il mattino ha i saluti in bocca”
“I saluti. Cos’è, un piccione viaggiatore?”
“Cristo, Wendy, dammi tregua… Anche “I fratelli Karamazov” non è stato scritto in un giorno”
“E difatti non l’hai scritto tu”
“Wendy, ho l’impressione che tu non abbia fiducia in me”
“Non è un’impressione, Jake, è la realtà! Ribadisco il concetto, secondo me hai sbagliato a scrivere la frase di partenza”
“Ti dico di no, Wendy. Ne sono sicurissimo, la frase è giusta”
“Allora dimmi chi sono loro”
“Sono… i voli radenti di uccelli rapaci nel pigro migrare verso lidi migliori”
“… Vabbè, io vado a fare le valigie”
“Che cos’ho detto di male, stavolta?”
“Cosa? Jake! “voli radenti di uccelli rapaci nel pigro migrare verso lidi migliori”: ma neanche tuo figlio che vede la gente morta potrebbe mai scrivere una frase simile. Non c’è metrica, non c’è ritmo, non c’è poesia. E’ un putpourri di parole messe a casaccio!”
“Wendy, ti prego… così su due piedi è la cosa migliore che m’è venuta”
“Ma Jake… almeno prova a cambiare la frase, no? Che so? Mettici… il mattino ha le fresie in bocca. Così almeno è più poetico”
“Fresie? Cosa sono le fresie, Wendy?”
“Fiori, Jake. Sono fiori. Vabbé, sei proprio senza speranza”
“Eh, no, Wendy… adesso basta”
“Jake… che ti succede? … Perché mi guardi così? Non credere di farmi paura, sai? Metti giù quell’ascia… ricordati che sono cintura nera di karate e istruttrice di arti marziali, oltreché di Thai Chi…”
“Adesso basta, Wendy… mi dai dell’incompetente e io zitto. Mi dici che scrivo cose banali, e io mando giù. Metti in dubbio la mia professionalità e non batto ciglio. Ma arrivare a dirmi che sono senza speranza… da te che sei mia moglie, Wendy! La luce dei miei occhi…”
“… Jake… fermati! Hai ragione tu, la frase è bellissima. I “voli radenti di uccelli rapaci nel pigro migrare verso lidi migliori” è la frase più bella che abbia mai letto… Nemmeno Quasimodo avrebbe saputo fare meglio… Nemmeno Oscar Wilde avrebbe potuto creare un aforisma più efficace… Nemmeno il signor Perugina, nei suoi Baci, avrebbe potuto inserire frase più poetica… JAKE!!!!”



“Il mattino ha loro in bocca, il mattino ha loro in bocca, il mattino ha loro in bocca… Il mattino ha… l’oro in bocca! Wendy, avevi ragione! Stavo scrivendo la frase sbagliata! Wendy? …Wendy? …”

Personalità politiche del XXI secolo

Riflettevo sulle vicende politiche italiane, poco fa e d’un tratto ho avuto un’illuminazione. Poi ho scoperto che la mia collega aveva acceso la luce e mi sono rilassata. Continuando a riflettere, mi è balzata un’ideuzza e ho fatto una piccola ricerca.
Non so se a voi è mai capitato di pensare ai cognomi dei nostri politici, però a me sì, specie adesso che il caso Mastella è così acceso. Così ho fatto una ricerchina in internet ed ho scoperto un sacco di cognomi davvero buffi.
Poi ditemi come fa, un italiano, ad avere stima di certi personaggi.
Ma cominciamo, appunto, dall’ex-onorevole Mastella.

Clemente Mastella - Un papa in ammollo
Sergio Abramo e Nicola Adamo - I capostipiti della politica italiana
Amato Amati - Due desinazioni, una certezza (Giuliano Amato, invece, ne ha solo una...)
Pietro Armani - L’eleganza e lo stile
Stefano Baccelli - come due piselli nei Baccelli... Lo disse anche Ollio
Raffaele Baldassarre - che sta ancora aspettando Melchiorre e Gasparre
Carla Barbarella - Jane Fonda je fà ‘na pippa!
Antonio Bassolino - In realtà è “Basso? Lì, no”.
Alessandro Battilocchio - Bevi Giommi
Viviana Beccalossi - Ottima come centravanti
Italo Bocchino - Made in Italy, of course...
Renato Brunetta - dei Ricchi e Poveri
Ernesto Caccavale - Se lo dice lui...
Pierferdinando Casini - Dove la mettiamo la legge Merlin?
Paolo Cento - Gira la ruota! Gi-ra-la!!!
Paolo Cirino Pomicino - Lontano parente dei Tele Tubbies
Alessandro Cè - L’hanno mai visto in aula?
Michl Ebner - I suoi genitori hanno risparmiato sulle vocali
Augusto Fantozzi - Lei è una mer...ccia!
Giovanni Kessler - Da Da Um Pà...
Donato Lamorte - Dite che non si toccano, quando passa?
Antonino Lo Presti - Si chiama pietro, eh?
Giacomo Maccheroni - M’hai provocato? E io me te magno!
Roberto Maroni - Ne ho due così anche io...
Giovanna Melandri - Con scappellamento a destra
Daniela Melchiorre - E una c’è. Manca ancora Gasparre.
Lidia Menapace - Fate i bravi, altrimenti...
Achille Occhetto - Beh, lo sguardo tento sveglio non l’ha mai avuto...
Giovanni Pace - Ah, ecco con chi ce l’ha, Lidia!
Gianfranco Passalacqua - Hai sentito? Ehi! Passa l’acquaaaaaa!
Gaetano Pecorella - Con due Magi e lui, stiamo per completare il presepe...
Giovanni Porcellana - Richard Ginori? Ideal Standar?
Giovanni Ricevuto - Nel tempo libero fa la raccomandata...
Pietro Scoppola - Di solito fa coppia con Menapace
Gino Sperandio - Ratzinger ringrazia
Alberto Tridente - Di norma si può fotografare in una ben nota piazza di Roma
Giuseppe Vegas - Cerca ancora il suo Las
Cosimo Ventucci - Silenziosi? Profumati?
Marcella Zappaterra - Finalmente qualcuno vicino al volgo...
Ortensio Zecchino - Più prezioso di lui non c’è nessuno.

Insomma, quello che voglio dire è che, dopo profonda riflessione, ricerche, elaborazioni e quant’altro, finalmente ho capito perché la politica italiana non funziona. Più che politica, sembra un pezzo di cabaret!

Tronisti

“Signora Defilippi, è permesso?”
“Chi è?”
“Sono Gaetano, avevamo appuntamento per parlare di “Tronisti”...”
“Ah, già, vero. Mi hanno parlato molto bene di lei, dalla produzione”
“Veramente io non faccio produzione, sono fotomodello”
“Ecco, appunto”
“Niente, volevo sapere... cosa devo fare?”
“Praticamente nulla. Devi stare seduto su un trono e guardare alcuni pezzi di gnocca che litigano per te”
“Capisco. Ma io sono fotomodello”
“Lo so. Quindi?”
“Non mi fate sfilare?”
“Beh, no, non ce n’è bisogno”
“Guardi che io ho sfilato per Valentino, Armani, Krizia, Genny, Dolce e Gabbana, Rosaria Cacioppo...”
“Rosaria Cacioppo? E chi è?”
“Mia madre. Fa la sarta. Sfilavo con i suoi modelli durante la sagra del paese...”
“Ah. Beh, comunque qui funziona così: il nostro programma viene scritto quotidianamente dagli autori che finalizzano ogni puntata con lo scopo di rincoglionire la gente e far sì che le ragazze...”
“Scusi, ha detto rincoglionire?”
“Certamente. In pratica noi facciamo litigare le ragazze, che devono battersi per conquistare i tronisti di turno, cercando anche di essere un po’ zoccole e maleducate, per...”
“Scusi, Signora Defilippi, ma non ho capito bene. Perché le ragazze dovrebbero comportarsi così?”
“Beh, perché... perché la televisione dev’essere un monito, deve educare, deve dare dei valori che...”
“Valori? Non capisco dove stia il valore nel far sì che le ragazze si scannino per un uomo”
“Beh, ma infatti tu non devi capire. Gli autori provvedono a prepararti un copione che dovrai imparare a memoria per interagire con le ragazze che...”
“Copione? Quindi è tutto già scritto?”
“Ma certo! In pratica le puntate vengono registrate e le parti provate finché non siano perfette e adatte ad andare in onda. Una ragazza che insulta senza essere totalmente calata nel personaggio non è credibile, quindi rifacciamo le scene più volte finché...”
“Quindi è tutto preparato? Non c’è niente di spontaneo?”
“Figliolo, ma in che mondo vivi? Credi forse che il resto dei programmi televisivi siano diversi?”
“Uhm... cosa intende?”
“Intendo dire che... per esempio, in “Amici” succede la stessa cosa, si sa già chi vincerà, però ai ragazzi si fanno fare lo stesso delle prove e si fa in modo che litighino, perchè il litigio e il pianto fanno audience. In “C’è posta per te”, le storie sono tutte inventate e i partecipanti ad ogni “caso umano” sono dei seri professionisti, attori più o meno famosi che interpretano i diversi ruoli. Anche “Forum”, per citare un programma non mio: i casi sono tutti inventati e finita la trasmissione tutti vanno a cena assieme. Mica sono davvero in causa!”
“Ma allora... questo significa che... la TV è completamente falsa!”
“Scusa, Gaetano, ma l’hai scoperto solo adesso?”
“Beh, io credevo che... non so, forse speravo che andando in televisione potessi parlare... che so, della famiglia, delle relazioni di amore profondo tra uomo e donna, della solidarietà, dell’altruismo, dei problemi di ogni giorno, delle cose che si possono fare per migliorare l’Italia...”
“Omadonna, un altro sognatore. Ma perché dalla produzione non me li mandano mai idioti al 100%? Senti, Gaetano, tu sei un bellissimo ragazzo e farai sicuramente strada, basta solo che ti affidi a noi con fiducia e...”
“Fiducia? Come posso aver fiducia di una persona che mi dice che fa dei programmi totalmente falsi? Come posso aver fiducia di una persona che fa scannare dei ragazzi in televisione solo per il gusto del morboso? Come posso aver fiducia di un essere umano che specula sulle ingenuità della popolazione e che gode nel proporre finti pianti, finti litigi, finte riappacificazioni? Ma lei lo conosce il significato della parola fiducia? La mattina, quando si guarda allo specchio, cosa vede nello specchio? Un burattino o una persona che stima? Io sarò anche un fotomodello, ma almeno ho una morale. Ho dei valori, dei princìpi. Non voglio andare in televisione a fare la figura del fesso e del burattino che muove la bocca quando qualcun’altro gli dice cosa deve dire. Ho una dignità, una personalità. Sono un fotomodello, è vero, ma questo non vi dà il diritto di pensare che sia solo un bellissimo corpo vuoto senza cervello. Io non mi adeguo allo standard, io voglio elevarmi dalla massa, dimostrare che ho un cuore, una sensibilità...”
“Capisco. Allora vorrà dire che questo contratto da 20.000 euro lo dovrò stracciare”
“Ventimila euro?”
“Già”
“A puntata?”
“A puntata”
“Solo per me? Tutti miei?”
“Solo per te, tutti tuoi”
“Quando si comincia?”

mercoledì 16 gennaio 2008

Profilo personale

"Gentile staff di Netlog, vorrei avere l'onore di iscrivermi al vostro sito per poter diffondere il Verbo nel web, visto che all'Università La Sapienza non me lo fanno fare.
Devo dire che sono rimasto molto amareggiato e anche un pochino incarognito quando ho saputo che non mi volevano, poi ho fatto spallucce e mi sono rimesso a giocare a Tetris sul PC che ho nel mio ufficio alla Santa Sede.
In fondo cosa chiedo? Solo di poter chiacchierare un po' con i giovani. Quando si diventa anziani si ha piacere a stare in mezzo ai giovani, perché i giovani sono il nostro futuro e mi avrebbe fatto piacere parlargli di quando ero giovane e vivevo in germania...
Che poi, io sono stato invitato, mica è stata una mia iniziativa!
Cioè, ho già un bel po' di cose a cui pensare: fai inamidare il mitra, abbina gli accessori giusti alla veste da cerimonia più appropriata, verifica che il servo abbia lucidato a puntino le scarpe di vernice, impara a memoria i testi scritti dal copyright dell'agenzia di pubblicità di fiducia, trova qualche povero sfigato da fare santo...
Insomma, io proprio non capisco cosa possa essere successo. Sui giornali si parla della mia esternazione riguardo Galileo e il suo processo. Gli studiosi de La Sapienza si sono incazz... ehm, inalberati perché ho dichiarato che il processo "è stata cosa buona e giusta", ma è forse colpa mia se Galileo è un pirla? Poteva darci ragione e sarebbe finita lì. Invece no, lui giù con le accuse, giù con le prove, giù con gli studi... ma cosa crede, di essere il più intelligente di tutti?
Non lo sa che tra uno scienziato e un religioso vince il religioso perché siamo più esperti in torture, inquisizioni, trame losche, sotterfugi, inquinamento prove e via discorrendo?
Quindi non mi resta altro da fare, vista l'impossibilità di esprimermi diversamente, che crearmi una bella paginetta profilo sul vostro sito. Credete sia possibile?
Joseph Ratzinger"

Invio.

Spiacente, non hai accesso al sito Netlog perché Netlog ti ha messo in lista nera.

mercoledì 9 gennaio 2008

Eredità e buoni sentimenti

Ieri sera guardavo "L'eredità", il programma su Rai Uno condotto da Carlo Conti. Il gioco mi piace perché mi permette di constatare quanto sono ignorante o edotta su un sacco di cose.
Alcune domande sono di una semplicità imbarazzante, altre, invece, sono più complicate e interessanti. Ma la cosa che mi stimola di più è il gioco finale in cui, basandosi su cinque parole, bisogna trovare quella parola che le accomuna tutte. Nell'80% dei casi riesco ad indovinarla. Non sono una cima, però la cosa mi dà un certo gusto.
Beh, un'altra cosa che mi dà gusto è osservare i concorrenti e trovarli simpatici o antipatici, fessacchiotti o spocchiosi, buffi o seriosi e via discorrendo. Tralascio i commenti perché mi sono creata un certo personaggio e non vorrei rovinarmelo così, però ci dò giù di brutto, a volte, coi giudizi. Tanto non mi sente nessuno e di persona non li farei mai.
Beh, ieri sera sono arrivati in finale una signora di Livorno che fa la tassista a Torino e un ragazzo di Pesaro che nemmeno mi ricordo cosa faccia nella vita.
Il ragazzo, di cui non ricordo il nome, mi è sembrato un po' sostenuto, di quelli "io SO e quindi merito", un po' spocchiosetto e, soprattutto, uno che si prende molto sul serio e che sorride poco e quando lo fa non lo fa nemmeno tanto spontaneamente.
La signora, invece, un po' avanti con l'età (potrà aver avuto più di 60 anni tutti), Luana, era di una dolcezza incredibile. A prescindere che qualsiasi cosa le succedesse sorrideva come una bambina e batteva le mani, si è anche commossa leggendo una domanda su Peter Pan in cui vi erano le parole "amicizia", "serenità" e "coscienza leggera".
Chissà cosa ci ha letto, in quelle parole; fatto sta che si è commossa.
Dall'altro lato del bancone, sul suo scranno di supponenza, il bel pesarese la guardava con un'espressione che era un misto di pietà e sopportazione.
Inutile dire che parteggiavo per Luana e che ho tifato per lei tutta la sera.
Beh, il pesarese, all'ultima domanda, se lo prende nel "lisca", come si dice a Milano per non dire volgarmente "nel culo".
L'ho detto? Ops, perdono...
Beh, la Luana mi va in finale. Si accomoda tutta sorridente: montepremi 120.000 euro. Prima domanda, il montepremi si dimezza. Seconda domanda, altro salasso. Terza domanda, giù un altro taglio al montepremi. Morale: mi arriva all'ultima parola con 15.000 euro. La Luana sorride lo stesso.
Io avevo già capito di che parola si trattasse e ho visto nei suoi occhi accendersi una leggera speranza. Partono i 20 secondi e lei prende in mano la lavagnetta e scrive. Sicura, senza tentennamenti. Dentro di me esulto: la sa!
Carlo Conti comincia ad abbinare la parola scritta dalla Luana con quelle presenti sul cartellone. Con le ultime tre è perfetta, con le prime due la Luana tentenna. Carlo comincia il suo giochetto del "eh, peccato, non ci siamo" ma la Luana sorride lo stesso, è contenta anche solo di aver partecipato. Carlo le chiede cosa avrebbe fatto coi soldi vinti, la Luana gli dice che se vince glielo dice, per adesso no.
Carlo continua col suo giochetto e... sorpresa, la parola della Luana è perfetta anche con la seconda (e io lo sapevo, cavoli! ). Sorpresa della Luana che sgrana gli occhi, incredula. Ma c'è l'ultima parola con cui sembra proprio non andare. La Luana sorride lo stesso. Carlo, con studiata lentezza, alla fine svela che la parola è perfetta anche con la prima! Ah, questi detti popolari che non ricorda più nessuno! La Luana non ci crede. Nel momento stesso in cui capisce di aver vinto si copre il viso con le mani e piange! Soppa Wanda, che tenerezza!!!
Si alza, abbraccia Carlo Conti che le fa: "Allora, cosa ne farai di questi soldi?"
Lei: "Li darò in beneficienza, tutti. Se fossero stati 120.000 era meglio, ma meglio pochi che niente". E giù a piangere.
Anche il marito della Luana piangeva.
Anche Federico, il mio fidanzato, piangeva.
E anche io.

Perché?

Perché in questo mondo di merda quando la vita mi fa scoprire che esistono persone semplici e speciali, sento che vivere ha almeno un piccolo, emozionante significato.

Servizio "Regali ad hoc"

Telespettatori, amici, inconcludenti e claudicanti, benvenuti a questa nuova puntata di “Se non c’eri bisognava inventarti”

Parte, da oggi - e precisamente tra dieci ... nove ... otto ... sette ... sei ... cinque ... quattro ... tre ... due ... uno ... ORA! - il nuovo servizio che vi aiuta a trovare il regalo giusto da fare alla persona giusta al momento giusto.

Un regalo Giusto è estremamente difficile da trovare ma è altrettanto difficile farlo indovinando i gusti e i desideri della persona a cui volete donarlo.

Qui di seguito pubblichiamo alcune testimonianze di persone che si sono rivolte al nostro centralino e a cui la nostra equipe di esperti ha sbrogliato matasse ingarbugliate e intricate.

Il servizio è attivo 23 ore su 24 perché in quell’ora il nostro team gradirebbe almeno trombare senza essere disturbato. Quindi scriveteci le vostre esigenze e noi troveremo il regalo più adatto alla persona che amate!


Cosimo Annichiarico - Barcellona (ME)
“Gentile Signor Equipe, c’ho la moglie che mi spacca la minchia perché mi scordo sempre il nostro anniversario. Siccome anche mò che siamo sposati da 25 anni ancora non me lo tengo in capo, potrebbe suggerirmicisivi un regalo da tenere a portata di mano da estrapolare quando lei comincia le invettive accusando la mia persona di avermelo di nuovo dimenticato?
Arringrazio e saluto assai”

Gentile Signor Cosimo,
non sono il signor Equipe bensì faccio parte di un’equipe di professionisti che nulla hanno a che vedere, però, con l’Equipe 84 e Maurizio Vandelli. Ma veniamo al suo annoso problema: il regalo più adatto per sua moglie è un calendario di dodici mesi in cui, per ogni mese ed ogni giorno del mese, esista solamente la data del vostro matrimonio. Certo, in questo modo potreste rischiare di perdervi un sacco di altre ricorrenze come il compleanno di vostro figlio, Natale, l’anniversario della morte del maialino domestico, Pasqua e via discorrendo, ma vuol mettere il piacere di veder scorrere sincere lacrime di gioia dagli occhi di sua moglie e quello di averglielo finalmente messo nel culo?
Auguri!


Genuflessa Hilton - Roncofreddo (FC)
“Gentile Signor Equipe,
il mio fidanzato è cuspide Bilancia - Scorpione e nel suo tema natale Giove è retrogrado rispetto l’ottava casa e in opposizione a Lilith, senza contare che Venere e Saturno fanno a cazzotti in trigono rispetto a Mercurio che, invece, è neutro. Con un cielo così complicato cosa mi consiglia di regalargli, al suo compleanno?
Grazie, GH”

Gentile Genuflessa,
come già detto prima, io non sono il signor Equipe ma faccio parte di un’Equipe. Ora, per passare alla sua richiesta, credo che potrebbe regalare all suo fidanzato un simpatico puzzle tridimensionale a forma di Planetario, in scala 1:1 dentro il quale, poi, rinchiudervi e cercare di cambiare da soli, senza l’ausilio di un astrologo, il tema natale della sua dolce metà. In alternativa potrebbe regalargli un arricciacapelli in bachelite rosa e fucsia che ben si addice a tutte le cuspidi Bilancia - Scorpione.
Auguri!

Norina Cicerchia - Arenzano (GE)
“Buongiorno sor Equipe,
la mia orchidea selvaggia a breve compirà un anno e mi piacerebbe fargli un regalo. Tenga conto che è bianca con striature violette e che, di norma, getta solo 5 fiori l’anno. Inoltre, essendo io genovese, quindi assai parsimoniosa, gradirei avere un consiglio su come produrre da sola il regalo che mi consiglierà.
Resto in trepidante attesa e la saluto con parsimoniosa gratitudine”

Gentile signora Norina,
posso chiederle cosa vi fumate tutti quanti? Non sono il signor Equipe, non esiste nessun signore Equipe, l’Equipe di CUI FACCIO PARTE è solamente un gruppo di persone che, assieme, trovano l’idea giusta per il regalo giusto al momento giusto. Ma veniamo alla sua orchidea selvaggia che niente ha a che vedere con Mickey Rourke, giusto? Mi chiede un regalo fai da te: beh, cosa c’è di meglio di un bel mastello di concime naturale? Naturalmente dovrà cominciare da adesso per riuscire a mettere da parte il composto concimatorio. A questo proposito le consiglio di tenere, di fianco al cesso di casa sua, un bel mastello in acciaio temperato in cui provvederà a versare le sue deiezioni quotidiane. Se lei non è parsimoniosa almeno nella merda, vedrà che in una settimana circa avrà un fragrante concime pronto per essere depositato nel vaso della sua beniamina. Perché se è vero che “dai diamanti non nasce nulla ma dalla merda nascono i fior” è quasi probabile che la sua orchidea selvaggia produrrà più fiori e quasi sicuramente di colori diversi. Sempre che non muoia prima.
Felicitazioni!

Equipe Rossi - Milano
“Gentile Signor Equipe,
non sa che sollievo scoprire che esiste qualcun altro col mio stesso nome! Per anni ho maledetto i miei genitori per la loro scelta infausta ma da quando ho scoperto che anche lei ha avuto la stessa disgrazia mi sento meno solo! A questo proposito sono a chiederle un regalo da fare ai miei genitori inquantoché entrambi compiono gli anni lo stesso giorno, ovvero il 29 febbraio. Considerato che compiono gli anni una volta ogni quattro anni, sono ancora molto giovani, tant’è vero che ogni volta devo litigare con loro per il motorino e ogni volta mi fregano sfidandomi a Trivial Pursuit dove, immancabilmente, perdo. Mi può consigliare un regalo che vada bene a due persone così speciali?
Eternamente grato, Equipe

Gentile Signor Equipe,
mi si spezza il cuore a dirle ciò che sto per dirle, perché la sua lettera è così dolce e accorata che non vorrei disilluderla, ma mi tocca farlo...
CAZZO, NON MI CHIAMO EQUIPE, SE MI CHIAMASSI EQUIPE PROBABILMENTE MI SAREI GIA' SUICIDATO MA NON PRIMA DI AVER FATTO INGOIARE TUTTE LE DOMANDE DEL TRIVIAL AI MIEI IGENITORI E SOLO DOPO AVER FATTO SALTARE IL LORO MOTORINO! CRISTO, E' COSI' DIFFICILE DA CAPIRE???
Ma torniamo al regalo per i suoi genitori, che lei definisce speciali... Intanto, oltre a dirle che babbo Natale non esiste e che Andreotti è un alieno, devo purtroppo anche dirle che i suoi genitori non compiono gli anni ogni 4 anni bensì ogni anno, come chiunque altro! Il fatto che lei li veda giovani e non incartapecoriti come pretende di farmi credere è una sua pura, mera illusione. Sono vecchi e tra poco moriranno, se ne faccia una ragione!
Quindi, alla luce di questi nuovi elementi, è ancora dell'idea di regalare qualcosa a quelle due cariatidi? Perfetto, come vuole. Allora le consiglio di fargli una sorpresa esagerata permutando il loro motorino con un fuoribordo di 15 metri pluriaccessoriato che terrà ancorato vitanaturaldurante, a loro spese, presso il Marina Yacht di Montecarlo. Adesso vediamo se la buggerano ancora con la storia del Trivial Pursuit.
Bonne vie!