lunedì 22 settembre 2008

Turing

“Benvenuti a questa nuova puntata di “La tecnologia ci prende per il culo?” Oggi abbiamo in studio l’inventore del Test di Turing, ovvero il signor Turing. Signor Turing, come le è venuto in mente di creare un test per capire se una macchina sia in grado di pensare in maniera autonoma e di sostituirsi all’uomo? ”

“La ringrazio per la domanda. Vede, può succedere, ultimamente, che vengano portate a termine registrazioni da parte di software automatizzati, che potrebbero, per esempio, registrare migliaia di nuovi indirizzi email al giorno che poi utilizzano per inviare quelle che noi chiamiamo mail “spam”. Il mio test presuppone che le immagini distorte che dobbiamo copiare quando, per esempio, ci dobbiamo registrare su un sito, impediscano, appunto, un riconoscimento in automatico da parte di un software”

“Signor Turing, lei ci parla di immagini distorte: ci può spiegare precisamente come funziona questo test?”

“La ringrazio per la domanda. Per chi non lo sapesse, il mio test si prefigge di capire se una macchina sia in grado di pensare. A questo proposito ho ideato le immagini CAPTCHA, il cui acronimo significa: Come? Accidenti! Peddavero? Tienimi! Che? Hai che? Anvedi! Solo che siccome in italiano non aveva la stessa forza che in inglese, ho deciso di tradurlo in: Completely Automated Public Turing test to tell Computers and Humans Apart, perché anche questa è una tattica per fuorviare la macchina e fargli credere una cosa anziché un’altra. Sono, appunto, le immagini distorte di cui parla lei”

“Macchine pensanti! Penso che il solo pensiero che le macchine possano pensare è alquanto inquietante... Pensi: quando le è capitato di pensare che le macchine stessero pensando autonomamente?”

“La ringrazio per la domanda. Il primo sentore che le macchine stessero pensando autonomamente lo ebbi quella volta in cui il tostapane in cui avevo inserito una fetta di pane bianco mi restituì una fetta di pane ai cereali, imburrata e marmellata con il mio gusto preferito, frutti di bosco e cannella, gusto peraltro introvabile”

“Un episodio eccezionale! Cioè, a chi non piacerebbe avere delle macchine che riescono a risolvere da sè dei problemi di ordinaria amministrazione?”

“La ringrazio per la domanda. E’ vero, piacerebbe a tutti, ma non ho finito di dirle com’è andata. Il tostapane, dopo avermi restituito la fettina di pane, l’ha incenerita con un raggio laser che ha diviso in due il tavolo con ripiano in granito spesso 8 centimetri ed è fuggito, poi, dalla porticina basculante che il mio gatto usa per uscire in giardino. Mi reputo fortunato a non aver riportato conseguenze”

“Diamine, la questione si fa seria. Ma qui, allora, non si parla di macchine tipo computer, bensì di macchinari che tutti, più o meno, abbiamo in casa o di cui usufruiamo quotidianamente, giusto?”

“La ringrazio per la domanda. In effetti un altro sintomo che le cose stessero prendendo una piega diversa lo ebbi quella volta che andai a prelevare. Avevo digitato tutto correttamente ma la macchina mi erogò delle banconote da 50 petrodollari sul cui sfondo campeggiava un primo piano di Paperino col dito medio alzato, e quando richiesi la ricevuta sentii distintamente provenire dal bancomat una risata sarcastica. Sul cedolino lessi la scritta: sei un pezzente”

“Beh, ma questi, però, se mi permette, sono episodi isolati. Non crede ci vogliano delle prove più concrete per poter affermare con certezza che le macchine stiano prendendo il sopravvento?”

“La ringrazio per la domanda. Effettivamente anche io all’inizio ho pensato che si trattasse di episodi sporadici e casuali, ma... la prova che le macchine stavano DAVVERO ragionando autonomamente l’ho avuta quella volta in cui mia figlia diciottenne e neopatentata parcheggiò un mercedes station vagon nello spazio in cui avrebbe potuto starci sì e no una Smart, senza procurare il minimo graffio alla vettura”

“Lei sta dipingendo un panorama agghiacciante! Mentre è plausibilissimo pensare ad una bancomat che emette Petrodollari al posto di euro, è assolutamente impossibile pensare che una neopatentata riesca a fare ciò che ha fatto sua figlia...”

“La ringrazio per la domanda. A...”

“Guardi che non era una domanda...”

“A no?”

“La ringrazio per la domanda. Per terminare quest’intervista, le chiedo un’ultima cosa: secondo Lei, questo CAPTCHA può essere la tecnologia che tutti stavamo aspettando, ovvero il meccanismo che ci aiuta a capire quando sono le macchine ad intervenire al posto dell’essere umano?”

“La ringrazio per la domanda. Se il mio PC mi restituisse il CD in cui ho registrato tutti i miei dati, oltreché il criceto, il cane bassotto e la mia collezione di bottiglie mignon di liquori asiatici, credo proprio di sì...”

3 commenti:

"PG" ha detto...

Non solo pensano ma c'è chi dice che per addormentarsi sognino pecore elettriche...

Gloria ha detto...

Un certo Philip Dick? :D

"PG" ha detto...

Dicheno