“Scusi, è già passato il 12?”
“Non lo so, sono appena arrivato anche io”
“Sa dirmi a che ora passa?”
“No, ma guardi, lì c’è appeso l’orario, quindi può vederlo da sè”
“Ci guarderebbe lei, per favore? Son senza occhiali”
“Uhm... certo. Vediamo... passa alle 15,47”
“E adesso che ore sono?”
“Le 15,33”
“Cavoli... quanto manca?”
“Se la matematica non è un’opinione, dovrebbero mancare 14 minuti”
“Così tanto?”
“Non li ho decisi io, gli orari”
“Speriamo non sia in ritardo...”
“Già”
“Ma lei è molto che aspetta?”
“No, come le dicevo, sono appena arrivato”
“Non può essere appena arrivato, scusi. Era già qui quando sono appena arrivato io”
“Allora sono arrivato da un paio di minuti...”
“E non ha visto passare il 12?”
“No, non l’ho visto, altrimenti avrei corso per prenderlo al volo”
“Ma lei ci vede bene?”
“Benissimo, perché?”
“Perché magari non l’ha visto e l’ha perso anche lei”
“A prescindere che un pullman è difficile non vederlo anche per un miope, ma foss’anche l’avessi perso non vedo quale sia il problema”
“Non ha fretta?”
“No”
“Strano”
“Perché?”
“Perché al giorno d’oggi hanno tutti fretta. Come mai lei no?”
“Perché faccio le cose con un certo anticipo, quindi non ho bisogno di scapicollarmi”
“Quindi lei sapeva che il 12 passava alle 15,47”
“Più o meno sì”
“E allora perché più o meno ha dovuto guardare l’orario quando gliel’ho chiesto?”
“Perché volevo darle una risposta sicura, esatta”
“Altrimenti non era sicuro nemmeno lei?”
“Teoricamente sì, ma avrei potuto dirle un orario sbagliato di un paio di minuti in più o in meno”
“Quindi per lei non fanno differenza un paio di minuti in più o in meno?”
“Senta, ma questo cos’è, un terzo grado?”
“No, certo che no. Si fa così, per parlare...”
“Beh, mi pare che abbiamo già parlato abbastanza, no?”
“Certo, certo... può dirmi che ore sono, adesso?”
“... le 15,39”
“... E sa mica dirmi qual’è la fermata di Piazzale Siena?”
“Sì”
“... Sì, ma.. qual’è?”
“Promette che poi non mi chiederà più nulla?”
“Promesso”
“E’ la settima partendo da qui”
“Ma la settima compresa questa o la settima da quando partiamo?”
“... la settima FERMATA da quando partiamo”
“Quindi da quando salgo sul 12 devo contare sette fermate, giusto?”
“Giusto”
“E se il pullman ne salta una?”
“Allora è meglio che chieda all’autista”
“Ma all’autista non si può parlare. Deve guidare, lui!”
“Senta non so cosa dirle, si sieda vicino a qualcuno e se lo faccia dire, no?”
“Già, giusto”
“...”
“... ma lei prende il 12?”
“No, io sono qui a perdere un po’ di tempo, visto che sono in anticipo e non ho niente di meglio da fare”
“Ah, beato lei. Io devo andare all’INPS”
“Capisco”
“Sa, per una pensione”
“Ma va?”
“Già. Devo fare un consulto per vedere quanto mi daranno di pensione e quando”
“Non mi dica...”
“Ormai gliel’ho detto”
“Intendevo... lasci perdere”
“Ho appuntamento alle 16 precise col funzionario”
“Eh, i funzionari son precisi, eh?”
“Già. Non voglio mica arrivare in ritardo...”
“Capisco...”
“Che ore sono?”
“E’ ora di comprarsi un orologio...”
“Ce l’avevo. Quello che mi hanno regalato quando sono andato in pensione, ma si è rotto”
“Uhm...”
“Allora mi può dire che ore sono?”
“Uffaaaaaaaaaaaa... sono le 15 e 44...”
“Allora a momenti dovrebbe essere qui!”
“Sì, fra tre minuti”
“Più o meno...”
“No, precisi”
“Anche adesso?”
“Adesso quando?”
“Adesso. Saranno già passati almeno trenta secondi, no?”
“Senta, io mi incammino a piedi...”
“Perché? Tra due minuti, più o meno, il bus sarà qui”
“Non importa, è una bella giornata, mi è venuta voglia di fare 4 passi e poi non ce la faccio più a rispondere alle sue domande assurde”
“Emmammamia, che caratterino! Vada, vada... Che tempi! Non si può più scambiare quattro chiacchiere nemmeno alla fermata del bus...”
“Quattro chiacchiere? Mi ha fatto ventimila domande, è senza occhiali, senza orologio, devo spiegarle per filo e per segno cose che dovrebbero essere ovvie anche ad un bambino delle elementari e quello col “caratterino” sarei io?”
“Sta arrivando il 12”
“Bene, lo prenda”
“Se permette, lo decido io se prenderlo o meno”
“Decida in fretta, perché altrimenti lo prendo io”
“Se lo prende lei allora io non ci salgo”
“Benissimo”
“Benissimo”
“...”
“...”
“...”
“...”
“Scusi... cosa c’era scritto sul display?”
“Fuori servizio...”
martedì 29 gennaio 2008
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8 commenti:
Una volta con fede siamo andati a veder passare il 4. O era l'8. Non ricordo bene. Ma mi sa più che fosse il 4. Gli ho fatto pure una foto, se la ritrovo te la mando. Era rosso.
Era rosso? Cosa? Chi? Fede o l'8? :D
ah glo' poi dici che non sei mattaaaaaaa e se no mica ti ci volevo tra i bastardissimidentro ehehe
irenuzza
Ireneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!! :) Ma che bella sorpresa!!! Hai letto le mie scemeze? Dici che possono entrare nel tuo stravagario? :D
ben ben ben ciò ... vuto un tiro in bici? ;P
la bici cossa la xe, bira e gasosa? Alora femo un tiro, và...
:D Onda! Sito anca chì?
l'ultima volta che doevvo prendere un bus sono andato alla fermata. ho atteso. a lungo. ad un certo punto, dopo un paio di sigarette di attesa, un tizio si è avvicinato e mi ha detto che il bus non passava più da lì.
da anni. la fermata era nella strada accanto
Beh, sei stato fortunato... almeno quel signore si è preso la briga di dirtelo. :)
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