martedì 11 dicembre 2007

Edonismo

Un utente di Netlog mi ha fatto riflettere sul fatto che la vita dovrebbe servire esclusivamente come ricerca della felicità. A tale proposito, mi sono ricordata della parola "edonismo", sono andata a cercarne la definizione su wikipedia e così come l'ho trovata la posto:

"Edonismo etimologicamente dal greco antico Edoné, piacere, è, in senso generale, il termine con il quale si indica qualsiasi genere di filosofia, o scuola di pensiero che riconosca nel piacere (e non, ad es., nel bene o nella felicità) il fine ultimo dell'uomo. Tale tendenza in filosofia fu rappresentata nell'antichità in particolare da Aristippo, fondatore della scuola cirenaica.
Fra i principali esponenti dell'edonismo, nel corso della storia molti si sono richiamati alla filosofia di Epicuro. Il pensiero epicureo, tuttavia, ha molti aspetti di complessità che ne rendono riduttiva una interpretazione strettamente edonistica, quale pure esso ha ricevuto nel corso della storia - fino a giungere all'identificazione dell'epicureismo con l'edonismo più spicciolo, votato al mero piacere dei sensi. In realtà, secondo la dottrina di Epicuro, che è una dottrina eudaimonistica (cioè volta alla felicità e non al mero piacere), il solo piacere da perseguire è quello catastematico, cioè quello duraturo e non transeunte, legato ai soli beni necessari e capaci di mantenersi inalterati nel tempo (quali ad es. l'amicizia e l'atarassia, cioè il distacco dalle passioni, proprio del saggio). Il piacere cinetico, ovvero transeunte e proprio dei sensi, va invece esercitato, secondo Epicuro, con grande moderazione.
Nell'opinione comune, il termine "edonismo" è giunto a significare, col tempo, non solo una corrente filosofica, ma più genericamente ogni comportamento e costume di vita che risulti volto in modo esclusivo o prevalente al raggiungimento del piacere immediato. Si definisce perciò edonista colui che è dedito al lusso, al vizio, al perseguimento del piacere sessuale.
Un'ulteriore accezione con cui il termine viene utilizzato è quella socio-economica di "edonismo reaganiano", di invenzione giornalistica. Con esso si vorrebbe indicare la tendenza spiccatamente individualista che la società occidentale assunse negli anni ottanta, in cui le dottrine politico-economiche dominanti propugnavano l'autosufficienza economica dell'individuo dallo Stato assistenzialista, il libero mercato, i tagli alla spesa pubblica e la riduzione delle imposte. In tale contesto, l' "edonismo reaganiano" rappresenta una "legge della giungla" economica, in cui non c'è spazio per la solidarietà sociale e la competizione per emergere, economicamente e quindi socialmente, è senza esclusione di colpi".

Ora, tralasciando l'ultima parte relativa al reaganianesimo ( diamine, pare una dottrina! ), io mi soffermerei su una riflessione: credo di aver capito come mai l'essere umano non è in grado di trovare la felicità, né a breve né a lungo termine.
Come ho fatto?
Beh, ma scusate... io ancora ancora riesco a capire il significato di "etimologicamente" e "pensiero epicureo", ma quando poi mi si parla di:
- eudaimonistica;
- catastematico;
- transeunte;
- atarassia;
- propugnavano
ecco, qui cominciano i guai!

A prescindere che "propugnavano" mi fa venire in mente "pugnette" e, quindi, mi fa capire come mai tanti si rifugiano nell'onanismo ( come cos'è? Dai che lo sapete... Come no? Impossibile! Eddai, su... ), ma la questione è: come faccio a capire in che direzione andare per ricercare la felicità quando mi usate dei termini così complicati?
Non basterebbe dire: amatevi, mangiate, bevete, fate all'amore, giocate, gioite e via discorrendo?
A che serve usare paroloni che non fanno altro che confondermi le idee?
E poi vorreste farmi trovare la felicità!
Voglio dire solo una cosa: la felicità esiste, si tratta solo di trovarla in quello che SAPPIAMO ci rende felici.
Sei felice davanti ad un tramonto? Meraviglioso!
Sei felice se trombi come un riccio? Fantastico!
Sei felice quando fai le parole crociate? Stupendo!
Sei felice quando pianti semi di peperoncino e fragole selvatiche? Grandioso!
Insomma, qualsiasi cosa tu faccia, fà in modo che ti renda felice ( e che, magari, non renda infelice un altro, ma insomma, questa è la vita, no? )

Boh, a me piacciono le cose semplici. I paroloni li lascio a chi vuole riempirsene la bocca. Io me la riempio con altro.

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